Comunicato per “Parco delle Gravine”
9 Novembre 2010Se qualcosa c’è di illegittimo nella lunga e tormentata vicenda dell’istituzione del Parco delle Gravine, questa è la smania dei Sindaci di centro-destra (e, ahimè! anche di qualcuno di centro sinistra!) di difendere protervamente interessi particolari (nel senso proprio del “particolare”), a scapito degli interessi diffusi delle Comunità e della tutela del territorio. Spesso facendosi scudo di “interessi di categoria”: gli agricoltori, gli allevatori, i cacciatori. Ma, si sa, è più facile ed immediato coltivare il consenso elettorale cavalcando gli interessi egoistici (quando non lobbistici), piuttosto che puntando ad una visione e ad un modello di sviluppo sicuramente più utile per l’intera Comunità e i cui risultati possono apprezzarsi in un tempo più lungo.
La dimostrazione sta nelle grida scomposte del Sindaco di Castellaneta (ed altri comprimari) di questi giorni, ma ancor più in quello che è accaduto nell’ultima Conferenza di Servizi convocata dalla Regione Puglia lo scorso 20 ottobre, dove taluni Amministratori erano più interessati a verificare se quella tale particella, o quella tale cava/discarica o quella tale azienda metal meccanica erano dentro o fuori del perimetro! Evitando, ovviamente, di interrogarsi sul come e sul perché determinate attività incompatibili con i vincoli ambientali ed urbanistici abbiano potuto sorgere dentro e a ridosso di aree di tanto pregio. Ma per questi amministratori d’assalto – anche questo è noto – le gravine, il paesaggio, l’ambiente, la Civiltà Rupestre esistono solo quando… sono utili ad incassare fondi europei (PIT, PIS,POR…), per poi magari utilizzarli per opere che nulla hanno a che vedere con la tutela e valorizzazione di quei Beni: si pensi al tentativo (per ora sventato) di realizzare una strada carrabile sul fondo della gravina di Ginosa, o ad interventi di”recupero” di chiese rupestri devastanti, come denunciato in un recente convegno internazionale, o ancora ai fantasmagorici propositi progettuali di parcheggi interrati e ascensore nella gravina di Castellaneta e, – perché no!- magari una teleferica! Per fare solo alcuni esempi.
La verità, dunque, è che l’opposizione al Parco non è per “difendere” agricoltori ed allevatori, che dal Parco non hanno nulla da temere, anzi ne potranno trarre giovamento con la valorizzazione dei loro prodotti di qualità e l’utilizzo d finanziamenti privilegiati; essa è solo per continuare a tutelare interessi speculativi. Ed ora siamo alla burla: il Sindaco di Castellaneta dichiara che è illegittimo il Parco, senza prima i Regolamenti attuativi! Ma come si fa a fare i Regolamenti (immagino volesse dire il Piano di Sviluppo Soio-Economico e, quindi, i Regolamenti di attuazione) se a distanza di 5 anni dalla Legge istitutiva ancora non si riesce a stabilire con certezza e definitivamente il perimetro del Parco? E la colpa principale è proprio dell’opposizione strumentale di questi Sindaci e di quelle Organizzazioni come Confagricoltura che hanno strumentalizzato le “paure indotte” di tanti piccoli agricoltori. Certo, ci sono anche responsabilità di chi poteva e doveva fare di più per dimostrare concretamente che il Parco è una opportunità: innanzitutto della Provincia che da 5 anni è l’Ente di Gestione provvisorio, ma vanno richiamate anche le contraddizioni all’interno dello stesso centro sinistra. Anche per questo, oggi siamo di fronte ad una ipotesi di ulteriore riduzione dell’area del Parco: meno di 27.000 ha, di cui ben 21.000 di “zona 1”, quella cioè di massima tutela perché comprendente i solchi gravinali stessi, i boschi e gli habitat prioritari, e solo poco più di5000 ha in “zona 2”, dove verranno anche eliminati diversi vincoli. Mentre continuano a restar fuori dal Parco aree di grandissimo pregio storico-ambientale ed archeologico!
E’ ora di dire basta. La conferenza di servizi, aggiornata al 9 novembre con la presenza dei soli Sindaci, deve chiudersi, per passare rapidamente all’approvazione del Consiglio Regionale (laddove certamente potranno esserci ulteriori “imboscate”), perché il Parco – seppur “sfregiato” – possa finalmente decollare e dare concretamente la possibilità di cominciare a costruire quell’altro modello di sviluppo alternativo, di cui tutti s dicono – a parole – fautori. Noi ci siamo battuti e continueremo a batterci per questo, insieme al vasto movimento ambientalista ed alla parte più illuminata del mondo agricolo.
Ma chiediamo anche a tutte le forze del centro sinistra di pronunciarsi ed impegnarsi con chiarezza e determinazione: lo chiediamo al PD, al cui interno nel passato, anche recente, si sono manifestate resistenze e ambiguità, così come lo chiediamo a SEL e all’I.d.V. Ma chiediamo un’altrettanta ferma presa di posizione, finalmente, anche al Presidente Florido, che, peraltro, è anche Presidente provvisorio dl Parco.
Preneste Anzolin – Segretario Provinciale PRC