ODIO GLI INDIFFERENTI SOPRATTUTTO SE HANNO SPOSATO UNA MORALE
7 Giugno 2010Dietro di me sentii il solito uomo domandare:
– Dov’è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
– Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca…
(Elie Wiesel, La notte[1] )
O d i o g l i i n d i f f e r e n t i…pensate quale potente carica di disprezzo è contenuta in queste parole, che riconoscono negli indifferenti tutta intera la colpa (sociale ) di una mancata assunzione di responsabilità di alcuni uomini di fronte alla storia . E pensiamo per un momento quanto proprio nella storia, sia costato caro non assumersi quella responsabilità.
O d i o g l i i n d i f f e r e n t i…lo diceva Gramsci, indicando l’indifferenza come “il peso morto della storia”, come “la materia bruta che strozza l’intelligenza” tanto da arrivare a dire che” sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime”.
Non era un giudizio morale il suo, ma la constatazione che la storia non si realizza per fatalità, ” la storia non è un fenomeno naturale…un terremoto nel quale rimangono vittime tutti…” ma è legato a quello che ognuno di noi fa o non fa … dunque il senso di responsabilità individuale e collettiva fa la differenza e…la storia.
Ma Gramsci è roba da comunisti, rivoluzionari e materialisti cosa poteva saperne lui di pietà (e neppure io per la verità) , ma di pietà cristiana la Chiesa cattolica ne è maestra essendo essa ( la pietas), il concetto cardine del messaggio evangelico… ci parla di un Cristo figlio di Dio, fatto uomo e addirittura morto crocefisso e poi risorto per redimere il mondo e indicare agli uomini la strada da seguire; una strada difficile, in salita,( ci viene insegnato) fatta di amore, impegno, giustizia, di condivisione, di solidarietà .
Un messaggio dalla forza simbolica così pregnante che stordisce anche me che mi professo agnostica e che consente, però, di far assumere alla mia indignazione per l’i n d i f f e r e n z a , la stessa forza uguale e contraria .
” Vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”se ogni giorno della vostra vita non denunciate l’orrore.
Chissà se Cristo avrebbe proferito le stesse parole di Primo Levi con la stessa “violenza” con cui cacciò i mercanti dal Tempio…
Sarò blasfema ma mi piace immaginare che l’avrebbe fatto… mi piace immaginare che ai “fratelli” rifugiati, sofferenti dell’Eritrea ,dell’Afghanistan, della Somalia, dell’Iraq, la cui situazione è sotto gli occhi di tutto il mondo e che pure il Papa non manca mai di ricordare , non avrebbe riservato lo stesso trattamento che è stato riservato loro da questa comunità tanto cattolica (con le poche dovute eccezioni) : l’indifferenza.
L’indifferenza è la condanna definitiva per queste persone che la Chiesa non esita a definire “figli di Dio” che oggi sono costretti ad essere qui socialmente e umanamente invisibili. Che più sono invisibili e più i bravi cristiani si sentono sicuri …”nelle vostre tiepide case” avrebbe detto Levi; che più sono invisibili e più possono essere sfruttati sempre nella totale indifferenza; che più sono invisibili e più il bravo cristiano può chiudersi, pacificato, nella sua “abulia” avrebbe detto Gramsci.
Ma Gramsci, ricordiamolo ancora era comunista…allora provo a dirla con Elie Wiesel premio nobel per la pace nel 1986 : il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza; il contrario della vita non è la morte ma l’indifferenza; il contrario dell’intelligenza non è la stupidità ma l’indifferenza.
Tanto sento di dover denunciare per non essere anch’io indifferente all’ indifferenza e per il rispetto umano che ho per tutti gli ospiti del nostro centro , per gli operatori straordinari che vi lavorano con passione, dedizione e sacrificio e per quelle Istituzioni che si sono rese disponibili.
Ma l’accoglienza deve partire dalle menti e dai cuori di tutti.
Angela SURICO