IGP:Reale opportunit? di sviluppo per l?agricoltura tarantina?
26 Marzo 2004 delle produzioni nazionali lo si ? avuto esattamente nel 1963 quando ? stata varata la prima legge (il DPR 903)che disciplin? la produzione dei vini a Denominazione d?Origine alla quale segu? una nuova legge ,la 164 ,attualmente vigente.
Nello specifico ,per quanto riguarda il clementine,e in senso lato per quel che concerne
l?agrumicoltura tarantina ,la data fatidica rimarr? il 23 settembre 2003;data in cui ? stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell?Unione Europea il regolamento con l?ok al marchio
Igp ?Clementine del Golfo di Taranto?.
Al di l? dei tanti entusiasmi che tale riconoscimento ha provocato negli animi degli addetti
ai lavori ,che tanto si sono prodigati per il conseguimento di tale esito ,rimane pur sempre vero che l?aver ottenuto il marchio Igp non si possa considerare un traguardo quanto piuttosto una tappa e che la strada sia tutta in salita.
E? altrettanto vero che l?aver ottenuto il riconoscimento Igp comporta da parte dei produttori l?obbligo di attenersi anche al disciplinare che correda tale legislazione.
Il su menzionato disciplinare,definito ?di produzione?,prevede particolari procedure di coltivazione nonch? l?obbligo da parte dei produttori di sottoporsi a verifiche da parte dell?Organismo di certificazione tenuto pertanto ad effettuare controlli sui prodotti, analisi sui campioni prelevati nei campi e in fase di lavorazione ,prima della commercializzazione, oltre ad una rintracciabilit? in ogni stadio della filiera grazie ad una ?logistica dedicata?.
Si tratta delle principali operazioni che richiedono costi aggiuntivi al quanto significativi per il loro svolgimento e la loro esecuzione gravanti unicamente sulle gi? provate finanze dei produttori.Data la particolare situazione in cui versano i mercati generali,tendenti a perdere progressivamente potere all? interno della distribuzione alimentare,(attualmente si accontentano di un risicato 30% dell?intera distribuzione),e la difficolt?, per altro verso, nell? inserirsi nel ?giro? della grande distribuzione(leggasi ipermercati ),le perplessit? che attanagliano i produttori circa l?efficacia di tale progetto sembrano quanto mai legittime.
Con l? Igp il consumatore si dovrebbe sentire pi? tutelato.Si pu? considerare agevolmente un vero e proprio strumento a tutela del consumatore sulla genuinit? e la qualit? del clementine tanto da diventare nel linguaggio comune sinonimo di qualit?.
E? quindi meritevole e degno di nota il notevole sforzo espresso dai produttori per venire incontro alle esigenze dei consumatori sempre pi? attenti negli acquisti.
Accade spesso per? che questi ultimi frustrino tali encomiabili intenti, desistendo dalle loro consuete pretese,indulgendo nell?acquisto soprattutto di frutta esotica (leggasi banane) di cui molto spesso si ignora la provenienza e trattate nei paesi d?origine con pesticidi che provocano cecit? e tumori negli stessi operatori agricoli(lascio quindi immaginare i residui presenti in esse una volta sulle nostre tavole).
Alla luce di tali considerazioni viene spontanea la domanda :l?Igp ? una reale opportunit? di sviluppo per l?agricoltura tarantina ?
Nello specifico ,per quanto riguarda il clementine,e in senso lato per quel che concerne
l?agrumicoltura tarantina ,la data fatidica rimarr? il 23 settembre 2003;data in cui ? stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell?Unione Europea il regolamento con l?ok al marchio
Igp ?Clementine del Golfo di Taranto?.
Al di l? dei tanti entusiasmi che tale riconoscimento ha provocato negli animi degli addetti
ai lavori ,che tanto si sono prodigati per il conseguimento di tale esito ,rimane pur sempre vero che l?aver ottenuto il marchio Igp non si possa considerare un traguardo quanto piuttosto una tappa e che la strada sia tutta in salita.
E? altrettanto vero che l?aver ottenuto il riconoscimento Igp comporta da parte dei produttori l?obbligo di attenersi anche al disciplinare che correda tale legislazione.
Il su menzionato disciplinare,definito ?di produzione?,prevede particolari procedure di coltivazione nonch? l?obbligo da parte dei produttori di sottoporsi a verifiche da parte dell?Organismo di certificazione tenuto pertanto ad effettuare controlli sui prodotti, analisi sui campioni prelevati nei campi e in fase di lavorazione ,prima della commercializzazione, oltre ad una rintracciabilit? in ogni stadio della filiera grazie ad una ?logistica dedicata?.
Si tratta delle principali operazioni che richiedono costi aggiuntivi al quanto significativi per il loro svolgimento e la loro esecuzione gravanti unicamente sulle gi? provate finanze dei produttori.Data la particolare situazione in cui versano i mercati generali,tendenti a perdere progressivamente potere all? interno della distribuzione alimentare,(attualmente si accontentano di un risicato 30% dell?intera distribuzione),e la difficolt?, per altro verso, nell? inserirsi nel ?giro? della grande distribuzione(leggasi ipermercati ),le perplessit? che attanagliano i produttori circa l?efficacia di tale progetto sembrano quanto mai legittime.
Con l? Igp il consumatore si dovrebbe sentire pi? tutelato.Si pu? considerare agevolmente un vero e proprio strumento a tutela del consumatore sulla genuinit? e la qualit? del clementine tanto da diventare nel linguaggio comune sinonimo di qualit?.
E? quindi meritevole e degno di nota il notevole sforzo espresso dai produttori per venire incontro alle esigenze dei consumatori sempre pi? attenti negli acquisti.
Accade spesso per? che questi ultimi frustrino tali encomiabili intenti, desistendo dalle loro consuete pretese,indulgendo nell?acquisto soprattutto di frutta esotica (leggasi banane) di cui molto spesso si ignora la provenienza e trattate nei paesi d?origine con pesticidi che provocano cecit? e tumori negli stessi operatori agricoli(lascio quindi immaginare i residui presenti in esse una volta sulle nostre tavole).
Alla luce di tali considerazioni viene spontanea la domanda :l?Igp ? una reale opportunit? di sviluppo per l?agricoltura tarantina ?
Nunzio Granata