Giampiero Mughini ringrazia la “Triade”
13 Maggio 2006 Ora Luciano Moggi non ? uno stinco di santo, come non lo era Craxi e certo non lo ? Giulio Andreotti, uno che in nome del realismo politico non aveva alcuna difficolt? a trovarsi faccia a faccia con i pi? ragionevoli dei capi mafiosi siciliani.
Solo che, come esattamente nel caso del Psi craxiano, la storia non si pu? tagliare a fette, da una parte le fette buone e dall?altra le fette cattive.Cos? come i successi del Psi craxiano sono inscindibili dalla spregiudicatezza con cui Craxi prelevava tangenti dal mondo imprenditoriale, la squadra bianconera e il suo allenatore, cui John Elkann ha portato la sua solidariet? domenica, non sono minimamente disgiungibili dal lavoro fatto da Moggi e da Antonio Giraudo.
Non una virgola di quella storia ? esente dal marchio della Triade.
Dalla scelta di Marcello Lippi come allenatore della riscossa del 1994 al fulmineo acquisto di Fabio Capello due anni fa, e da quel giorno la Juve ? sempre stata in testa al torneo italiano.
Moggi al telefono bestemmia e vanta il suo strapotere politico, e non so quanto questo strapotere sia andato oltre i limiti quando c?era di mezzo la societ? di procuratori del figlio, ma senza quello strapotere non sarebbe probabilmente arrivato alla Juve Fabio Cannavaro, per dire di un grande campione che l?Inter teneva chiuso nello sgabuzzino.
Per quanto mi riguarda non rinnego di una virgola quello che ho scritto di Lucianone Moggi nel mio libro sulla Juventus di tre anni fa, che lo giudicavo il pi? grande personaggio letterario del nostro calcio.
E letteratura vuole dire ambiguit?, colori che sfumano gli uni negli altri, comportamenti che stanno sul filo del rasoio.
Era letteratura pura quella che abbiamo visto nella tribuna d?onore dello stadio torinese, domenica scorsa. Luciano che restava seduto mentre la Juventus era a un passo dal 29? scudetto e gli altri dirigenti Juve esplodevano di gioia, Roberto Bettega che piangeva a dirotto.
Solo che, come esattamente nel caso del Psi craxiano, la storia non si pu? tagliare a fette, da una parte le fette buone e dall?altra le fette cattive.Cos? come i successi del Psi craxiano sono inscindibili dalla spregiudicatezza con cui Craxi prelevava tangenti dal mondo imprenditoriale, la squadra bianconera e il suo allenatore, cui John Elkann ha portato la sua solidariet? domenica, non sono minimamente disgiungibili dal lavoro fatto da Moggi e da Antonio Giraudo.
Non una virgola di quella storia ? esente dal marchio della Triade.
Dalla scelta di Marcello Lippi come allenatore della riscossa del 1994 al fulmineo acquisto di Fabio Capello due anni fa, e da quel giorno la Juve ? sempre stata in testa al torneo italiano.
Moggi al telefono bestemmia e vanta il suo strapotere politico, e non so quanto questo strapotere sia andato oltre i limiti quando c?era di mezzo la societ? di procuratori del figlio, ma senza quello strapotere non sarebbe probabilmente arrivato alla Juve Fabio Cannavaro, per dire di un grande campione che l?Inter teneva chiuso nello sgabuzzino.
Per quanto mi riguarda non rinnego di una virgola quello che ho scritto di Lucianone Moggi nel mio libro sulla Juventus di tre anni fa, che lo giudicavo il pi? grande personaggio letterario del nostro calcio.
E letteratura vuole dire ambiguit?, colori che sfumano gli uni negli altri, comportamenti che stanno sul filo del rasoio.
Era letteratura pura quella che abbiamo visto nella tribuna d?onore dello stadio torinese, domenica scorsa. Luciano che restava seduto mentre la Juventus era a un passo dal 29? scudetto e gli altri dirigenti Juve esplodevano di gioia, Roberto Bettega che piangeva a dirotto.
Grazie Triade di tutto quello che ci avete dato.
Onore al vostro lavoro.