www.amnesty.it: La Tortura.
18 Maggio 2004La lista delle tecniche di tortura usate oggi include non solo arcaici strumenti, come fruste, bastoni e chiodi, ma anche tecnologie moderne che si servono dell'elettricit?, metodi sofisticati di violenza psicologica e droghe che possono provocare panico, allucinazioni, spasmi muscolari e paralisi. Le vittime sono picchiate, bruciate, violentate, soffocate e soggette a finte esecuzioni.
Tra le vittime della tortura ci sono persone appartenenti a tutte le classi sociali, gruppi, e professioni. Criminali sospetti e detenuti politici possono essere torturati. Le donne spesso sono sottoposte a degradazioni sessuali dai loro torturatori di sesso maschile. In alcuni paesi anche dei bambini sono stati torturati o sono stati forzati ad assistere alla tortura dei loro genitori.
Nonostante la sua proibizione internazionale ed interna e nonostante gli sforzi compiuti per porvi fine da parte di Amnesty International e numerose altre organizzazioni, la tortura continua ad essere ampiamente diffusa. Nel 1996 Amnesty ha documentato casi di tortura in ben 124 paesi: le vittime sono migliaia di persone. Su questo tema cos? complesso segnaliamo tre aspetti che coinvolgono pi? da vicino paesi come il nostro appartenenti al cosiddetto Primo Mondo, e erroneamente percepiti come lontani dalla drammatica realt? della tortura. Nei nostri paesi industrializzati, in Italia, come in Germania, in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, i maltrattamenti, spesso di stampo razzista, stanno diventando sempre pi? banale quotidianit?. Uno studio del 1996 compiuto in Germania (per conto dei Ministeri degli Interni di 16 lander) ha mostrato come il problema degli abusi di polizia nei confronti degli stranieri ? qualcosa di pi? che 'solo qualche incidente isolato'.
Nel 1996 il Rapporto Annuale di Amnesty ha denunciato tra l'altro la pericolosa tendenza al rapido sviluppo tecnologico di nuovi equipaggiamenti di sicurezza in paesi industrializzati che, se messi nelle mani sbagliate, diventano strumenti per compiere violazioni dei diritti umani. Nella lista delle esportazioni il Dipartimento del Commercio statunitense prevede la categoria “strumenti progettati appositamente per la tortura”. Strumenti di fabbricazione occidentale (ma anche cinese e russa) per somministrare scosse elettriche, sono usati in paesi come la Grecia, l'Arabia Saudita, il Messico e la Turchia.
Ancora, vasta eco in Italia nel 1997 ha destato la pubblicazione di foto di militari italiani impegnati in una missione di pace in Somalia coinvolti in casi di torture e maltrattamenti verso la popolazione civile. Per prevenire Amnesty ha molte proposte: fin dal 1994 aveva elaborato un importante piano per il rispetto dei diritti umani nelle operazioni di mantenimento della pace, facendo riferimento alle operazioni avvenute o in corso non solo in Somalia, ma anche in Mozambico, in Angola, in Liberia e in altri paesi ancora.
Amnesty si oppone inoltre ai trattamenti crudeli, inumani e degradanti quali per esempio l'isolamento forzato, l'uso di catene alle caviglie in detenuti costretti ai lavori forzati, la privazione del sonno. Da gruppi di medici soci di Amnesty International sono nati alcuni centri internazionali di recupero psicologico e fisico di vittime della tortura.
Articolo tratto da www.amnesty.it