Emergenza Nord Africa: dignità e certezze per i profughi e i territori coinvolti
30 Ottobre 2012
Mobilitazione per le oltre 20.000 persone accolte nella gestione Emergenza Nord Africa
Mancano meno di tre mesi alla conclusione della cosiddetta Emergenza Nord Africa, la cui gestione è stata affidata alla Protezione Civile, e non si sa ancora quale sarà la sorte delle oltre 20 mila persone giunte in Italia dalla Libia nel 2011, tra cui molti rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni.
Preoccupa la mancanza di un provvedimento che consenta alle molte migliaia di persone presenti di ottenere un titolo di soggiorno di lungo periodo, senza il quale è impossibile avviare qualsiasi progetto di inserimento sociale.
Pertanto, si chiede con forza e urgenza al Governo:
– una decisione immediata con un provvedimento chiaro che consenta il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario in favore di tutti i profughi giunti dalla Libia.
– Una soluzione dignitosa e efficace per l’inclusione sociale dei profughi coinvolti nei progetti d’accoglienza, con la predisposizione di risorse adeguate, che consenta di realizzare il processo di integrazione di queste persone con precisi percorsi di uscita dai centri emergenziali con una chiara previsione di misure di sostegno.
– Un coinvolgimento reale delle organizzazioni di tutela e dei territori coinvolti nell’accoglienza per la definizione delle soluzioni concrete.
– Una verifica puntuale della qualità dei servizi erogati sul territorio nell’ambito dei progetti d’accoglienza per evitare sprechi, chiudendo al più presto quelle esperienze inadeguate di ospitalità e valorizzando le esperienze di qualità, con l’obiettivo di riportare quest’ultime al più presto all’interno della rete SPRAR.
In mancanza di soluzioni concrete e rispettose della dignità delle persone e dei territori coinvolti riteniamo che il rischio di innescare tensioni sociali e di provocare ulteriore disagio sia altissima. Senza soluzioni realistiche e dignitose si rischia di sprecare ancora per molto tempo ingenti risorse pubbliche alimentando peraltro razzismo e conflitti.
Per questo saremo a Roma il 30/ ottobre a Piazza del Pantheon, a partire dalle 14.00, insieme ai profughi per chiedere una soluzione urgente e dignitosa.
Promotori: ARCI, ASGI, Centro Astalli, Senza Confine. CIR, CGIL, UIL, SEI UGL, FCEI, Focus-Casa dei Diritti Sociali,
Premetto che non sono razzista,ma ritengo che la situazione in cui tanti giovani e disoccupati palagianesi versano ormai da qualche anno,non sia compatibile con la necessità di accoglienza e integrazione degli immigrati presenti nel paese.Mi dispiace scrivere questo, ma ritengo che la loro presenza serva per lo più per la sussistenza delle varie associazioni che da loro traggono vantaggi e occasioni lavorative, in quanto secondo me, non sussiste altro tipo di interesse che riguardi la popolazione che versa da troppo tempo, ormai, in condizioni tali da non permettere nessun tipo di accoglienza e interesse verso gli immigrati che rappresentano solo un problema in più ai tanti già presenti.
Volendo tralasciare l’ormai insostenibile “premetto che non sono razzista ma….” che si commenta amaramente da se, vorrei precisare che attorno alla presenza migrante in Italia, girano tante leggende metropolitane.
In realtà se solo si avesse un approccio più serio con problematiche serie come questa e ci si prendesse la briga di informarsi e di analizzare i dati censiti da Caritas, dal Ministero degli Interni , da Istat, Ministero del Lavoro, ci si renderebbe conto che:
• la presenza migrante in Italia è per la maggior parte di origine europea (Romania per esempio)
• l’Italia non è il Paese più ambito dalla migrazione forzata e che un Regolamento europeo costringe a chiedere asilo nel primo stato in cui si è arrivati (Regolamento Dublino)
• gli stranieri contribuiscono alla crescita demografica della popolazione italiana…senza di essi l’Italia sarebbe un Paese di anziani e in diminuzione
• lo stesso governo riconosce agli immigrati un importante ruolo per la ripresa economica di questo paese che a causa della delocalizzazioni avvenute tra il 2007 e il 2011 ha provocato la perdita di un milione di posti di lavoro
• i migranti occupano i posti meno ambiti dagli italiani
• i migranti occupano le fasce più basse del mercato italiano e fanno lavori in settori a forte manovalanza
• i migranti contribuiscono al Pil della Nazione per l’11%
• pagano per buona parte le pensioni degli italiani perché lavoratori giovani
• pesano poco sull’Inps
• pagano le tasse
• i lavoratori autonomi immigrati, danno lavoro agli italiani
Questi alcuni spunti di riflessione…..per chi ha voglia di riflettere naturalmente e di non ragionare(?) per luoghi comuni.
Angela Surico
Presidente Circolo Arci SvegliArci
Angela, Aldebaran ed altri potrebbero tranquillamente essere dei razzisti, anche se a me non sembra affatto, rimane però che il loro ragionamento (senza punto di domanda) continua ad apparire più lineare e meno contraddittorio delle obiezioni che hai pensato di opporre.
