NATALE… c?? ancora chi ci crede!
19 Dicembre 2006Ancora oggi si sa bene dove Egli nasca; di Betlemme ne ? piena la terra, ma prima ancora che nasca ? gi? soffocato dal consumismo: ? un aborto che non ha bisogno di particolari leggi! Infelicemente il cielo non lo si scruta pi?, oscurato dalla luminosit? ancora pi? strombazzata del Natale, quasi per non permettere ai nostalgici di intravedere la stella sorta in Oriente. Di pastori, l? fuori dell?abitato, intenti a vegliare e custodire il gregge, se ne perde anche il ricordo: i greggi e gli armenti sono chiusi in allevamenti sterilizzati, sfruttati all?inverosimile, senza mai pi? una mano amica che la raccoglie, buon pastore, collocandola sulle sue spalle, con tenerezza, al sopraggiungere di una debolezza. Noi del Primo Mondo, quello civile, siamo ben lontani dal credere che anche gli animali abbiano un?anima, spirituale o meno che sia. Me ne accorgo dal sorriso quasi sarcastico ed incredulo quando s?incontra qualche brasiliano nordestino portare, sul palmo della mano, la gabbia con l?uccellino a cui sono affezionati (poverino, condannato all?ergastolo, almeno gli si d? un momento di aria nel mondo dal quale fu strappato); o quando ho difficolt? ad accettare il mio Pinoquio che se ne viene in casa con un gattino randagio e spelato da curare.
La stella sorge ancora in oriente, ma l?oriente fa paura!
Gli Angeli non trovano pi? pastori a cui dare l?annunzio.
Nonostante tutto, per?, anche quest?anno 2006, il 25 dicembre, Natale torna. Dove il Messia nasce, lo sanno tutti fin dalla scuola materna. La commozione prende un po? tutti per il fascino che ha sempre emanato, ma c?? ancora chi va ad adorarLo concretamente!?
Per quanto ? nella mia esperienza, stento a convincere gli altri che Lo si incontra davvero l? dove c?? povert?, esclusione, rifiuto. Ho difficolt? a far credere che ? proprio vero. Lo sperimento e lo vado ripetendo continuamente, come nel passo di Isaia: ?… nel dividere il pane con l?affamato, nell?introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi ? nudo, ? allora che la tua luce sorger? come l?aurora, … allora troverai la delizia nel Signore?.
Resto stupefatto quando noto che non brillano gli occhi, quasi desiderando ricalcare le orme, quando affermo che gli zingari mi hanno convertito e tra loro ho sperimentato tanta presenza di Dio; o quando manifesto la commozione dei momenti in cui ho accompagnato il giovane Enrico ad abbandonarsi tra le braccia amorose del Padre nel suo stato di malato terminale di AIDS; o quando col volto raggiante testimonio che tra gli sfruttati del Nord-Est brasiliano scorgo il sorriso grato di Dio nel volto di tanti bimbi.
Non ? pi? un invito allettante come fu per me e per tanti altri subito dopo il Concilio: vieni a vivere, povero tra i poveri, nelle baraccopoli zingare della Calabria o tra i rifiuti della citt? (non necessariamente da me in Brasile, anche se vorrei gridarlo). Da giovane prete non avrei atteso un secondo nel rispondere: vengo, e in fretta! Mi spaventano oggi i giovani preti con abiti firmati o con auto di grido: mi viene da pensare che non hanno ancora sperimentato la delizia del Signore indicata da Isaia, e posso solo augurare loro che un giorno o l?altro la sperimentino.
Voglio, per?, credere che ci sono ancora oggi persone che credono nel Natale, nella dinamica di un Dio che manifesta la sua potenza nella debolezza e ci chiede di fare altrettanto.
Della bont? della mia risposta alla chiamata per far presente il sacramento Chiesa nel mondo Zingaro, non ho mai dubitato nemmeno quando Micio, continuando a tirare colpi di pistola in aria, minacciava di togliermi la vita perch? in quel giorno di festa non ero entrato nella sua tenda, come avevo fatto con qualche altro. ?Non lo faccio ? concludeva allontanandosi per tornare al bar e continuare a bere alcool – perch? chiss? poi come Dio si vendica su di me!?.
? anche vero che quando mi capit?, all?inizio di questa missione, un?avventura quasi simile per aver ospitato in sacrestia una concubina di NN, scappata via per le continue violenze subite, gli altri zingari mi suggerivano di allontanarmi dal campo e di tornare indisturbato in seguito, quando sarebbe finito l?effetto del whisky ingurgitato. Avventure volutamente taciute e solo accennate di sfuggita nel mio libro zingaresco, non perch? dubitassi della bont? degli zingari, amati come veri fratelli, ma perch? dubitavo della nostra capacit? di vincere ogni malevolo sospetto su di loro, gi? abbondantemente disprezzati…
Il nostro carissimo e stimatissimo Vescovo Dom Pietro Maria vorrebbe un libro che testimoni e racconti le meraviglie che al buon Dio ? piaciuto realizzare nella mia povera persona. Ne sono contento non perch? mi inorgoglisca, anche se vero, ma perch? possa essere un invito-testimonianza a quanti vengano scelti dal Signore, con amore preferenziale, a farsi poveri tra i poveri. ? una Betlemme vissuta con lo stupore e la gioia dei pastori che, all?annunzio, andarono senza indugio, trovarono il bambino che giaceva nella mangiatoia e se ne tornarono raccontando a tutti quanto vissuto, glorificando e lodando Dio (Lc 2,20).
