Un suggerimento a Maroni, su come rendere impignorabile la prima casa

Un suggerimento a Maroni, su come rendere impignorabile la prima casa

13 Febbraio 2013 0 Di Life

Rivolgendo il suggerimento anche gli italiani – popolo probabilmente dotato di grandi virtù, ma sofferente anche di un grandissimo difetto: la mancanza di memoria – è bene ricordare che il primo a lanciare l’idea di rendere impignorabile la prima casa è stato un certo Beppe Grillo.

In questi giorni anche Berlusconi – impegnato più che altro a ridurre Bersani nello stesso stato in cui ridusse Occhetto – ha avanzato lo stesso tipo di proposta e, a differenza di quanto accadutogli sulla questione del cosiddetto “condono tombale”, ha incassato il plauso del suo alleato Maroni.

Non solo. Va pure detto che Maroni, durante un’intervista rilasciata a ilSole24Ore, ha rilanciato in maniera davvero pesante: la prima casa deve essere «sempre e comunque non pignorabile». Dunque, anche nel caso in cui siano le banche a vantare diritti su di essa, e non soltanto quando gli stessi diritti a farli valere è l’Agenzia delle Entrate tramite Equitalia.

Andando senza troppi giri di parole alla sostanza della questione, la vicenda, che a prima vista può apparire risibile, in Italia assume contorni molto solidi. Per dire di un solo caso, con quale credibilità lo Stato italiano può pretendere di pignorare la casa al “contribuente” insolvente, quando è risaputo che i suoi rappresentati (i politici) hanno fatto uso dissennato di quei soldi, ancor prima di averli realmente sottomano?

Il caso si complica solo quando ad andarne di mezzo sono dei privati, come le banche. Al debitore che si è fatto prestare soldi da un creditore non può e non deve interessare l’uso che il primo fa dei suoi soldi. Non c’è modo di definire diverso dal furto il rifiuto di restituire soldi ricevuti in prestito.

Nel caso delle banche italiane, però, sembra che secondo Maroni quel modo esista: non sono forse state le banche ad avvantaggiarsi dei prestiti concessi a basso costo dalla BCE, e che adesso rifiutano di utilizzare quel denaro per concedere a loro volta prestiti e agevolazioni a chi vive una situazione di sofferenza?

Andando subito al sodo, Maroni sta ripetendo la stessa minchiata sostenuta tempo fa da Francesco Boccia (del PD)! Solo degli ignoranti patentati possono non sapere che la BCE ha “vincolato” i suoi prestiti alle banche perché queste potessero acquistare titoli di debito statale, e raggiungere così due obiettivi: la ricapitalizzazione delle stesse banche (in sofferenza perché sul punto di dichiarare inesigibili i troppi crediti facili concessi a stati e privati) e il consolidamento degli stessi titoli di debito statali (che erano a un passo dall’essere dichiarati spazzatura dai mercati del credito). Tra l’altro, nel caso in cui Draghi avesse autorizzato l’immissione di quei prestiti nel circuito secondario del credito, oggi ci ritroveremmo con un inflazione la cui altezza non sarebbe immaginabile neanche utilizzando tutta la fantasia di cui è dotato il duo Boccia-Maroni!

Visto che a Maroni non manca la fantasia, ma si dimostra incapace di ragionare razionalmente, il suggerimento utile per mettere le banche e anche la politica spalle al muro glielo passo io.

Le banche italiane hanno goduto di un vero vantaggio (chiamiamolo così, anche se sarebbe più esatto dire che furono autorizzate a truffare) allorquando anni fa, messe di fronte alla necessità di restituire diverse centinaia, se non migliaia, di miliardi di lire maltolte ai loro correntisti (capitalizzando in maniera discrezionale e differente gli interessi maturati sui conti) furono letteralmente salvate dalla bancarotta da un certo D’Alema.

Io penso che oggi, e parlo a nome di diverse migliaia di imprenditori che come e più di me risultarono truffati di qualche centinaio di milioni di lire, pur di avere una rivincita nei confronti delle banche, saremmo ben lieti di mettere a disposizione di chi rischia l’abitazione in cui vive quei miliardi.

Mimmo Forleo