Viaggio nel passato: dolmen, menhir e specchie a Palagiano.
14 Dicembre 2005Nell?ultima occasione abbiamo dato cenno delle tracce sparse di frequentazione della zona nel Paleolitico, quando l?uomo utilizzava il Riparo Manisi nella gravina di Palagianello.
Del Neolitico numerose evidenze archeologiche, alcune delle quali studiate in modo sistematico, raccontano l?economia e gli usi delle genti che abitavano la Puglia nel II millennio a.C.
Si tratta, per lo pi?, delle varie aree dolmeniche che si concentrano nell?area di Masseria del Porto, al confine tra i territori di Castellaneta e Gioia del Colle e costituite da dolmen di vario tipo in uso dal II fino al I millennio.
La necropoli dolmenica continu? ad essere usata anche nell?et? del Ferro, nel corso del I millennio, anche quando si stanziarono in Puglia le genti apule, che nella zona centrale della regione presero il nome di Peuceti.
Con loro il quadro insediativo divenne pi? chiaro rispetto alla fase precedente: mentre dell?et? del Bronzo si conservano quasi esclusivamente le necropoli dolmeniche, sono stati riconosciuti resti di veri e propri abitati con carattere urbano relativi a questa nuova fase.
I dolmen, insieme ai menhir ed alle specchie, caratterizzarono i primi manufatti dal II fino al I millennio a.C.
Essi sono noti come monumenti megalitici.
Sono queste opere di pietra le prime che l?autoctono della Puglia seppe costruire per se in tempi remotissimi per esprimere i suoi sentimenti, la sua religiosit?, la sua capacit? creativa, il suo stato di emancipazione.
Le radici di questa cultura toccano l?uomo primitivo in qualit? di abile maneggiatore non pi? dell?amigdala come arma di caccia e di difesa, ma anche come ingegnoso costruttore di opere abbastanza complesse.
In Puglia, a parere degli studiosi, sembra che l?uso delle specchie sia stato introdotto da immigrati partiti dalla zona media dell? Europa, meglio concretizzabile nell? interno dell?Istria e dell? Illiria, al di l? del Carnaro, molto prima del secondo millennio a.C.
In localit? vicine a noi, fra i tanti resti di queste opere litiche, tracce di dolmen sono state trovate nel territorio di Castellaneta e di Massafra, dei menhir a Mottola, a Castellaneta ed a Massafra, delle specchie non solo nelle campagne delle citate cittadine, ma un po? su tutto il Salento, e anche per un sol caso a Palagiano.
Non esistono nel territorio di Palagiano strutture dolmeniche, tuttavia abbiamo traccia di due altre tipologie di manufatto megalitico: menhir e specchie.
Oggi mi occuper? di Palagiano e del suo menhir, la prossima volta tenter? di affrontare l?argomento delle specchie.
Il menhir a Palagiano si trova in Contrada San Marco dei Lupini, da cui il nome menhir di San Marco.
Dal bretone antico ?men?= pietra ed ?hir?=luogo, il menhir ? uno dei pi? comuni monumenti megalitici.
I menhir sono blocchi di pietra aventi forma allungata e infissi perpendicolarmente nel terreno.
Hanno dimensioni variabili, ma in genere non oltrepassano l?altezza di 5 metri.
Anche la forma ? variabile: a cilindro, ad obelisco, a prisma, irregolare.
Talora i menhir si trovano a gruppi, disposti con ordine su una o pi? linee, detti allineamenti; pi? spesso per? si incontrano isolati (come nel caso del menhir di San Marco a Palagiano).
Assai discussa ? la funzione dei menhir nella civilt? primitiva.
Alcuni li interpretano come simboli religiosi o rozzi idoli, altri suppongono si tratti di segni di confine, altri di sepolture, infine altri ancora ritengono siano una specie di monumenti commemorativi di qualche fatto segnalato.
E? probabile che adempissero la funzione di simbolo in genere riferito caso per caso ad un evento importante, a una tomba ivi esistente, ad un luogo di adunanze culturali e, forse, anche elevato a segno immediato della divinit?.
Come sostiene il Casavola (Cenni Geologici sul Cozzo di Marziotta a Palagiano), fra l?Et? del Bronzo e l?Et? del Ferro, il territorio di Palagiano fu abitato dalle sue prime civilt? proprio nelle zone di San Marco dei Lupini (menhir) e di Marziotta (cozzo).
Furono queste le due aree dell?intero territorio palagianese ad ospitare i primi popoli nostri antenati ed a custodirne i primi segni, le prime tracce, i primi reperti che sono arrivati sino a noi, regalandoci memoria della loro presenza e del proprio passaggio.
Della civilt? che abit? San Marco dei Lupini ci rimane testimonianza per mezzo del citato menhir.
Tuttavia, della contrada di San Marco dei Lupini torner? a parlare ancora quando, durante il nostro viaggio nella storia di Palagiano, ci avvicineremo di pi? al periodo gallo-romano e racconter?, nell?occasione, la misteriosa storia della cripta-pozzo di San Marco.
Del Cozzo di Marziotta, invece, mi occuper? gi? la prossima volta, quando cio? proveremo a saperne di pi? sulle specchie.
A cura di Antonello De Blasi.