La Notte dei morti
7 Gennaio 2009E’ quasi mezzanotte, questa notte. E non e’ una delle notti qualunque. E’ la notte.
Cinque gennaio, la notte dell’epifania. I bambini aspettano la vecchietta che arriva a cavallo di una scopa volante. L’anziana signora con il vestito scucito, con naso lungo e brufoloso, con un fazzoletto in testa che a malapena riesce a contenere i suoi lunghi grigi capelli.
La Befana che arriva solo di notte, e solo per una notte: questa.
Questa e’ la notte della magia, quando gli animali riescono a parlare come gli umani, quando le pareti diventano ricotta, quando i morti escono in processione.
I piccoli impauriti riescono solo a respirare e a chiudere forzatamente gli occhi: e’ questo il dazio che dovranno pagare per raggiungere finalmente l’alba per vedere il proprio albero illuminato o camino appena spento riempirsi di giocattoli e calze piene di leccornie solo per i piu’ buoni.
Per i cattivi solo carbone.
E pregano in silenzio, e rimembrano in silenzio ogni gesto della propria vita, riuscendo ogni volta a ricordare ogni ubbidiente azione. Sperano di farcela anche questa volta!
E ogni volta la solita storia, paurosa, gli viene raccontata.
A Palagiano una volta….
la notte della befana…
una vecchia signora di buon’ora sentì stranamente suonare le campane della chiesa di San Rocco. Orario insolito per avvertire che la messa del mattino stava per avere inizio. Non si chiese altro, si vestì subito con un lungo vestito di festa, indosso’ il suo cappotto grigio con la sciarpa intonata e s’incamminò per prendere il suo solito posto fra i banchi della Chiesa Madre.
Ma appena entro’ si accorse che quella mattina qualcosa di strano stava succedendo.
I banchi della Chiesa stranamente erano pieni. Gente silenziosa e accolta affollava il luogo sacro. Tutto pieno….tranne l’ultimo banco. Ed e’ lì che si sedette a ripassarsi mentalmente il suo Rosario. Ma anche le preghiere avevano un qualcosa di strano. Non riusciva a capire se le preghiere fossero recitate o solo parlate, una litania di voci basse non scandivano per nulla le parole di un’ Ave Maria o Padre Nostro. Erano soltanto suoni che assomigliavano ad una grottesca litania. Era strano. Era tutto strano quella notte.
Le lamentele iniziavano via via a trasformarsi in un canto. Un canto con note prolungate che riuscirono ad agitare l’anziana fedele.
Che ansia, povera nonnina!
Il suo cuore inizio’ a pulsare sempre piu’ forte, un tremolio assali’ le sue esili gambe, la fronte inizio’ a sudare e il suo respiro diveniva sempre piu’ affannoso. Ormai una strana inquietudine l’aveva assalita. Fuori era ancora buio, ma anche dentro la luce faceva appena capolino. Fù allora che presa dallo sconforto, una lieve tosse le usci’ dalla bocca socchiusa.
…e si girarono tutti insieme. E lei li vide.
Volti bianchi, occhi incavati e….due piccoli fori al posto del naso.
Il suo urlo agghiacciante riempi’ la Chiesa.
La vecchia signora diede un balzo verso il portone d’uscita che lentamente si chiudeva e proprio lì…a due passi dall’uscio…senti’ il suo vestito strapparsi.
Spari’ nella nebbia. Nessuno piu’ la rivide.
E’ questa la storia che mia madre mi raccontava che la madre le raccontava che sua nonna le raccontava.
Ogni notte dell’epifania.
Quando gli animali parlano….quando i muri diventano ricotta….quando i morti escono in processione.
La vera notte della magia. La notte dell’Epifania.
Life…da MyLife