Scriviamolo…insieme
18 Ottobre 2005< >, chiese la donna.
L'uomo, visibilmente sorpreso, non riusc? a pronunciare parola. Avrebbe voluto dirle che era stanco e che erano giorni che camminava senza sosta, ma anche che si scusava dello stato penoso in cui versava.
Avrebbe voluto altres? chiedere alla donna chi fosse mai, per cercare di sapere chi fosse lui stesso.
La sua mente ormai non gli restituiva pi? nessun ricordo, ma la vista di quell'orologio gli aveva provocato una folgorazione.
La donna prov? tenerezza per l'uomo e, senza null'altro chiedergli, lo prese e lo fece accomodare sulla poltrona di fianco al guidatore.
L'auto ripart? a forte velocit?.
L'uomo, visibilmente sorpreso, non riusc? a pronunciare parola. Avrebbe voluto dirle che era stanco e che erano giorni che camminava senza sosta, ma anche che si scusava dello stato penoso in cui versava.
Avrebbe voluto altres? chiedere alla donna chi fosse mai, per cercare di sapere chi fosse lui stesso.
La sua mente ormai non gli restituiva pi? nessun ricordo, ma la vista di quell'orologio gli aveva provocato una folgorazione.
La donna prov? tenerezza per l'uomo e, senza null'altro chiedergli, lo prese e lo fece accomodare sulla poltrona di fianco al guidatore.
L'auto ripart? a forte velocit?.
Boris:
Guardandosi intorno, sprofondato nell?ampio sedile di soffice pelle chiara, scopr? che anche altri particolari risvegliavano in lui dei bagliori di memoria.
Quell?accendisigari col brillante in testa, le lucine e le lancette sul cruscotto (di cui ignorava comunque il reale significato), l?odore acre di sigaro misto ad un profumo femminile, ?e poi uno scomparto sulle sue gambe, da cui spiava quella che sembrava la canna di una pistola.
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E questo pensiero gli port? spontaneamente la mano sulla nuca, dove avvertiva uno strano malessere.
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La mano macchiata di un rosso porpora fu l'ultima immagine…,
il colpo lo travolse duramente, un sonno profondo lo avvolse suo malgrado.
Si risveglio' sotto i gradini di una casa con le pareti impregnati di umido ,
in un vicolo di fronte ad una Chiesa scarsamente illuminata da lampioni gialli che contribuivano a rendere l'ambiente lugubre ed angosciante.
La testa continuava a far scorrere il suo sangue…
il dolore sordo, veniva sostituito dallo sforzo del ricordo….
Chi era l'uomo che lo aveva colpito in macchina?
Un cane bianco di mezza taglia, con le orecchie rizzate a meta', lo guardava, lo fissava… amorevolmente ,
continuando a sperare in qualcosa da mettere sotto i denti.
Francesco doveva reagire.
Accarezzo' l'animale mentre, appogiandosi al primo gradino, riusci d'un colpo, a tenersi dritto in piedi.
Fu' in quell'istante che noto' un gruppo di ragazzini che immobili, lo fissavano…
erano li', attenti a tenere una debita distanza di circa 15 metri ….
<<Dove siamo?>>, chiese, cercando di non spaventarli... Rispose immediatamente il ragazzotto che aveva tutte le caratteristiche del Capogruppo:
<<E' la Chiesa di San Rocco quella che vedi.... siamo a Palagiano…!!>> ….
…fu proprio in quel momento che a Francesco tornarono in mente tanti ricordi…palagiano, la chiesa di san rocco, quei ragazzini che tanto gli ricordavano il suo gruppo con cui era solito trascorrere intere serate durante la sua gioventu'…ma mentre il suoi ricordi affioravano alla mente ecco che all improvviso in lontananza vide un ombra che con passo felpato si dirigeva verso di lui, l uomo fu preso da un tale spavento come se avesse visto un fantasma…