Il più “adatto” di tutti
20 Novembre 2012In quasi tutti i commenti apparsi sotto questo e quest’altro post è ricomparso un antico vizio palagianese: personalizzare la discussione facendo emergere “meriti” propri e “demeriti” altrui; ovviamente, i meriti sono di quanti ammettono candidamente di “lavorare” in un certo settore, mentre i demeriti sarebbero di chi, non facendo altrettanto e muovendo addirittura critiche alla plausibilità di certe politiche, altro non sarebbe che un “razzista”.
Altrettanto ovviamente, dalla parte dei buoni ritroviamo gente dichiaratamente di sinistra. I malvagi, non occorre manco farlo rilevare, sarebbero invece tutti di destra. Se ne vuole una riprova?: quale parte politica oggi si schiera risolutamente con lo stato di Israele?, e quale invece è sempre pronta, a prescindere (come direbbe Totò), a sostenere la causa dei palestinesi?
Il problema di fondo è sempre lo stesso: l’incapacità di quanti si dicono di sinistra nel saper mantenere una discussione sui giusti binari di categorie generali. Anche se, bisogna riconoscerlo, qualche tentativo in tal senso lo fanno; almeno quando sembra favorevole alle tesi che vogliono sostenere. Così, secondo Life, sarebbe sufficiente certificare che qualcuno è adatto al compito assegnatogli per decretare che il compito in sé sia giusto.
A ben vedere si tratta della stessa tesi difensiva adottata da un certo Eichmann di fronte a un tribunale israeliano, che lo aveva chiamato a rispondere di “crimini contro l’umanità”: La mia unica colpa è consistita nel risultare adatto, il più adatto, ad assolvere un ruolo deciso da altri. Non dipende certo da me se lo stato tedesco ad un certo punto ha deciso di eliminare tutti gli ebrei che gli capitavano sottomano. In quanto funzionario di quello stato, a me toccava solo eseguire.
Allo stesso modo in cui c’è stato un tempo nel quale Eichmann si sarà detto fiero di assolvere al ruolo assegnatogli, oggi ve n’è uno in cui a dirsi fieri di un compito, uno qualsiasi, sono in tanti. Perché loro ci mettono passione e cuore; ingredienti di cui difettano i poveri Aldebaran e Mimmo Forleo. I quali inoltre, a differenza di Eichmann e dei tanti che si sentono i più adatti a svolgere un determinato ruolo (a fronte di un corrispettivo però, questo sia chiaro a tutti), hanno pure la sfacciataggine di chiedersi e chiedere se la “missione” da cui discendono i ruoli sia davvero giusta in sé.
A dire il vero qualche dubbio sulla giustezza in sé della missione devono coltivarlo anche a sinistra, atteso che un po’ tutti i convenuti ci tengono a specificare che saremmo “vittime” di non meglio specificati “mercati”. Avanza dunque a passo deciso un’altra idée-fixe della sinistra e dei totalitarismi in genere: è inutile scervellarsi intorno all’opportunità o meno di seguire certe politiche; individuato un nemico, avremo individuato anche la fonte di ogni ingiustizia.
Ieri il nemico era l’ebreo, senza che nessuno si chiedesse perché: “lo sanno tutti che è così!”.
Oggi lo sono i “mercati”. E se chiederete perché?, non aspettatevi un risposta. Vi diranno: “Ma come, non lo sai ancora?”.
E mi dica Sig. Forleo, lei dopo tanti anni di esperienza in politica, a quale “Paranza” appartiene?
La definizione esatta del suo commento, sig. Osservatororio, la può trovare subito dopo il primo capoverso di questo post.
Comunque, se anche lei dovesse tenerci a fare la réclame dei suoi meriti, non sarò certo io ad oppormi. È risaputo che sono libertario.
Mimmo Forleo
Caro Mimmo, le tue dissertazioni, per chi le vuole capire veramente, sono molto chiare,è indubbia la capacità discorsiva unita ad una conoscenza reale degli argomenti commentati. Molto più discretamente io mi limito solo a commentare argomenti di cui ho effettiva esperienza diretta e per i quali sono sicuro di poter esprimere anche un giudizio.Precisando questo,forse ci troviamo sulla stessa lunghezza d’onda perchè, a volte in modo provocatorio, vogliamo far emergere delle posizioni di palese ipocrisia e “velata” umanità,di cui alcuni personaggi sono portatori da già un pò di anni, a prescindere dagli indirizzi politici.