Pensieri di notte N?1 – Passeggiata
3 Febbraio 2007Aspetto, il liquido fa effetto, entra in circolo senza troppe pretese, non vuole, non accetta, i troppi meriti che spesso gli si attribuiscono, vorrebbe solo dare una visione nuova delle strade che percorro questa sera, le stesse di sempre?Cammino, forse l?unica cosa che ora mi isola dai miei pensieri, dal mio corpo.
Mi sento leggero, non so dove andare, o forse si, dovrei tornare a casa, andare a letto, domani tutto questo sar? finito?ma ancora mi va di passeggiare, di non guardare niente, di osservare tutto.
Cambio strada, vediamo dove mi porta, forse gi? lo so ma faccio finta di niente?la novit?, gran bella invenzione.
Ed il fluido(liquido)? Cosa fa?
Altera la vista, la percezione delle cose, del pericolo, della bellezza, della felicit?, del freddo, della malinconia, del trionfo, del cielo, del gusto, del caldo, delle labbra, del profumo, del sale, della sconfitta?
Vi sembra poco?
Ognuno poi ci mette quel che vuole, cosa meglio crede.
Solo a volte abbiamo bisogno di una spinta, per cadere oltre il personaggio che ci siamo scelti di essere per tutta la vita e che abbiamo scelto di seguire.
Oltre?tutto??M?hanno detto: Ma ? questo l?amore, ma s?, ma s?, devi credermi, vedi bene che ? facile.
M?hanno detto: Ma ? questa l?amicizia, ma s?, ma s?, te l?assicuro, che vai ancora cercando.
M?hanno detto: Ecco, fermati, alza la testa e guarda questo splendore. Quest?ordine!
M?hanno detto: Andiamo, non sei mica una bestia, pensa a queste cose e vedrai come tutto diventa chiaro.
E semplice! M?hanno detto: Tutti quei feriti a morte, con quanta scienza li curano.Io mi dico?qualche volta, Clov, bisogna che tu riesca a soffrire meglio di cos?, se vuoi che si stanchino di punirti?un giorno.
Mi dico?qualche volta, Clov, bisogna che tu sia presente meglio di cos?, se vuoi che ti lascino partire?un giorno.
Ma mi sento troppo vecchio, e troppo lontano, per poter formare nuove abitudini.
Bene, e allora non finir? proprio mai, non partir? proprio mai.
Poi, un giorno, all?improvviso, ecco che finisce, che cambia, io non capisco, ecco che muore, o forse sono io, non capisco neanche questo. Io lo domando alle parole che restano?sonno, risveglio, sera, mattina. Ma loro non sanno dirmi niente.
Apro la porta del capannone e me ne vado.
Sono talmente curvo che vedo solo i miei piedi, se apro gli occhi, e tra le gambe un?po? di polvere nerastra.
Mi dico che la terra si ? spenta, bench? io non l?abbia mai vista accesa. Viene benissimo.
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