Agricoltura e… agricoltori
8 Settembre 2005Non ci aspettavamo certo elogi ma siamo fedeli al motto ? Molto odio molto onore ?
La fanta-agricoltura ? quella del decreto Alemanno relativo al sostegno contro le crisi di mercato equiparandole alle calamit? naturali, bocciato circa un mese f? da Bruxelles.
Altro esempio sono gli annunci propagandistici vedi i 90milioni di euro promessi un anno fa per l?uva da tavola mai erogati.
Il neo Partito della Terra ? ben lieto di rispondere all?anonimo interlocutore, preferirebbe per? gli incontri diretti con la categoria, dove immagino lei sia stato assente, sebbene diretto interessato.
Cogliamo l?occasione per rispondere su un singolo argomento, riservandoci di trattare gli altri in sede pi? appropriata.
Il problema oggi non ? solo il pagamento dei contributi dovuti per legge, sebbene esosi ed accertati in maniera illegale, ma soprattutto il prezzo di realizzo dei nostri prodotti che non ci consente di continuare a stare sul mercato.
Le aziende che hanno comunque versato regolarmente i contributi sono quelle con colture a basso impiego di mano d?opera per ettaro, vedi agrumeti, seminativi, oliveti; ovvero quelle culture che favoriscono i padroni e non portano sviluppo alla massa operaia.
Infatti un ettaro di vigneto ha bisogno di non meno di cento giornate lavorative a differenza dell?agrumeto che ne richiede pi? o meno una decina, a confronto del seminativo dove ne occorrono quattro.
Chiaramente le predette aziende non avevano interesse nel rischiare di subire il pignoramento delle propriet? non pagando e lottando quindi per i diritti.
Nessuno vieta a chi ha pagato i contributi, in presenza di una eventuale sanatoria, di chiedere il rimborso.
Distinti saluti.
La fanta-agricoltura ? quella del decreto Alemanno relativo al sostegno contro le crisi di mercato equiparandole alle calamit? naturali, bocciato circa un mese f? da Bruxelles.
Altro esempio sono gli annunci propagandistici vedi i 90milioni di euro promessi un anno fa per l?uva da tavola mai erogati.
Il neo Partito della Terra ? ben lieto di rispondere all?anonimo interlocutore, preferirebbe per? gli incontri diretti con la categoria, dove immagino lei sia stato assente, sebbene diretto interessato.
Cogliamo l?occasione per rispondere su un singolo argomento, riservandoci di trattare gli altri in sede pi? appropriata.
Il problema oggi non ? solo il pagamento dei contributi dovuti per legge, sebbene esosi ed accertati in maniera illegale, ma soprattutto il prezzo di realizzo dei nostri prodotti che non ci consente di continuare a stare sul mercato.
Le aziende che hanno comunque versato regolarmente i contributi sono quelle con colture a basso impiego di mano d?opera per ettaro, vedi agrumeti, seminativi, oliveti; ovvero quelle culture che favoriscono i padroni e non portano sviluppo alla massa operaia.
Infatti un ettaro di vigneto ha bisogno di non meno di cento giornate lavorative a differenza dell?agrumeto che ne richiede pi? o meno una decina, a confronto del seminativo dove ne occorrono quattro.
Chiaramente le predette aziende non avevano interesse nel rischiare di subire il pignoramento delle propriet? non pagando e lottando quindi per i diritti.
Nessuno vieta a chi ha pagato i contributi, in presenza di una eventuale sanatoria, di chiedere il rimborso.
Distinti saluti.