Montemurro: “Sarò la voce di quelli che soffrono e non hanno voce”
25 Luglio 2009Ressa: “Siamo riusciti a parare tutti i colpi, anche quelli che vengono da alcuni personaggi della sinistra palagianese”
Il Partito Democratico di Palagiano, saluta con un comizio gli eletti della zona occidentale. C’erano tutti, sul palco. Elisabetta Di Sarno, segretaria cittadina, a far gli onori di casa, il Sindaco di Palagiano Rocco Ressa, Carmine Montemurro, Luigi Pinto, il neoasessore alla formazione professionale Vito Miccolis, Michele Mazzarano, vice segretario regionale (Decaro permettendo, in futuro). Quasi tutti. Mancava Marta Teresita Galeota, unica donna eletta nella zona occidentale. Una dimenticanza, forse.
Entusiasmo nelle parole della Di Sarno, per l’avverarsi di un progetto politico. “Carmine Montemurro, Vito Miccolis e Luigi Pinto li abbiamo eletti con i nostri voti, con il nostro contributo, con la nostra forza, per un progetto di territorialità”.
Amen.
Dopo aver ricordato l’infanzia trascorsa con Montemurro e il percorso condiviso nel volontariato, Ressa afferma che la zona occidentale della Provincia, con l’elezione dei consiglieri del PD, ha ora le carte in regola affinchè possa riprendere a crescere ancor più di prima.
Accenna all’importanza della retroportualità per lo sviluppo del territorio, sostenendo che “bisogna intercettare i soldi che la Regione mette a disposizione della Provincia. Non basta ottenere i finanziamenti, ma occorre avere persone intelligenti capaci di utilizzare al meglio quelle risorse”. Il resto dell’intervento non delude chi aspettava “la risposta di Rocco al comizio di Tito”.
All’accusa di aver disatteso il programma elettorale, il primo cittadino risponde elencando quanto la sua amministrazione sta producendo: approvazione degli atti di indirizzo per la realizzazione di una zona industriale (“Se non approviamo entro sei mesi il PIP, avremo perso probabilmente l’ultimo treno. La zona industriale è una risposta importante, non possiamo più attendere”), risanamento delle finanze del Comune (“per i danni fatti dalle amministrazioni da fine anni settanta al 2002.
L’operazione verità che ci chiedeva parte del centro destra l’abbiamo fatta, aprendo i cassetti e mettendo in piazza i debiti e di chi era la responsabilità.”), prossimo completamento delle grandi opere (“favorendo la deperimetrazione del Piano di Assetto Idrogeologico, e quindi ripartirà lo sviluppo edilizio del nostro paese. Torneremo ad essere un cantiere aperto”).
Arriva l’affondo.
“Siamo riusciti a parare tutti i colpi, anche quelli che vengono da alcuni personaggi della sinistra palagianese, non ricordandosi di essere stato uno degli artefici, insieme ad altri, per la verità, della rovina di questo paese, per aver fatto delle battaglie nascondendosi dietro un ambientalismo di facciata, per non far crescere il nostro territorio. Il leader di Rifondazione ha attaccato Comune e Provincia per le scelte fatte. Abbiamo vissuto una vera emergenza democratica. Pensate se Cito avesse amministrato la Provincia, sarebbe stato devastante”.
Nel mirino anche il centro destra. ” Palagiano ha bocciato la proposta della destra locale, una bocciatura non solo del candidato, ma anche del modo con cui il centro destra fa opposizione, che polemizza per ore ma, al momento del voto, si alzano e se ne vanno. Una amministrazione non si giudica dal chiacchiericcio, ma dagli atti che fa. Saremo anche eterogenei, ma nei momenti decisionali siamo stati e saremo presenti”. L’accusa.
“Denuncio l’atteggiamento di Rifondazione che non ha votato al ballottaggio per le nostre alleanze con forze moderate. Dobbiamo costruire un laboratorio politico capace di governare Comuni, Province, Regioni e il Paese. Bisogna rafforzare questo laboratorio politico per vincere. Verdi e Rifondazione non sono andati a votare al ballottaggio, i Comunisti Italiani hanno votato a destra, a Palagiano. Questa è una denuncia che grida vendetta, non si può trattare e maltrattare così l’elettorato, e soprattutto non si può essere delle banderuole. Abbiamo mandato in Consiglio provinciale dei galantuomini che non hanno mai fatto compromessi”. E’ poi la volta di Miccolis (“Qui ci saranno tre assessori, io, Carmine e Pinto. Lavoreremo per il nostro territorio, perché qui è nato il vento vincente del Partito Democratico. Abbiamo sconfitto questa destra nelle loro roccaforti, Mottola e Massafra, e ci riprenderemo questi Comuni”), Montemurro (“. Dedico questo successo a tutti quelli che soffrono e che non hanno voce, io sarò la voce di queste persone”), ed un breve saluto di Pinto. Conclude Michele Mazzarano, giunto in leggero ritardo per i preparativi del suo matrimonio. “Sembravamo più deboli del centro destra nella zona occidentale, che ha una sola amministrazione di centro sinistra, ed abbiamo fatto si che i cittadini valutassero non le promesse, ma le idee di cambiamento di questo territorio, che vuole una diversificazione dei fattori di sviluppo, territorio che può scrivere una pagina nuova della sua storia”. Tutti in sezione, in una processione che sa di antico: spumante, pasticci e pasticcini, sorrisi e canzoni, strette di mano, abbracci. Lo abbiamo ascoltato anche in questo comizio. Eminenti ed eminenze, prof compresa, si ostinano a parlare “della” PdL, mentre qualcuno osserva che, la concomitanza, ha la sua genesi a Palazzo GrazioSi, leggi Noemi, escort, scooter e velocipedi di varia natura. E, mentre Berlusconi ci informa che un imprenditore solido, con tante belle figliole, ha strada spianata per il letto di Putin, informiamo il PD che il sostantivo, in linea con il leader solido e il cielodurismo bossiano, si è mascolinizzato.
Giuseppe Favale