Il custode dell’ equilibrio
8 Maggio 2006Questa e' la storia,con alcune eccezioni, dei cinquantotto anni che ci separano dalla Costituzione.
I migliori Presidenti hanno tenuto il Quirinale al riparo dalle lotte di partito esercitando con rigore i poteri loro attribuiti.
Luigi Einaudi,da buon economista ,rinvio' piu' volte le leggi senza copertura ;Giuseppe Saragat, da socialista occidentale,garanti' la fedelta' alle alleanze internazionali; e Francesco Cossiga esercito' il garantismo giudiziario fino al braccio di ferro con il consiglio superiore della magistratura.
Ma c'e' un'altra funzione, ben piu' difficile e importante di quelle iscritte nell articolo 87 della Costituzione, che i presidenti dovrebbero sempre assolvere.
Esprimere l'unita' nazionale, raccogliere il consenso della politica al di la' delle divisioni partitiche, e suscitare la fiducia della popolazione.
Sono queste le funzioni che sopratutto qualificano il rapporto tra il sentimento popolare e il supremo magistrato della Repubblica, rapporto che dovrebbe attraversare i gruppi politici,i ceti sociali,le classi economiche e le apparenze ideali.
Non v'e' dubbio che proprio su questo terreno si e' caratterizzato Carlo Azeglio Ciampi,il quale ha ben superato una stagione contrastata garantendo una tranquilla alternanza tra coalizioni contrapposte. Il bilancio positivo del settennato che finisce in questi giorni riguarda un presidente che non ha interferito nella lotta politica e non ha abusato delle sue prerogative costituzionali, mentre garantiva l'equilibrio tra centrodestra e centrosinistra rafforzando l'unita' e identita' nazionale.
Carlo Azeglio Ciampi ha cosi' consegnato al paese un patrimonio ideale, politico e umano che oggi non puo' essere ribaltato ed interrotto. Infatti sul tappeto , proposta dai democratici di sinistra, v'e' la candidatura di Massimo D'Alema che pero' si configurerebbe come una figura presidenziale ben lontana dal modello Ciampi,cioe' da quel presidente di cui ha bisogno il Paese.
Se e' vero che il successo popolare dell' attuale capo dello Stato si deve alla sua prassi super partes, altrettanto evidente e' la caratteristica del leader diessino ,cosi' intrinseca alla storia partigiana del partito post-comunista,ragione per cui oggi arriverebbe,al Quirinale in virtu' di un negoziato del centrosinistra.Non mancano altre personalita' , anche nel quadro del centrosinistra , che possono meglio rappresentare l'unita' nazionale,la distanza dalla politica partigiana e la speranza di riunificazione del Paese.
Spetta alle forze politiche , innanzitutto al centrosinistra che per pochi voti guida il paese, indicare quella candidatura in possesso di un potere carismatico tale da raccogliere la fiducia di un popolo sfiduciato e suscitare rispetto in tutti i settori di una classe dirigente che troppo a lungo si e' combattuta perdendo di vista l'interesse generale del paese.
I migliori Presidenti hanno tenuto il Quirinale al riparo dalle lotte di partito esercitando con rigore i poteri loro attribuiti.
Luigi Einaudi,da buon economista ,rinvio' piu' volte le leggi senza copertura ;Giuseppe Saragat, da socialista occidentale,garanti' la fedelta' alle alleanze internazionali; e Francesco Cossiga esercito' il garantismo giudiziario fino al braccio di ferro con il consiglio superiore della magistratura.
Ma c'e' un'altra funzione, ben piu' difficile e importante di quelle iscritte nell articolo 87 della Costituzione, che i presidenti dovrebbero sempre assolvere.
Esprimere l'unita' nazionale, raccogliere il consenso della politica al di la' delle divisioni partitiche, e suscitare la fiducia della popolazione.
Sono queste le funzioni che sopratutto qualificano il rapporto tra il sentimento popolare e il supremo magistrato della Repubblica, rapporto che dovrebbe attraversare i gruppi politici,i ceti sociali,le classi economiche e le apparenze ideali.
Non v'e' dubbio che proprio su questo terreno si e' caratterizzato Carlo Azeglio Ciampi,il quale ha ben superato una stagione contrastata garantendo una tranquilla alternanza tra coalizioni contrapposte. Il bilancio positivo del settennato che finisce in questi giorni riguarda un presidente che non ha interferito nella lotta politica e non ha abusato delle sue prerogative costituzionali, mentre garantiva l'equilibrio tra centrodestra e centrosinistra rafforzando l'unita' e identita' nazionale.
Carlo Azeglio Ciampi ha cosi' consegnato al paese un patrimonio ideale, politico e umano che oggi non puo' essere ribaltato ed interrotto. Infatti sul tappeto , proposta dai democratici di sinistra, v'e' la candidatura di Massimo D'Alema che pero' si configurerebbe come una figura presidenziale ben lontana dal modello Ciampi,cioe' da quel presidente di cui ha bisogno il Paese.
Se e' vero che il successo popolare dell' attuale capo dello Stato si deve alla sua prassi super partes, altrettanto evidente e' la caratteristica del leader diessino ,cosi' intrinseca alla storia partigiana del partito post-comunista,ragione per cui oggi arriverebbe,al Quirinale in virtu' di un negoziato del centrosinistra.Non mancano altre personalita' , anche nel quadro del centrosinistra , che possono meglio rappresentare l'unita' nazionale,la distanza dalla politica partigiana e la speranza di riunificazione del Paese.
Spetta alle forze politiche , innanzitutto al centrosinistra che per pochi voti guida il paese, indicare quella candidatura in possesso di un potere carismatico tale da raccogliere la fiducia di un popolo sfiduciato e suscitare rispetto in tutti i settori di una classe dirigente che troppo a lungo si e' combattuta perdendo di vista l'interesse generale del paese.
Massimo Teodori da il giornale de 4/maggio/2006
Forza Italia Palagiano
ufficio comunicazioni esterne