Il 25 dicembre 2006 ? Natale! Siamone certi, c?? ancora chi ci crede!!
Don Vincenzo
P.S. Dopo il ?regalo? alla comunit? di Santana del Natale scorso (campo di calcetto), che in questo periodo spero stiate gustando insieme ai volti dei bimbi nel DVD preparato da Orizzonti Nuovi e trasmesso anche sul satellite, una nuova ?sorpresa? si sta preparando, grazie anche al vostro aiuto: il preziosissimo pulmanino per i nostri spostamenti!
La stella sorge ancora in oriente, ma l?oriente fa paura!
Gli Angeli non trovano pi? pastori a cui dare l?annunzio.
Nonostante tutto, per?, anche quest?anno 2006, il 25 dicembre, Natale torna. Dove il Messia nasce, lo sanno tutti fin dalla scuola materna. La commozione prende un po? tutti per il fascino che ha sempre emanato, ma c?? ancora chi va ad adorarLo concretamente!?
Per quanto ? nella mia esperienza, stento a convincere gli altri che Lo si incontra davvero l? dove c?? povert?, esclusione, rifiuto. Ho difficolt? a far credere che ? proprio vero. Lo sperimento e lo vado ripetendo continuamente, come nel passo di Isaia: ?… nel dividere il pane con l?affamato, nell?introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi ? nudo, ? allora che la tua luce sorger? come l?aurora, … allora troverai la delizia nel Signore?.
Resto stupefatto quando noto che non brillano gli occhi, quasi desiderando ricalcare le orme, quando affermo che gli zingari mi hanno convertito e tra loro ho sperimentato tanta presenza di Dio; o quando manifesto la commozione dei momenti in cui ho accompagnato il giovane Enrico ad abbandonarsi tra le braccia amorose del Padre nel suo stato di malato terminale di AIDS; o quando col volto raggiante testimonio che tra gli sfruttati del Nord-Est brasiliano scorgo il sorriso grato di Dio nel volto di tanti bimbi.
Non ? pi? un invito allettante come fu per me e per tanti altri subito dopo il Concilio: vieni a vivere, povero tra i poveri, nelle baraccopoli zingare della Calabria o tra i rifiuti della citt? (non necessariamente da me in Brasile, anche se vorrei gridarlo). Da giovane prete non avrei atteso un secondo nel rispondere: vengo, e in fretta! Mi spaventano oggi i giovani preti con abiti firmati o con auto di grido: mi viene da pensare che non hanno ancora sperimentato la delizia del Signore indicata da Isaia, e posso solo augurare loro che un giorno o l?altro la sperimentino.
Voglio, per?, credere che ci sono ancora oggi persone che credono nel Natale, nella dinamica di un Dio che manifesta la sua potenza nella debolezza e ci chiede di fare altrettanto.
Della bont? della mia risposta alla chiamata per far presente il sacramento Chiesa nel mondo Zingaro, non ho mai dubitato nemmeno quando Micio, continuando a tirare colpi di pistola in aria, minacciava di togliermi la vita perch? in quel giorno di festa non ero entrato nella sua tenda, come avevo fatto con qualche altro. ?Non lo faccio ? concludeva allontanandosi per tornare al bar e continuare a bere alcool – perch? chiss? poi come Dio si vendica su di me!?.
? anche vero che quando mi capit?, all?inizio di questa missione, un?avventura quasi simile per aver ospitato in sacrestia una concubina di NN, scappata via per le continue violenze subite, gli altri zingari mi suggerivano di allontanarmi dal campo e di tornare indisturbato in seguito, quando sarebbe finito l?effetto del whisky ingurgitato. Avventure volutamente taciute e solo accennate di sfuggita nel mio libro zingaresco, non perch? dubitassi della bont? degli zingari, amati come veri fratelli, ma perch? dubitavo della nostra capacit? di vincere ogni malevolo sospetto su di loro, gi? abbondantemente disprezzati…
Il nostro carissimo e stimatissimo Vescovo Dom Pietro Maria vorrebbe un libro che testimoni e racconti le meraviglie che al buon Dio ? piaciuto realizzare nella mia povera persona. Ne sono contento non perch? mi inorgoglisca, anche se vero, ma perch? possa essere un invito-testimonianza a quanti vengano scelti dal Signore, con amore preferenziale, a farsi poveri tra i poveri. ? una Betlemme vissuta con lo stupore e la gioia dei pastori che, all?annunzio, andarono senza indugio, trovarono il bambino che giaceva nella mangiatoia e se ne tornarono raccontando a tutti quanto vissuto, glorificando e lodando Dio (Lc 2,20).
Il 25 dicembre 2006 ? Natale! Siamone certi, c?? ancora chi ci crede!!
Don Vincenzo
P.S. Dopo il ?regalo? alla comunit? di Santana del Natale scorso (campo di calcetto), che in questo periodo spero stiate gustando insieme ai volti dei bimbi nel DVD preparato da Orizzonti Nuovi e trasmesso anche sul satellite, una nuova ?sorpresa? si sta preparando, grazie anche al vostro aiuto: il preziosissimo pulmanino per i nostri spostamenti!
Con animo grato per la fraterna attenzione al nostro servizio in Brasile,
vi saremo vicini con la nostra povera preghiera la Notte Santa. Con affetto.
Don Vincenzo e Suor Carmelina
Tel. 0055.79.33391176 – 055.79.33391244
e-mail: vicente52@ig.com.br