DIVORZIO ALL’ITALIANA

5 Maggio 2009 0 Di Life

Tra le affermazioni che probabilmente avrebbe fatto Veronica Lario – almeno a quanto riportato due giorni fa dal quotidiano ‘La Repubblica’ -, ce n’e’ una che mi ha lasciato un po’ perplesso e che spero sia inventata dal giornalista.
Infatti, pare che la signora abbia detto ad un’amica: “Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile”.
Una persona che non sta bene… Sono sincero quando dico di sperare di cuore che l’affermazione sia inventata.

Non so voi, ma un po’ mi fa venire i brividi l’idea che un giorno si possa scoprire che il nostro presidente del Cosiglio non ci sta con la capoccia, va e viene, ogni tanto fa black-out…
Hai visto mai che ridendo e scherzando, una mattina ci svegliamo e scopriamo che oltre allo sfascio privato, oltre ai disastri familiari, ha fatto capitombolare pure l’Italia?
Chi glielo racconta, poi, a Donatello che Berlusconi non faceva miracoli?
Va bene, cercheremo di dar la colpa a Prodi e a Padoa Schioppa!

Scherzi a parte, l’imminente divorzio del nostro presidente da un paio di giorni ma sta facendo pensare ad una cosa piu’ seria.
Ogni tanto fa capolino nella destra l’idea che Berlusconi si inserisca in una corrente di governo legata alla tradizione moderata e popolare di memoria democristiana. Tant’e’ che nel congresso costitutivo del PDL e’ scappato pure qualche riferimento a gente del calibro di De Gasperi.
Cosi’ ha detto il presidente del Partito Popolare Europeo, Wilfred Martens.
Che il signor Martens sia un po’ confuso, non sorprende. Infatti sono curioso di vedere cosa sara’ della coerenza quando personaggi del calibro non dico di Fini, Gasparri, Alemanno o La Russa, ma addirittura di Ciarrapico o Alessandra Mussolini finiranno nel PPE (del resto, se non sbaglio AN gia’ c’era o stava per entrarci).
Piu’ che un Partito Popolare, tutt’al piu’ il PDL puo’ essere un partito populista: ma Martens sicuramente si e’ dimenticato qual e’ la differenza tra popolarismo e populismo.
Io mi fido di piu’ di Cossiga – assai piu’ titolato ed esperto in fatto di popolarismo rispetto a tutti i nanetti opportunisti in giro per i quartieri politici d’Europa – il quale, in una intervista bellissima rilasciata a Filippo Ceccarelli alcuni anni fa su La Stampa (sei o sette anni fa…) spiego’ con lucida’ straordinaria che il popolarismo e’ morto. Non c’e’ piu’, finito.
E il nome PPE in cui si raggruppano alcuni partiti conservatori europei non e’ nient’altro che un nome vuoto, un involucro, una specie di fossile.
La mistificazione interessata proseguira’, ma comunque resta la verita’ della storia.
E la verita’ e’ che Berlusconi – al di la’ di cio’ che dicono Martens e i chierici pagati per imbellettare ideologicamente il PDL – con la tradizione de geasperiana non c’entra proprio nulla.
Perche’ la decisione di Veronica Lario mi ha fatto pensare a tutto questo?
Perche’ ohibo’, mi sforzo e mi risforzo, ma proprio mi riesce difficile immaginare i politici veramente legati alla tradizione popolare tirati a lucido come giovinetti pur avendo settantadue anni, bandana in testa, scamiciati, talora corredati di fanciulle sulle ginocchia, a sproloquiare volgarmente sulle donne, a farsi prendere dalla smania di rimpinzare le liste del proprio partito di attricette e belle ragazze.
Molti di quei leader popolari, al di la’ delle differenze e delle divergenze erano contraddistinti da un tratto comune: la sobrieta’.
Un tono esistenziale esattamente opposto rispetto a Berlusconi.
E l’epilogo della sua esperienza familiare, (drammaticamente per i protagonisti) ci conferma proprio questo.Spero che in Italia ci sia un numero ancora abbstanza grande di gente che si indigna, che soffre nell’animo di fronte a questa operazione di mistificazione.
Spero anche che qualche alto prelato in questi giorni di bassa e meschina volgarita’ abbia avuto il tempo di arrossire un pochino.

Giuseppe Piccoli