? Amate la terra?” di Nunzio Granata.
24 Maggio 2004 Questo , infatti,dovrebbe essere lo spirito che dovrebbe informare la vita tutta di ogni singolo agricoltore. Amore ,quindi ,per un bene cos? prezioso ma soprattutto conoscenza perfetta di essa. E? opportuno, perci?, che l? agricoltore sviluppi le necessarie conoscenze che gli consentano di appropriarsi di tutte le nozioni concernenti l? insieme di propriet? che caratterizzano un terreno e ne determinano le qualit? e i difetti. Risulta evidente ,pertanto, che la conoscenza delle caratteristiche fisiche, chimiche,e biologiche,il cui insieme indissolubile determina la fertilit? stessa del suolo, ? strumento indispensabile perch? l? agricoltore possa intervenire per migliorarla ,lavorarla e coltivarla .Partendo dalla ben nota nozione che la fertilit? potenziale di un terreno ? determinata dal modo in cui i suoi componenti sono disposti gli uni in rapporto con gli altri, gli interventi che ogni agricoltore dovrebbe operare sul proprio terreno dovrebbero essere effettuati nel rispetto della particolare situazione strutturale del suolo stesso . Perch? un terreno possa essere definito ? completo? ? necessario che esso abbia una buona coesione (o compattezza ),una buona porosit? ( capacit? di assorbimento dell? acqua ), una buona capillarit? ( assorbimento delle acque del sottosuolo insieme agli elementi nutritivi) una buona permeabilit? (circolazione dell?aria e dell?acqua ) e infine una buona capacit? di riscaldarsi e di resistere , quindi ,al raffreddamento. Non ? raro infatti che, venendo a mancare uno dei quattro fondamentali componenti (sabbia, calcare, argilla, humus), o ancora pi? frequente ,l? eccessiva sovrabbondanza di uno di essi , la terra stessa si ?destrutturi? . Pertanto nel caso di eccesso di argilla si avranno terre troppo ?pesanti?,nel caso di eccesso di sabbia terre troppo ?leggere?,nel caso di eccesso di calcare terre troppo alcaline, nel caso di eccesso di humus terre troppo acide .Queste due ultime propriet? , l?alcalinit? e l? acidit? , ci introducono a nozioni inerenti le caratteristiche chimiche del terreno ovvero al suo potenziale di acidit? (H) o alcalinit? (OH),detto pi? comunemente PH. E? pacifico ,infatti, che la reazione chimica del terreno (PH) ottimale tra 6,5 e 7,3, la temperatura e il grado di umidit? influenzano notevolmente i processi ,ad esempio, di ammonizzazione e di nitrificazione dell? azoto organico ed ammoniacale ad opera dei microrganismi. Ne consegue che venendo a mancare, in siffatte situazioni, i necessari apporti di humus (la terra perde ogni anno il 2% della sua riserva , che bisogna pertanto reintegrare) o il calcare (decalcarificazione del suolo per effetto delle piogge e delle acque di infiltrazione che trasportano il calore in profondit?) si possono avere terreni con ingentissime riserve di sostanze organiche ed azotate e tuttavia inetti ad alimentare le colture. Si pu? pertanto ,a ragione , considerare il terreno dotato di una sua vita incredibilmente intensa grazie ai microrganismi in essa presenti , fautori oltre che della vita anche della fertilit? del terreno stesso.
