IL TEATRO VIENE A SCUOLA E PORTA “MEMORIA”

2 Febbraio 2014 0 Di Life

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Nell’ambito delle numerose attività e iniziative pensate in preparazione della “Giornata della memoria”, gli alunni dell’Istituto Comprensivo “ G. Rodari” hanno assistito, il 23 gennaio nell’auditorium ,fratelli “Asta”, del plesso “Rodari”, alla rappresentazione teatrale “ L’amico ritrovato”, messa in scena dall’ associazione culturale ” Malalingua” di Molfetta, avente come direttore artistico Marco Grosdi e direttore organizzativo Marianna Pinto.
Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore ebreo tedesco Fred Uhlman, racconta la storia di due amici e compagni di scuola: Hans Schwarz, un ragazzo ebreo di sedici anni, e Konradin Von Hohenfels, di nobile famiglia “ariana”. I due verranno divisi per sempre da un oceano quando Hans, al momento dell’entrata in vigore delle leggi razziali in Germania, partirà per l’America, ma il loro graduale allontanamento spirituale era iniziato già prima a causa dell’avvelenamento provocato nella società dal diffondersi dell’ideologia nazista, avvelenamento ben rappresentato dalla madre di Konradin che teme e odia gli ebrei.
Il dolore per il tradimento dell’amico accompagnerà Hans fino all’età adulta, ma un evento casuale gli consentirà, a distanza di molti anni, di “ritrovare” Konradin: un avviso spedito a tutti i vecchi alunni dal Liceo di Stoccarda che i due amici hanno frequentato insieme. La scuola si propone di realizzare un monumento in onore degli ex alunni caduti durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’elenco dei nomi allegato Hans trova, con stupore commosso, quello di Konradin,giustiziato perché coinvolto nel complotto organizzato per uccidere Hitler. Il ricongiungimento fisico ormai impossibile non impedirà a Hans di “ritrovarsi” con il suo amico.
La storia in scena è piaciuta ai bambini delle quinte della scuola Primaria e ai ragazzi della scuola Secondaria di Primo Grado che vi hanno partecipato tutti insieme(attività programmata nell’ambito del progetto continuità). Un paio di indizi indurrebbero a rispondere di sì: il silenzio quasi irreale (per i professori, soprattutto) che regnava durante lo spettacolo, primo importantissimo segno di interesse per ciò che si vede e si ascolta; seguito dal secondo, e non meno importante, segno (e indizio): il bisogno di porre domande e di esprimere il proprio pensiero su ciò che si sperimenta, per imparare a non essere mai solo semplici spettatori.
I docenti pienamente soddisfatti di tale iniziativa si sono riproposti, insieme al Dirigente Scolastico, di programmare in futuro altre iniziative legate al Teatro, una forma d’arte che affascina e promuove nei ragazzi la conoscenza di altre forme di linguaggio,un linguaggio interdisciplinare in grado di contenere dentro di sé la scrittura, il gesto, il movimento, il suono, l’immagine.
Tutti possiamo concordare, inoltre, sul valore culturale del teatro riconoscendo anche una sua peculiare capacità educativa e formativa.

La referente alla comunicazione

     Prof.ssa Scarcia Emma