Nunzio Scalera risponde al Forum
22 Aprile 2004“, intendendo con essa la sua capacit? di porsi fra l'ISITUZIONE CHE GARANTISCE UN SERVIZIO, CHE EFFETTUA UN'OPERA DI BENEFICIO ALLA COLLETTIVITA' E IL CITTADINO STESSO.
In parole semplici la sua abilit?, secondo l'opinione pubblica palagianese, sarebbe stata quella di legittimarsi e quindi approprirsi di un merito, per un beneficio fatto ai palagianesi, che in realt? sarebbe spettato a qualcuno piu' “ALTO” di lei o piu' “POTENTE” di lei, perch? vero esecutore del servizio. Come risponde a questa opinione diffusa dei palagienesi?
Grazie e saluti.
G. Liverano
Gentile Sig. Liverano, rispondo con piacere alla domanda che mi ha rivolto:
Le dico subito che per me ? difficile credere che al gente si sia formata questa opinione sul mio operato di politico e di amministratore, non posso crederlo perch? sarebbe una opinione priva di logica. Tanto posso dire perch? conosco la gente di Palagiano; a me risulta che ? dotata di grande capacit? intellettuale e pertanto non pu? dare un tale giudizio. Ed a riprova di questa mia convinzione vi ? il fatto che Palagiano non ha mai cessato di far confluire sulla mia persona voti in abbondanza. Non dico eresie se ricordo che venivo eletto sempre riportando preferenze che spesso superavano i due terzi dei voti espressi alla lista di appartenenza.
Ho operato come politico ed in quella veste mi ? toccato anche di interessarmi per assicurare il lavoro ai giovani del tempo; ? chiaro che questo tipo di interessamento, mi portava a chiedere a chi ne aveva i poteri per farlo, ma le assicuro che alle persone interessate ho quasi sempre comunicato l?esito positivo. Per cui, i cittadini sapevano di aver risolto il loro problema grazie all?intervento del partito. Del mio operato ritengo di poter essere fiero, per aver concesso quello che ho potuto a tutti individualmente, senza distinzione tra appartenenze politiche. A nessuno ho fatto mai pesare o ricordato di avergli dato qualcosa. A volte gli amici di partito mi rimproveravano di favorire gli avversari politici piuttosto gli amici. Il mio ? stato un operare in modo imparziale cos? come credo debba essere l?operare di un sindaco.
Ho usato questo metodo anche per i casi che potevo risolvere direttamente ad esempio l?Italsider (oggi ILVA), perch?, per il ruolo che svolgevo all?ASL non avevo bisogno di terze persone.
Per me rimaneva di primaria importanza l?immagine del partito e mai della mia persona.
Ho operato come sindaco, quando i comuni non ricevevano finanziamenti a pioggia, quando i comuni non avevano i poteri impositivi come ICI ecc.. All?epoca le somme occorrenti bisognava chiederle attraverso la presentazione progetti realizzabili. All?epoca indicavano il comune di Palagiano come il migliore della provincia.
E? chiaro dunque, che tutto quello che veniva realizzato era frutto di costante interessamento personale GRAZIE ALLA FIDUCIA CHE I CONSIGLIERI COMUNALI MI ACCORDAVANO (al tempo il sindaco veniva eletto dai Consiglieri Comunali).
Le copiose concessioni edilizie rilasciate, non appartenevano alla volont? o potere di altri, ma, alla mia capacit? decisionale. Qualche avversario politico, credo pi? per incapacit? a saper interpretare le leggi urbanistiche che per cattiveria , mi portava a rispondere innanzi al giudice. Ne sono uscito sempre indenne e rafforzato nella giustezza del mio operato senza aver mai registrato alcuna condanna penale!
Spero di aver dato una risposta esauriente alla sua domanda, tuttavia se riterr? opportuno fare eventuali segnalazioni a fatti specifici, sar? lieto di fornirle le informazioni necessarie.
[pagebreak]
Ho letto con attenzione la sua intervista e ho apprezzato il grande valore storico-politico della galleria delle immagini.Nonostante lei si sia apparentemente ritirato dalla vita politica attiva sarei curioso di conoscere il pensiero di chi un tempo ha conosciuto i grandi leaders della politica italiana, per cui la domanda che intendo rivolgerle ? la seguente: Ritiene giusto equiparare il terrorismo scatenatosi a causa degli eventi bellici in Iraq, a quello che negli anni '60 e '70 insanguin? l'Italia e che culmin? con l'assassinio del Presidente della DC Aldo Moro, senza dimenticare gli ultimi due avvenimenti recenti e cio? la morte di D'Antona e Biagi?
Il terrorismo
La sua domanda tratta un problema di grande attualit? come il terrorismo.
Il terrorismo in quanto tale, ovunque si manifesti e qualunque sia la motivazione di base che lo porti a compiere atti di natura terroristica ? sempre un fatto negativo; perch? ? una sorta di degenerazione di ogni regola dei principi fondamentali su cui si basa una societ?; che sono i valori di democrazia e libert?. E deleterio, non costruisce, distrugge e perci? va condannato.
Nello specifico la domanda che mi si pone ? ?se ? giusto equiparare il fenomeno terroristico scaturito a causa degli eventi bellici in Iraq a quello che culmin? con l?assassinio di Moro in Italia e di recente con l?uccisione di D?Antona e Biagi.