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A difesa delle propriet? biologiche del terreno ? di capitale importanza favorire lo sviluppo di tali forme di vita. Quindi, risulta evidente che ? imprescindibile, dall?operare azioni mirate a non sconvolgere pericolosamente tale equilibrio, l? appropriarsi di una conoscenza ,seppure superficiale, com ?? lo spirito di questo articolo, atta a fornire un tangibile aiuto agli operatori del settore perch? possano realizzare un agricoltura meno indotta e pi? naturale. L?esame della flora spontanea,ad esempio, pur approssimativo ,pu? fornire gi? delle utili indicazioni per potere individuare la natura del terreno .In terreni pesanti e argillosi vegetano specie come il ranuncolo, la cicoria selvatica ,il loglio perenne; in terreni leggeri e silicei il rafano selvatico,la ginestra ,la gramigna,la felce ,l? erica; in terreni calcarei il papavero, i fiordaliso,la camomilla,la salvia ;in terreni ricchi di humus l?acetosa ,l? erica ,la felce, il ranuncolo. Ancora pi? sicura risulta la? sensazione visiva e tattile?,come il colore del terreno,il suo aspetto, la sua consistenza. Infatti i terreni pesanti e argillosi lavorati si presentano lucenti, malleabili ,fangosi sotto l?azione dell? acqua. I terreni leggeri e silicei lavorati si caratterizzano per la loro opacit?, la loro scarsa consistenza, infatti si lascia attraversare dall?acqua senza trattenerla,e d? estate si inaridisce molto rapidamente. I terreni alcalini hanno un colore chiaro, quando piove la terra ? appiccicosa e in estate si inaridisce e si fessura,non ? raro che porti l?ingiallimento delle foglie e l?aceto vi produce delle bolle (effervescenza ). I terreni ricchi di humus si presentano di colore molto scuro e a struttura molto sottile, assorbono l?acqua e sono facili da lavorare. Acquisita una conoscenza perfetta del proprio terreno risulta, quindi,relativamente agevole apportare gli interventi necessari per migliorarlo sia dal punto di vista fisico che da quello meccanico,senza dimenticare che, se la dottrina e la pratica della restituzione della fertilit? perduta al terreno, per scarsa o mancata restituzione, sono indiscutibili, esse devono pur sempre rispondere ad un criterio di convenienza economica a cui gli agricoltori non possono pi? esimersi.
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A difesa delle propriet? biologiche del terreno ? di capitale importanza favorire lo sviluppo di tali forme di vita. Quindi, risulta evidente che ? imprescindibile, dall?operare azioni mirate a non sconvolgere pericolosamente tale equilibrio, l? appropriarsi di una conoscenza ,seppure superficiale, com ?? lo spirito di questo articolo, atta a fornire un tangibile aiuto agli operatori del settore perch? possano realizzare un agricoltura meno indotta e pi? naturale. L?esame della flora spontanea,ad esempio, pur approssimativo ,pu? fornire gi? delle utili indicazioni per potere individuare la natura del terreno .In terreni pesanti e argillosi vegetano specie come il ranuncolo, la cicoria selvatica ,il loglio perenne; in terreni leggeri e silicei il rafano selvatico,la ginestra ,la gramigna,la felce ,l? erica; in terreni calcarei il papavero, i fiordaliso,la camomilla,la salvia ;in terreni ricchi di humus l?acetosa ,l? erica ,la felce, il ranuncolo. Ancora pi? sicura risulta la? sensazione visiva e tattile?,come il colore del terreno,il suo aspetto, la sua consistenza. Infatti i terreni pesanti e argillosi lavorati si presentano lucenti, malleabili ,fangosi sotto l?azione dell? acqua. I terreni leggeri e silicei lavorati si caratterizzano per la loro opacit?, la loro scarsa consistenza, infatti si lascia attraversare dall?acqua senza trattenerla,e d? estate si inaridisce molto rapidamente. I terreni alcalini hanno un colore chiaro, quando piove la terra ? appiccicosa e in estate si inaridisce e si fessura,non ? raro che porti l?ingiallimento delle foglie e l?aceto vi produce delle bolle (effervescenza ). I terreni ricchi di humus si presentano di colore molto scuro e a struttura molto sottile, assorbono l?acqua e sono facili da lavorare. Acquisita una conoscenza perfetta del proprio terreno risulta, quindi,relativamente agevole apportare gli interventi necessari per migliorarlo sia dal punto di vista fisico che da quello meccanico,senza dimenticare che, se la dottrina e la pratica della restituzione della fertilit? perduta al terreno, per scarsa o mancata restituzione, sono indiscutibili, esse devono pur sempre rispondere ad un criterio di convenienza economica a cui gli agricoltori non possono pi? esimersi.