Da Palagiano riparte l’azione di promozione e valorizzazione dell’agrumicoltura jonica
3 Febbraio 2014
Il Comune partecipa al progetto del Consorzio per la Tutela del
Marchio IGP Clementine del Golfo di Taranto
Riorganizzare il Consorzio per la tutela del Marchio IGP delle Clementine del Golfo di Taranto, promuovere l’oro di Palagiano e sostenere l’aggregazione e quindi la credibilità della produzione tipica del territorio anche sui mercati italiani ed esteri.
E’ quanto attraverso il bando della Misura 133 della Regione Puglia a cui ha partecipato il Consorzio Agrumicoltori Tarantini (CAT) il Comune di Palagiano intende fare garantendo parte della quota di compartecipazione pubblica ad un progetto che finalmente rilancia la vocazione territoriale e prova ad emanciparla dagli ambiti locali.
Il prodotto di Palagiano ha qualità elevatissime, standard produttivi di grande valore, ma finora ha dovuto competere sui mercati con le armi spuntate dell’eccessiva frammentazione dell’offerta e dell’assenza di azioni di marketing adeguate – scrive Vincenzo Nardelli, delegato all’Agricoltura per il Comune di Palagiano – l’obiettivo attraverso questo bando è di segnare una nuova strada di valorizzazione che veda il Comune coinvolto in maniera responsabile e partecipativa, con azioni reali e non di mera vetraina che vadano nella direzione di un sostegno reale a chi produce e lavora i campi.
Il Consorzio, dunque, anche grazie al sostegno del Comune si candida a diventare una vera e propria rete di imprese che oltre alla tutela possa fornire adeguati strumenti di lavoro.
Gli standard europei e nazionali ci chiedono innovazione, efficienza, dinamiche più rispondenti al mercato e per questo il Consorzio CAT si candida a diventare un network capace di aggregare ma anche distribuire vantaggi e agevolazioni – spiega Giuseppe Zileni, direttore del Consorzio di tutela delle Clementine – Penso ad agevolazioni fiscali, job-sharing o di maggiori facilitazioni per l’accesso al credito.
La Misura 133 predisposta dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, offre, dunque possibilità di fare il salto di qualità che merita il comparto agrumicolo della provincia di Taranto.
Come Comune intendiamo fare la nostra parte – sottolinea Nardelli – perché dopo la eco negativa ricaduta sui prodotti della provincia di Taranto è l’ora di tornare sui mercati con la credibilità e la stima dei consumatori e non è residuale l’impegno che dovremo mettere nelle azioni anche politiche di rilancio del settore, compreso quello della produzione di arance.
Una uniformità di intenti che vede il CAT e il Comune di Palagiano lavorare di pari passo.
Crediamo che questa vocazione possa essere anche un buon viatico per il turismo eno-gastronomico che interessa la Puglia – afferma Nardelli – e che dalle prossime stagioni coinvolgerà ancora più assiduamente gli agricoltori della nostra provincia anche tramite il progetto di Puglia Taste & Bike che privilegia itinerari rurali suggestivi dal punto di vista paesaggistico come ad esempio i nostri campi di agrumi in fiore o l’antica rete delle strade di campagna costellate di masserie fortificate e aziende agrituristiche di grande pregio e qualità.
Infine l’appello agli altri comuni del territorio.
Abbiamo il dovere di dare ossigeno ai nostri produttori in un periodo di congiunta nazionale e locale di difficile approccio – specifica Nardelli – invito pertanto anche gli altri comuni inseriti nell’area di tutela delle Clementine IGP a dare il loro contributo al progetto del Consorzio. Uno strumento di buona politica per dare risposte produttive e occupazionali ad un comparto che merita tutta l’attenzione possibile.
A parte il fatto che nella frase “compartecipazione pubblica ad un progetto che finalmente rilancia la vocazione territoriale e prova ad emanciparla dagli ambiti locali”, avrei visto meglio un ipotetico “rilanci” al posto dell’assertivo (senza nessuna garanzia) “rilancia” – ma convengo che potrebbe essersi trattato di banale incompetenza linguistica attribuibile a colui che lo avrebbe realmente stilato – a convincermi definitivamente del fatto che il documento contenga solo parole in libertà interviene quest’unica riflessione, di per sé bastante, innescata dalla pomposa e retorica definizione delle clementine in esso contenuta: “l’oro di Palagiano”.
Ora. Atteso che le clementine di Palagiano sarebbero equivalenti all’oro reale, saprebbero gli amministratori del nostro Comune portarmi anche un solo esempio nel quale sia dimostrato che l’oro, per esplicare pienamente i suoi reali poteri (artificialmente e direi fittiziamente estesi alle clementine), abbia avuto bisogno di: 1) agevolazioni fiscali, 2) job-sharing e 3) facilitazioni per l’accesso al credito?
Mimmo Forleo
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