Per me ogni fenomeno terroristico che si forma, ha una sua origine, una sua storia un suo obiettivo da raggiungere, perci? non sono del tutto equiparabili i fenomeni terroristici, se non nella sua barbara violenza .
Ogni fenomeno terroristico per me ha motivi differenti, spesso sono le tensioni sociali che possono alimentarlo. Ci sono casi in cui il terrorismo ? esportato e tende ad espandersi in molte Nazioni cos? come i fautori del terrorismo iracheno stanno tentando di fare e a volte riuscendoci .
Questo genere di terrorismo, a mio avviso, ? pi? una forma di banditismo che non ? possibile paragonarlo ai movimenti patriottici, perch? quelli nascevano per amore della patria, perci? va rigettata la tesi dei terroristi iracheni , secondo i quali loro lottano per cacciare gli americani perch? considerati solo degli invasori.
Quindi, nulla a che vedere con ci? che ? avvenuto in Italia, perch? quel fenomeno aveva una forte base ideologica, senza dubbio anch?esso perverso, ma pur sempre di matrice ideologica. Il terrorismo in Italia si prefiggeva di abbattere lo Stato, le Istituzioni, i principi costituzionali, il suo ordinamento democratico e la libert? conquistata; spesso le sue azioni hanno prodotto morti innocenti di inermi semplici cittadini.
[pagebreak]
Perch? secondo lei Palagiano non ha mai saputo esprimere un proprio parlamentare?
Lo scenario politico locale appare svuotato perch?? La sua ? una domanda intelligente, la classificherei importante perch? in grado di suscitare sentimenti nuovi, pur creandomi qualche difficolt? non pu? rimanere senza risposta.
Certamente la mia mancata elezione a consigliere regionale ? stata una delusione, anche perch? mancavano soltanto 37 voti ai 30.000 necessari per essere eletto.
Mi creda, la delusione pi? grande la ebbi proprio da Palagiano. In quel momento vidi cadere i progetti di crescita fatti per il nostro paese e consentitemi, anche per l?intera provincia di Taranto.
Conoscevo l?importanza della presenza nelle Istituzioni (in termini pi? volgari nella stanza dei bottoni) e cosa sarebbe significato portare i problemi del paese direttamente nei luoghi istituzionali, senza bisogno di mediazioni. Avrebbe significato una certezza per lo sviluppo economico e sociale di Palagiano e dell?intero collegio, sarebbe stato un motivo di apprezzamento e di orgoglio per tutto il paese, cos? come ? avvenuto per decenni a Martina Franca e a Castellaneta, che hanno visto dal dopoguerra un succedersi di Senatori, Deputati e di Consiglieri Regionali che attraverso l?azione politica hanno contribuito notevolmente alla crescita dei loro comuni. E? stato questo il sentimento che mi ha indotto a candidarmi in quella occasione al Consiglio Regionale.
La mia mancata elezione precluse altre opportunit? che non sarebbero mancate se fossi stato eletto.
Nel secondo punto della sua domanda, credo utile ricordare che Palagiano una sola volta ha avuto la possibilit? di avere un proprio cittadino nelle Istituzioni, come ho gi? detto per un pugno di voti non divenne realt?. Tuttavia, credo, che in quella campagna elettorale manc? una sana informazione in ordine ai benefici che ci sarebbero stati soprattutto a Palagiano, personalmente fui molto impegnato anche per tutta la provincia.
Prevalsero forse, non motivazioni politiche, ma sentimenti di invidia. Sono certo che se ai palagianesi venisse data una nuova opportunit?, non commetterebbero lo stesso errore ci metterebbero maggior impegno e non cadrebbero nell?inganno, perch? ritengo Palagiano all?altezza di altri Comuni della provincia e di essere in grado di tenere un proprio uomo investito di poteri decisionali.
Lei mi chiede se lo scenario politico appare svuotato e perch?.
Senza dubbio la risposta purtroppo e' si. La mancanza di un numero adeguato di persone disposte a fare politica vera, cio? essere disposti al sacrificio e all?attaccamento sincero verso il proprio paese, il non credere fino in fondo al proprio ideale crea a mio avviso un vuoto politico. Ed ancora , perch? chi si vuole affacciare a far politica in Palagiano ha davanti a se uno scenario negativo a causa dello svuotamento culturale e politico esistente nei partiti. I partiti non scommettono sui giovani; con molta superficialit? si sostiene che i giovani sono apatici, vanno alle ricerca di soluzioni che non ? l?avvicinarsi alla politica, perch? hanno un forte distacco dal modo di concepire la vita, i rapporti umani, civili e sociali.
Non credo a tutto ci?. Il giovane di oggi ? senza dubbio diverso da quello di ieri solo perch? dotato di una maggiore istruzione e vive sicuramente un migliore tenore di vita; per il resto ? lo stesso di sempre, teso alla ricerca del meglio. A mio avviso le negativit? che registriamo, sono da ricercare nelle scarse prospettive che la societ? di oggi offre ai giovani; la loro ? una perfetta solitudine.
Ritengo che un buon esame della propria coscienza ed una attenta politica mirata per i giovani possa far in loro riemergere quella voglia di attaccamento ai riferimenti culturali ed ideali che hanno caratterizzato le generazioni precedenti soltanto cos? potremmo colmare il vuoto!