Intanto la precisazione attestante che “la presenza migrante in Italia è per la maggior parte di origine europea (Romania per esempio)” potevi benissimo risparmiarcela; infatti tale precisazione non serve a nulla nel caso si voglia controbattere ad Aldebaran, il quale ha circoscritto le sue “accuse” ai soli immigrati assistiti da programmi di accoglienza e integrazione.
Ti faccio inoltre rilevare come risulti contraddittorio affermare a) “l’Italia non è il Paese più ambito dalla migrazione forzata” e b) “gli stranieri contribuiscono alla crescita demografica della popolazione italiana”. Gli stranieri sicuramente contribuiscono alla crescita demografica, ma dubito assai che detti stranieri possano essere gli stessi che, per tua ammissione, sbarcano in Italia solo per raggiungere successivamente altri lidi.
Di conseguenza, potrebbe anche essere vero che (sbagliando) “lo stesso governo riconosce agli immigrati un importante ruolo per la ripresa economica di questo paese”, ma non credo proprio si riferisca agli immigrati che utilizzano l’Italia come tappa di passaggio.
Quindi, se proprio vogliamo riflettere seriamente su quanto affermato da Aldebaran, non sarebbe una cattiva idea sfrondare il tuo commento di tutte le imprecisioni che contiene.
Se vogliamo discutere di immigrati che contribuirebbero a tenere in piedi il paese, è un conto; se intendiamo invece utilizzarli per parlare di immigrati che noi “teniamo in piedi”, beh… allora è un altro conto.
Mimmo Forleo
Caro Mimmo, premesso che a nessuno è consentito di essere “tranquillamente razzista” come a nessuno è permesso di essere tranquillamente fascista o tranquillamente violento” in quanto categorie comportamentali e di pensiero che il diritto nazionale e internazionale fortunatamente aborre…quanto alla presenza migrante in Italia è necessario fare la differenza tra chi ha scelto di migrare (migrante economico) e chi invece ha dovuto farlo suo malgrado (migrazione forzata). Di quest’ultima ti assicuro non siamo responsabili noi quanto piuttosto meccanismi di macroeconomia che alimentano diseguaglianze e guerre…insomma quella economia liberista che tanto ti piace.
Detto questo chi scappa da persecuzioni e riceve asilo in Italia anche se volesse andare altrove è in Italia che deve rimanere perchè è qui che ha il permesso di soggiorno, pertanto alimenta eccome, l’economia e la crescita demografica del Paese.
Detto ancora questo, i migranti forzati hanno purtroppo ( anche se qualcuno come te che sta alla finestra a guardare non comprende appieno), a causa di qualcuno che sulle loro teste ha deciso in maniera cinica circale loro vite, una serie di problematiche a cui lo stato Italiano come tutti gli Stati membri Europei (volendo soffermarci all’Europa) hanno il dovere di far fronte.
Semplicemente noi Enti di Tutela, siamo all’interno di quegli strumenti di cui lo Stato si dota per far fronte a delle problematiche specifiche…ovviamente questo, ti piaccia o no!!…quando siederai in Parlamento magari e prenderai il posto che fu già di un certo Maroni, allora respingerai i richiedenti asilo in alto mare, lì li farai affogare e/o li consegnerai a qualche Stato disposto a fare il lavoro sporco e a farli sparire in qualche cella introvabile…così non verremo più a contatto con questa sofferenza che tanto ci disturba…tutto sommato per non vedere basta girarsi dall’altra parte.
Saluti
Angela Surico
Angela, dopo un apparente rinsavimento, “in Italia è necessario fare la differenza tra chi ha scelto di migrare (migrante economico) e chi invece ha dovuto farlo suo malgrado (migrazione forzata)”, sei tornata a dire cavolate: “chi scappa da persecuzioni e riceve asilo in Italia anche se volesse andare altrove è in Italia che deve rimanere perchè è qui che ha il permesso di soggiorno, pertanto alimenta eccome, l’economia e la crescita demografica del Paese.”
La prima cavolata, ovviamente, consiste nel sostenere che un certo numero di soggiorni in alberghi o in abitazioni private, e di pasti pagati con le tasse, contribuirebbero alla crescita economica del paese. Se è davvero così, non mi spiego perché non ci trasferiamo tutti quanti in albergo (dotato di ristorante) e mandiamo a… quel paese la crisi. Sai la crescita che si avrebbe!
La seconda cavolata è dovuta alla tua incapacità di distinguere tra chi sceglie l’Italia per motivi di lavoro e chi lo fa perché costretto da una normativa europea. Mentre i primi contribuiscono tanto alla crescita economica quanto a quella demografica, i secondi (anche se pare brutto a dirsi) contribuiscono al consumo di risorse (insieme ad alcuni che orgogliosamente affermano di non starsene alla finestra) e non incidono minimamente, se non per il periodo in cui sono costretti a risiedere in Italia, sulla demografia.
Anche se a te potrà sembrare razzista, il mio è un discorso che tiene conto dei reali e differenti effetti provocati da due altrettanto differenti fenomeni migratori.
