Il manifesto degli scienziati razzisti e le leggi sulla razza italiana. A cura di A. De Blasi.
24 Gennaio 2005ITALIA: IL MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI RAZZISTI
14 – 25 LUGLIO 1938 Il Manifesto degli scienziati razzisti venne pubblicato sul Giornale d'Italia il 14 luglio 1938; il 25 luglio 1938 il P.N.F., attraverso il suo segretario, se ne ? assunta la paternit?, indicando gli “scienziati” che hanno aderito al documento redatto dal Ministro della Cultura popolare, su indicazioni precise del Duce, come concordano ormai la maggioranza degli storici. (Vedi sotto il comunicato apparso sulla Gazzetta del Popolo il 26 luglio 1938)
1.
Le razze umane esistono. La esistenza delle razze umane non ? gi? una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realt? fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realt? ? rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esitono razze umane differenti.
2.
Esistono grandi razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali ? una verit? evidente.
Foto 1. Manifesto contro i fascisti complici del genocidio.
3.
Il concetto di razza ? concetto puramente biologico. Esso quindi ? basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Per? alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non ? solo perch? essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perch? la costituzione razziale di questi popoli ? diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4.
La popolazione dell'Italia attuale ? nella maggioranza di origine ariana e la sua civilt? ariana. Questa popolazione a civilt? ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco ? rimasto della civilt? delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
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5.
? una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ci? deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale ? variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi ? la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.
6.
Esiste ormai una pura “razza italiana”. Questo enunciato non ? basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue ? il pi? grande titolo di nobilt? della Nazione italiana.
Foto 2. Locandina che indica i luoghi e gli impieghi vietati dall? Italia agli Ebrei.
7.
? tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia ? in fondo del razzismo. Frequentissimo ? stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire per? introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilit?.
8.
? necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dal'altra. Sono perci? da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
Foto 3. Ordinanza di coprifuoco.
9.
Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale ? rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempe rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si ? mai assimilata in Italia perch? essa ? costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
10.
I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L'unione ? ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civilt? diversa dalla millenaria civilt? degli ariani.
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La razza italiana
Roma, 25 luglio 1938, notte.
Il ministro Segretario del Partito ha ricevuto un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle Universit? italiane, che hanno sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare redatto o aderito alle proposizioni che fissano la base del razzismo fascista. Erano presenti i fascisti dott. Lino Businco, assistente di patologia generale nell'Universit? di Roma, prof. Lidio Cipriani, incaricato di antropologia nell'Universit? di Firenze direttore del Museo Nazionale di antropologia ed etnologia di Firenze, prof. Arturo Donaggio, direttore della clinica neuropsichiatrica dell'Universit? di Bologna, presidente della Societ? italiana di psichiatria, dott. Leone Franz?, assistente nella clinica pediatrica dell'Universit? di Milano, prof. Guido Landra, assistente di antropologia nell'Universit? di Roma, sen. Nicola Pende, direttore dell'Istituto di patologia speciale medica dell'Universit? di Roma, dott. Marcello Ricci, assistente di zoologia all'Universit? di Roma, prof. Franco Savorgnan, ordinario di demografia nell'Universit? di Roma, presidente dell'Istituto centrale di statistica, on. prof. Sabato Visco, direttore dell'Istituto di fisiologia generale dell'Universit? di Roma e direttore dell'Istituto nazionale di biologia presso il Consiglio nazionale delle ricerche, prof. Edoardo Zavattari, direttore dell'Istituto di zoologia dell'Universit? di Roma.
Alla riunione ha partecipato il ministro della Cultura Popolare.
Il Segretario del Partito, mentre ha elogiato la precisione e la concisione delle tesi ha ricordato che il Fascismo fa da sedici anni praticamente una politica razzista che consiste, attraverso l'azione delle istituzioni del Regime, nel realizzare un continuo miglioramento quantitativo e qualitativo della razza. Il Segretario del Partito ha soggiunto che il Duce parecchie volte, nei suoi scritti e discorsi, ha accennato alla razza italiana quale appartenente al gruppo cosiddetto degli indo-europei.
Anche in questo campo il Regime ha seguito il suo indirizzo fondamentale: prima l'azione, poi la formulazione dottrinaria la quale non deve essere considerata accademica cio? fine a se stessa, ma come determinante un'ulteriore precisazione politica. Con la creazione dell'Impero la razza italiana ? venuta in contatto con altre razze, deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione. Leggi ?razziste? in tale senso sono gi? state elaborate e applicate con fascistica energia nei territori dell'Impero.
Quanto agli ebrei, essi si considerano da millenni, dovunque e anche in Italia, come una ?razza? diversa e superiore alle altre, ed ? notorio che nonostante la politica tollerante del Regime gli ebrei hanno, in ogni Nazione, costituito – coi loro uomini e coi loro mezzi – lo stato maggiore dell'antifascismo.
Il Segretario del Partito ha infine annunciato che l'attivit? principale degli Istituti di cultura fascista nel prossimo anno XVII sar? l'elaborazione e diffusione dei principi fascisti in tema di razza, principi che hanno gi? sollevato tanto interesse in Italia e nel mondo.
A cura di Antonello De Blasi.
Fonte: Pixem.