Ressa ed Anzolin: confronto pieno di accuse reciproche
12 Settembre 2010Il Pino di Lenne divide il centro sinistra palagianese
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L’atteso confronto a due, alla fine ha avuto luogo. Ed è così che, mentre le marine si svuotono, il Sindaco di Palagiano Rocco Ressa, e il dirigente di Legambiente Tito Anzolin, nonchè segretario provinciale PRC, hanno voluto riempire la storica piazza Vittorio Veneto, con un dibattito che sembrava non dovesse giungere mai.
Come ricordato dal moderatore Mimmo Forleo, tutto ebbe inizio la sera del 25 luglio 2010, quando in un comizio Ressa lanciò pesanti accuse contro le responsabilità politiche di alcuni amministratori, e di Anzolin in particolare, nel travagliato iter della vicenda del villaggio Pino di Lenne.
Come si legge in un dossier fatto distribuire in serata dal primo cittadino, “Il Pino di Lenne – Una occasione mancata”, tutto ebbe inizio con la Delibera di Consiglio Comunale n. 159 del 22.12.1979, avente ad oggetto la “Richiesta per istituzione camping”. Nunzio Scalera, allora Sindaco, chiese al Consiglio l’approvazione della delibera, mentre Anzolin, consigliere, “pur pronunciandosi favorevolmente in linea di massima, chiede il rinvio ad altra data per un più adeguato approfondimento del problema”. La richiesta rimase inascoltata, la maggioranza votò il punto, mentre PCI, PSI, MSI e il consigliere Nunzio Di Pierro votarono contro. Il progetto, insistente su di un suolo di 122.381 mq, venne poi inviato alla Regione Puglia per l’approvazione della variante al PdF. 30 maggio 1980, altra data storica. Il Consiglio Regionale si riunì per discutere di due proposte di deliberazione, una riguardante la variante urbanistica di Castellaneta Marina, l’altra quella del nostro Comune. Data storica perché, il giorno dopo, sarebbe entrata in vigore la nuova legge regionale, la n. 56, che avrebbe impedito interventi edilizi sulla fascia costiera e pinetata in tutta la Puglia. Con riferimento a quanto detto da Ressa nel citato comizio, Anzolin fa rilevare subito che “mi rammarica e mi offende che il Sindaco torni a dire che sfrutto le mie battaglie ambientaliste per un risalto politico. Avevo chiesto un incontro personale perché non avrei voluto coinvolgere l’associazione Legambiente, tenuto conto che il Sindaco ha sempre distinto quella che è la sua idea e rispetto per questa associazione, da quello che è il suo giudizio su quelli che chiama pseudoambientalisti, fra i quali ci sono io”. Circa le motivazioni della sua richiesta di confronto, precisa di attribuirle “ad alcune cose dette da Ressa in un suo comizio, che non sono del tutto vere: 1) Legambiente fa sempre delle strumentalizzazioni, perché basterebbe avvisare il Sindaco; 2) I danni che avrei causato al Comune e alla nostra economia. Su queste cose bisogna fare chiarezza”. Parla quindi delle ultime vicende che hanno coinvolto il villaggio: “Quando mi accorsi che a maggio 2008 erano ripresi i lavori, informai l’Ufficio Tecnico e la Polizia Municipale. L’Ufficio Tecnico emanò una ordinanza di sospensione dei lavori, ma quella struttura è integralmente abusiva ed è area assoggettata a molti vincoli, oltre ad essere zona agricola. E’ mai possibile che si deve assistere alla ripresa dei lavori? I lavori vanno avanti, e ci vuole un secondo esposto. A marzo 2009 arriva la prima ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, e a settembre 2010 quell’ordinanza è rimasta ineseguita. Si può mettere un negozio in una casa abusiva?”. Parlando del suo dossier, Ressa evidenzia che si tratta di “un dossier utile per chi crede di sapere, ma non conosce la storia del Pino di Lenne. E’ una vicenda complessa per i tanti errori amministrativi compiuti: ho fatto quanto in mio potere per vincere tutti i giudizi che ho dovuto contrastare. Quello che Anzolin chiede a me di fare oggi avrebbero dovuto farlo tutti gli amministratori che si sono succeduti. La questione non può iniziare dal 2010, nasce nel lontano 1970, quando si costruivano le case di notte con i fari. Allora la politica era così, bisogna storicizzare gli eventi. Sono stati fatti degli orrori amministrativi”. Con riferimento a Castellaneta Marina, “splendida realtà”, denuncia che si è sprecata “la possibilità di dare avvio ad una iniziativa imprenditoriale, e quale sano imprenditore avrebbe continuato a lottare? io me ne sarei andato”. Nella girandola che ne è seguita, di cifre, leggi e sentenze, impossibile da seguire se non si è realmente informati dell’intera vicenda, Anzolin definisce con ironia “incidente della storia” la sua elezione a Sindaco, ricordando delibere non ratificate, ricorsi irricevibili, l’aggressione subita. E’ sul mancato sviluppo economico del territorio, che Ressa a più riprese ritorna. “Non si tratta di questioni politiche sostanziali, afferma, ma di beghe politiche sociali. E’ possibile che la politica non debba interagire con l’impresa?”. Sostiene inoltre che non si può parlare di scempio ambientale, “qualche palafitta di legno non è scempio ambientale. Lì c’è un abuso, c’è una utilizzazione poco chiara dell’ambiente, ma non c’è nessun ecomostro”, e “il problema non è la chiusura di un campeggio, ma aver fatto scappare gli imprenditori, perché abbiamo il marchio che qui non si può fare nulla”. “Si tratta di uno scempio ambientale, risponde Anzolin, perché sono stati abbattuti degli alberi e l’area è tutta devastata, anche il Pretore parla di danni ambientali, soldi mai recuperati”. In definitiva, tutto secondo copione, meno la rituale stretta di mano, che non c’è stata. Polemiche ed accuse reciproche chiuse? Macchè, si è solo trattato di uno dei tanti capitoli di una vicenda che si trascina ormai da trentuno anni.
Giuseppe Favale