“Vendola presidente del Consiglio? Col cavolo!” (Nicola Latorre)
28 Luglio 2010Una mia personale “traduzione” dell’intervista di Nicola Latorre a “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Latorre: «La corsa di Vendola? Ma resta Bersani il leader Pd»
di Michele Cozzi
Senatore Nicola Latorre, Vendola punta ad esportare il modello Puglia a livello nazionale. Lei crede che il teorema possa realizzarsi?
«Non credo che la questione sia questa. Vendola dà voce ad una parte della società italiana che è essenziale, nella coalizione di centrosinistra che dobbiamo costruire per vincere le elezioni. I ragazzi e ragazze che si sono riuniti a Bari sono la testimonianza di una realtà che non si sente a suo agio nei partiti così come sono. Nichi dà voce a questo mondo, e quindi la sua idea di candidarsi credo che sia una cosa da accogliere positivamente».
(Vendola rappresenta quel che è rimasto in vita della “sinistra storica”. Si tratta di quattro gatti, ma noi siamo messi così male che non possiamo rinunciarci a cuor leggero.)
Come valuta l’obiettivo politico di Vendola di «sparigliare»?
«Candidarsi alla premiership per sparigliare non mi sembra un grande programma di governo. Dobbiamo costruire una grande alleanza che sia fatta dai partiti e da un insieme di espressioni e movimenti della società civile. Nelle sue prime battute ho rilevato questa debolezza ma mi auguro che nel proseguo del confronto le cose possano cambiare».
(Vendola non ha alcun programma di governo. D’altronde non lo abbiamo neppure noi, appunto per questo vi è necessità di tenere assieme tutto quello che capita. Occorre perciò essere molto cauti e non scontentare nessuno.)
Il Pd si sente assediato dal ciclone Vendola?
«Il Pd è impegnato nel favorire la costruzione di una grande alleanza di centrosinistra. Il Pd è in una situazione di grande serenità, ma siamo molto preoccupati del destino dell’Italia. Per un governo su cui torna ad affacciarsi la questione morale e che dinanzi ad una crisi epocale propone una manovra basata solo sui tagli. Questi sono i veri motivi di preoccupazione del Pd. Stiamo cercando di costruire tra le opposizioni politiche, in raccordo con i movimenti della società, una coalizione competitiva. In questo quadro valutiamo come un contributo positivo la candidatura di Vendola, che non è un motivo di preoccupazione. Poi verrà il momento della scelta, delle modalità e allora discuteremo».
(Devo proprio ripetermi? E sia. All’interno del Pd l’avvio di una discussione seria sul tipo di politica che sarebbe giusto mettere in pratica, significherebbe l’implosione del partito in men che non si dica. Meglio rischiare di apparire ebeti che correre un rischio ancora maggiore. Senza contare, poi, che qualcuno potrebbe dare davvero credito alle baggianate come quella sulla “grande serenità”).
Vendola sostiene che i partiti sono «crepati» e sembra riproporre il modello: «Io e il popolo». Cosa ne pensa?
«I vecchi partiti sono sicuramente “crepati” e la costruzione di un nuovo grande partito è una delle grandi sfide della democrazia. I nuovi partiti devono avere delle leadership forti ma senza i partiti le leadership sono destinate a non far crescere la democrazia e a non realizzare progetti di cambiamento. L’obiettivo è costruire leadership forti proprio perché capaci di costruire soggetti politici forti. E’ su questo che si misura una effettiva leadership ed è quello che il Pd sta cercando di fare».
(Secondo lei, queste sono domande da farsi? Lo sanno anche i bambini ormai a cosa servono i partiti: sono soggetti politici ritenuti utili per dare quel minimo di visibilità ai tanti peones che non hanno la stoffa del leader. È solo grazie ai partiti che tante mezzecalzette possono sperare di dare ancora un po’ di filo da torcere ai demagoghi che, al contrario di noi peones, sanno come si fa la demagogia.)
Il candidato naturale del Pd è Bersani. Siate disponibili ad andare alla conta con Vendola?
«Questi aspetti si decideranno al momento opportuno. Si vedrà la coalizione e il programma. In questo quadro il Pd dirà la sua. Non spetta a me indicare il candidato del Pd. Sono certo però che con Bersani si sta costruendo la leadership di questo soggetto politico e si sta recuperando il rapporto del Pd con l’intera società italiana».
(Dio non voglia! Ma stavolta penso che saremo attrezzati meglio. Comprende adesso perché non abbiamo fatto un’opposizione vera al governo? Facendola, avremmo rischiato di scontentare tanti; in Italia vige ancora la legge del Gattopardo: cambiare tutto, perché nulla cambi. Noi, al contrario di Vendola, non scriviamo, ma le garantisco che sappiamo ancora “leggere”.
Dinanzi ad un confronto Bersani-Vendola, cosa farebbe il popolo del Pd?
«Non so se ci sarà questo confronto, ma se così dovesse essere il Pd sarà compattamente con Bersani e io sarò con lui».
(Ancora con queste domande? Il popolo del Pd preferirà Vendola, ma stavolta non ci facciamo fregare. Io per primo, se sarà necessario, col cavolo consentirò che a trattare con Vendola sia soltanto la fronda interna al Pd.)
I cattolici del Pd, a cominciare da Follini, sono preoccupati. Cosa ne pensa?
«Ho rispetto delle opinione di questo tipo che muovono da una sincera preoccupazione, ma che considero infondata. La partecipazione di Vendola è un arricchimento e non ci fa correre il rischio che viene evidenziato. A patto che anche questa componente faccia sentire forte la sua voce per cercare insieme la sintesi».
(Ripeto che stavolta non ci faremo fregare. Con Vendola si andrà a trattare tutti insieme e facendo valere i rispettivi pesi all’interno del partito!)
In Puglia c’è un po’ di maretta. Cosa sta accadendo?
«Vendola deve sapere conciliare il ruolo di presidente della Regione con quello politico nazionale. Ma nessuno deve pensare di metterlo in difficoltà, credendo di ostacolarlo a livello nazionale. Sulle vicende della sanità il Pd ha rappresentato in questi giorni le istanze di tante realtà locali. Ma adesso con Vendola dobbiamo aprire un grande contenzioso con il governo centrale».
(Cosa vuole che stia accadendo? Stiamo cercando di creare delle difficoltà a lui e a quanti, del nostro partito, si sono posizionati meglio nel governo regionale. Se pensano che quanto gli è riuscito finora sia bastante anche per un discorso extra-regionale, hanno capito male! Adesso si faranno i conti veri…)
21 Luglio 2010