Quando poi vorremo parlare delle soluzioni alternative che si potrebbero adottare per ovviare a un fenomeno che attribuisci, senza però prenderti la briga di spiegarlo, al liberismo, non sarà affatto necessario che uno di noi due sia parlamentare; sarà sufficiente aver dimostrato di saper ragionare.
Mimmo Forleo
Poichè sono certa che tra noi due chi sa ragionare sei tu Mimmo, aspetto le tue proposte sulle soluzioni alternative…ovviamente con le poche risorse mentali che ho cercherò di valutarle e di esprimere una mia opinione…sempre che mi sia consentito farlo.
saluti
Angela Surico
Angela, dopo qualche millennio di storia una cosa almeno sembra essere definitivamente acquisita: la logica vale per tutti allo stesso modo e nessuna differenza di razza o di classe può farla variare. Pertanto, ogni scostamento da una logica “standard” può essere dovuto solo a due fattori: 1) l’insufficiente padronanza della materia in cui si crede invece di poter pontificare; 2) la difesa corporativa di un interesse che verrebbe meno allorquando una logica errata fosse sostituita da una esatta.
Poiché alle alternative possibili potrei al limite dedicare un post composto di argomentazioni, che non sarebbe certo possibile contenere nello spazio di un commento, mi limito a suggerire una linea di riflessione.
La FAO venne costituita diversi anni fa allo scopo di “combattere la fame nel mondo”. Dopo decenni di “lotte” indirizzate (così dicono) a tale scopo, abbiamo scoperto 1) che pochi anni di liberalizzazioni (comportanti la tanto esecrata globalizzazione) hanno fatto molto di più in proposito di anni e anni di soldi inutilmente spesi dalla FAO e 2) che i soldi spesi per combattere la fame sono quasi esclusivamente serviti per ingrassare torme di “affamati” cui sono spettati posti dirigenziali ed esecutivi all’interno della stessa FAO.
Oggi ci troviamo perciò di fronte ad un crocevia che impone una scelta imprevista: lasciamo che sia il libero mercato a debellare il problema della fame, rischiando di affamare le orde di “lavoratori” che conta la FAO, oppure teniamo in piedi la FAO, rischiando di ritardare nel tempo gli effetti di un lavoro che il libero mercato ha dimostrato di saper svolgere egregiamente?
Mimmo Forleo
Errano quanti scindono il cuore dalla lingua; ma coloro che, senza cuore, sono tutti lingua, non sono forse, come dice Catone, puri e semplici glossari di morti? Vivere senza lingua possiamo, anche se forse non bene; ma vivere senza cuore non possiamo in alcun modo.
Giovanni Pico della Mirandola
La penso come te e, stanne certo, non siamo gli unici. Molti lo pensano ma soltanto in pochi hanno il coraggio di dirlo. Vorrei sapere, essendo dipendente ilva, nel caso in cui perdessi il posto di lavoro quali aiuti riceverei dal governo o dalla comunità europea? Sicuramente nessuno.
ANGELA menomale che ci sono gli immigrati altrimenti come vivremmo?
Sono angustiata da queste false forme di disponibilità. Ricordo che l’anno scorso qualcuno sborsò di tasca propria denari per far alloggiare in ambienti salubri un immigrato che aveva bisogno. Voi invece, vi ribellaste a tale comportamento perchè dovevate gestire tutto voi. Si, voi,. Includo anche l’assessore ai serizi sociali, nonchè Vice sindaco. Andate a lavorare invece di campare alle spalle di quei poveracci. Ogni motivo è utile per ….- Lasciamo stare…. Piuttosto, se volete fare del bene, fate come San Francesco che si spogliò dei suoi averi e li mise a disposizione dei poveri. Invece, VOI fate come un noto detto: “QUANDO IL RICCO TOGLIE AI POVERI IL DIAVOLO E’ CONTENTO”. Questi poveri immigrati, se è vero che ci teniate, portateveli a casa e assistiteli come normai esseri umani. Non è decente che sfruttiate certe emergenze per perseguire interessi personali.
LUCIA
Mi piacerebbe rispondere, cara Lucia, ma non ho argomenti da opporre ai deliri.
Saluti
Angela Surico
Il mio intervento su questo argomento,nasce sulla scia dell’iniziativa di protesta che la Surico avrebbe dovuto intraprendere a Roma.Premettendo che non è avvenuta e che continuo a non essere razzista,la mia riflessione verteva sulla necessità di smetterla di far finta di voler risolvere il problema dell’immigrazione,quando così si aprirebbe un nuovo problema occupazionale per chi lavora grazie all’immigrazione. La profonda crisi che stiamo vivendo ci spinge senza dubbio a guardare gli immigrati con spirito di uguaglianza e con la volontà di farli integrare nel nostro fiorente ed evoluto tessuto economico e sociale.Ma vi siete accorti che i “rifugiati” di Palagiano quasi ci schifano e non vedono l’ora di andarsene da questo paese che, a detta loro, è molto simile ai paesi dai quali sono scappati?