Non proprio una bella serata
9 Agosto 2010È possibile che il mio parere sia viziato dal pregiudizio, la presenza di alcuni ex CSI e Litfiba in un concerto tutto sommato deludente mi è sembrata uno “spreco”, ma voglio dire comunque la mia a proposito di due o tre cose che considero non proprio secondarie.
Il concerto di ieri sera mi spinge a porre qualche domanda: 1) è mai possibile che la politica culturale a Palagiano sia condannata ad essere preda della discrezionalità più assoluta? 2) possiamo considerare “evento culturale” un concerto teso a soddisfare solo il capriccio di qualcuno? 3) dobbiamo dare proprio per scontato che la “cultura” finanziata con fondi pubblici debba prescindere da ogni considerazione concernente costi e ricavi?
Cominciamo da una constatazione di ordine numerico, il concerto di Cisco è stato un flop.
Scarsissime le presenze, considerato che l’evento era stato presentato come qualcosa di epocale. Non fosse stato per i pochi che si sono spostati da Taranto per seguire le gesta musicali di un loro beniamino, ieri sera la piazza sarebbe andata deserta e oggi staremmo qui parlare di palagianesi privati per una serata della loro piazza per via di alcuni intrusi.
La leggenda già narra di qualcuno che, dal balcone del rudere del Palazzo municipale, si è rivolto in malo modo ai palagianesi. Rei, a suo dire, di aver mostrato scarsa sensibilità riguardo a qualcosa che avrebbero dovuto considerare di elevatissimo profilo culturale.
Non sono in vena di fare polemiche e quindi lascio perdere. Mi limito a far osservare che non è la prima volta che ciò accade e che tutti gli episodi hanno un denominatore comune. Lascio agli organizzatori della serata il compito di individuarlo.
1) La discrezionalità.
Da tempo siamo abituati a pensare che la cultura (vero e proprio asse portante delle politiche dell’attuale amministrazione, stando almeno a quanto sbandierano di continuo i nostri amministratori) da molti è considerata ormai solo come qualcosa di utile per darsi un po’ di lustro.
Quasi ogni “evento” è preceduto da torrenziali introduzioni curate da chi non ha la più pallida idea intorno all’argomento che sarà trattato. I palagianesi l’hanno capito così bene da aver deciso di disinteressarsene completamente. Gli unici che sembrano non accorgersene sono proprio i relatori.
2) Il capriccio.
Chiunque ormai, purché disponga delle entrature giuste, si sente in grado di promuovere la cultura a Palagiano. Il tutto, ovviamente, senza che ci si sia mai posto il problema di valutare a posteriori l’esito di manifestazioni il più delle volte folkloristiche e provinciali, ma che vengono spacciate per culturali.
Di recente si è addirittura raggiunto un livello che ha del paradossale: ciò che piace a qualcuno è considerato come qualcosa che dovrebbe piacere a tutti. Se la piazza risponde “male”, ci sente in diritto di mandarla senza tanti complimenti al paese che ben sappiamo.
3) Costi e ricavi.
Il secondo punto ci porta direttamente al terzo.
L’evento di ieri sera, fosse stato organizzato da privati, avrebbe comportato una perdita secca di qualche migliaio di euro. Realizzata la perdita, il privato si sarebbe messo l’animo in pace e avrebbe finalmente compreso o di aver completamente sbagliato la scelta dell’evento da proporre, oppure di aver sbagliato mestiere. In entrambi i casi, si sarebbe avuta una qualche forma di rinsavimento indotta dalla perdita economica.
Ieri sera la perdita è stata tutta a carico delle casse comunali, possiamo dunque realisticamente sperare che qualcuno rinsavisca?
Mimmo Forleo