MOTTOLA (TA). Pericolosità della Strada Statale 100. In arrivo dal Cipe 24,5 milioni di euro.
8 Marzo 2018Ripagati gli sforzi e le denunce del Comitato Strade Sicure. Questa mattina, si è tenuta una conferenza stampa on the road
MOTTOLA (TA). Non sono state vane le denunce fatte sulla pericolosità della strada statale 100 e le battaglie iniziate già nel novembre del 2015 da Vanni Caragnano, oggi presidente del Comitato Strade Sicure. Ci sono voluti anni, ma alla fine qualcuno si è accorto che su quella strada, per il tratto, circa venti chilometri, che attraversa l’agro di Mottola, bisognava intervenire, per evitare che l’elenco delle vittime potesse continuare ad allungarsi.
E’, infatti, del 28 febbraio scorso la delibera in materia di infrastrutture del Cipe, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, con il quale vengono stanziati 24,5 milioni di euro per il completamento funzionale e messa in sicurezza della strada statale 100, per il tratto successivo al km 44+500, che è quello ricadente in agro di Mottola.
“E’ un primo passo – ha spiegato Vanni Caragnano -. Certamente non sono risorse necessarie a risolvere in toto la questione, perché per la messa in sicurezza di quell’arteria da Gioia del Colle sino a Massafra, passando, per Mottola attraverso lo svincolo di San Basilio e la Galleria Mauro, che sono i tratti più critici, servirebbero molte più risorse. Però, è un punto di inizio, che, dopo anni di pressing serrato, manifesta come la questione cominci ad essere attenzionata nelle sedi opportune”.
Quali ora i tempi? Ora l’iter prevede la finalizzazione dei testi, quindi il passaggio alla Corte dei Conti per la registrazione, la firma del Ministero competente e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; ultimo passaggio, questo, che consente ai fondi di diventare utilizzabili. Un iter che, in condizioni normali, dovrebbe durare sei mesi. Solo dopo la pubblicazione in Gazzetta, si provvederà al bando per l’assegnazione delle gare.
Come si sia arrivati a questo risultato? Prima un incontro che Caragnano ha avuto con il Capo Compartimento dell’Anas Regione Puglia e con l’ingegnere Dirigente Tecnico dell’Area, nel novembre del 2016, in seguito al quale sulla 100, nei pressi dell’incrocio di San Basilio, sono state posizionate lanterne semaforiche arretrate e delineatori modulari di curva luminosi.
Poi, sempre a novembre 2016, un incontro tecnico in Regione, richiesto da Caragnano. Un fatto quasi storico dal momento che si è trattato del primo tavolo convocato, negli ultimi trent’anni, per analizzare le problematiche della 100, chiamando a raccolta Anas, Società Autostrade per l’Italia, ingegneri della provincia di Taranto e dirigenti regionali addetti alla sezione infrastrutture per la mobilità. Poi, un tavolo in Prefettura, lo scorso 23 gennaio con il questore Stanislao Schimera, Polizia Stradale, Anas, Società Autostrade per l’Italia e 118 Taranto.
Della questione, il presidente del Comitato Strade Sicure ha anche informato, incontrandoli, i sindaci di Mottola e Gioia del Colle, Giampiero Barulli e Donato Lucilla. Ed ecco l’ultimo incontro, il più importante, quello tenutosi in Regione, lo scorso 29 gennaio: tutte le criticità della 100 evidenziate da Caragnano sono state prese completamente in carico dall’assessore regionale alla Mobilità Antonio Nunziante. Quest’u timo, infatti, in quell’occasione, ha dichiarato la massima disponibilità a programmare l’intervento proposto dal Comitato e cioè l’allargamento a quattro corsie della statale 100 fino a San Basilio, ipotizzando anche un aggancio all’autostrada Bologna – Taranto, con conseguente arretramento della barriera autostradale”.
Da quell’incontro in Regione, la macchina amministrativa si è finalmente mossa ed, oggi, dal Cipe arrivano le prime risorse.
I numeri. La statale 100, così come emerge dai dati riportati dall’ultimo Piano Regionale dei Trasporti, dal 2001 al 2013 nei circa 20 chilometri che ricadono in agro di Mottola, vanta il 40% dei decessi di tutta la 100, vale a dire il 5% dei morti su strada di tutta la Regione Puglia. Non solo; secondo i dati forniti dall’Asset, l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio, sulla 100, nel 2014 ci sono stati un morto e 12 feriti; nel 2015, 1 morto e 19 feriti e nel 2016, 2 morti e 17 feriti. Un primato, confermato anche nel 2018: in poco più di due mesi, ben 5 le vittime registrate in due incidenti.
Flussi di traffico. Secondo i dati forniti dall’Arem, l’Agenzia regionale per la mobilità nella Regione Puglia, relativamente al 2014, in un giorno feriale qualunque la statale 100 è attraversata da 5mila autoveicoli in entrambi i sensi di marcia e da mille mezzi pesanti. Deviare il traffico sul tronco autostradale non rappresenterebbe la giusta alternativa, perché il percorso si allungherebbe di 12 chilometri.
Sulla questione, questa mattina il Comitato Strade Sicure ha tenuto una conferenza stampa on the road sulla 100. Oltre a Caragnano, era presente Giovanni Caputi di Bari, padre di Daniele, 18enne, uno delle quattro vittime dell’incidente, verificatosi sulla 100 il 1° gennaio scorso.
“Non sono arrabbiato – ha detto – perché la rabbia ti rende vuoto e non ti permette di andare avanti. Cercavo un riferimento in qualcuno, qualcosa, che sull’esperienza vissuta da genitore di una vittima della strada, mi permettesse di lottare per fare in modo che si intervenisse per dire basta alla lunga scia di sangue; un primato, che per la 100 deve finire. E questo riferimento l’ho trovato nell’amico Vanni Caragnano e nel Comitato che rappresenta. Oggi – ho ripercorso quella strada maledetta – a 60 chilometri l’ora, ho rischiato il pestaggio. Dico questo, perché non bastano i limiti di velocità: servono solo a far fare cassa a qualche ente. Bisogna espropriare, allargare, mettere in sicurezza. Solo così, al nome di Daniele e di tanti altri non se ne aggiungeranno degli altri”.