Democrazia dei partiti versus Democrazia del popolo
13 Gennaio 2007Il fulcro della teoria popperiana della democrazia ruota attorno al potere del popolo di “licenziare il governo senza spargimento di sangue, in modo tale, cos?, che un nuovo Governo assuma le redini del comando”.
Di conseguenza “Ogni governo, che pu? venir destituito, ? fortemente stimolato a comportarsi in modo che si sia soddisfatti di esso.
E questo stimolo scompare se il governo sa che non lo si pu? facilmente licenziare”.
Pertanto il meccanismo istituzionale (che si esprime nel binomio Sistema elettorale-Forma di governo) deve essere congegnato in modo tale che si possa esprimere facilmente il giudizio del popolo sul Governo, favorendo quei sistemi che, ponendo l'elettore di fronte a due sole alternative (come nei sistemi bipartitici) consentono di individuare con precisione sia il soggetto responsabile (deputato a governare) che quello sconfitto, imponendogli una sana autocritica sugli eventuali errori commessi.
In definitiva, non dobbiamo temere un eventuale eccesso di “responsabilit? diretta” sul popolo, che ? e resta sovrano, poich? (sempre citando Popper, che a sua volta cita Pericle) “anche se pochi di noi sono in grado di perseguire o progettare una politica, tuttavia siamo tutti in condizione di giudicare una politica”.
Questa idea secondo cui il titolare del potere politico ? responsabile per i propri atti (articolata nei due momenti del giudizio sulle politiche perseguite dal governo e dell'esercizio del potere di rimozione) la trovo decisamente interessante, rendendomi peraltro conto della difficolt? di attuazione nel nostro Paese, in cui predomina una sorta di democrazia dei partiti, piuttosto che del popolo.
Saluti.
S.F.
Di conseguenza “Ogni governo, che pu? venir destituito, ? fortemente stimolato a comportarsi in modo che si sia soddisfatti di esso.
E questo stimolo scompare se il governo sa che non lo si pu? facilmente licenziare”.
Pertanto il meccanismo istituzionale (che si esprime nel binomio Sistema elettorale-Forma di governo) deve essere congegnato in modo tale che si possa esprimere facilmente il giudizio del popolo sul Governo, favorendo quei sistemi che, ponendo l'elettore di fronte a due sole alternative (come nei sistemi bipartitici) consentono di individuare con precisione sia il soggetto responsabile (deputato a governare) che quello sconfitto, imponendogli una sana autocritica sugli eventuali errori commessi.
In definitiva, non dobbiamo temere un eventuale eccesso di “responsabilit? diretta” sul popolo, che ? e resta sovrano, poich? (sempre citando Popper, che a sua volta cita Pericle) “anche se pochi di noi sono in grado di perseguire o progettare una politica, tuttavia siamo tutti in condizione di giudicare una politica”.
Questa idea secondo cui il titolare del potere politico ? responsabile per i propri atti (articolata nei due momenti del giudizio sulle politiche perseguite dal governo e dell'esercizio del potere di rimozione) la trovo decisamente interessante, rendendomi peraltro conto della difficolt? di attuazione nel nostro Paese, in cui predomina una sorta di democrazia dei partiti, piuttosto che del popolo.
Saluti.
S.F.