Socialismo e Libertà
17 Novembre 2010Caro Mimmo, mi piaci quando scrivi di getto, riesci a dire cose che neanche tu credi fino in fondo! La strada obbligata da percorrere era ed è una soltanto: riappropriarsi delle proprie radici autentiche; che sono liberali e individualistiche, vale a dire le stesse che emersero all’indomani del tramonto della vecchia società feudale basata sul privilegio. Il socialismo e la conseguente teorizzazione marxiana non sono affatto di sinistra, costituiscono a tutti gli effetti un ritorno al Vecchio Ordine (utilizzo qui una definizione rothbardiana), quello fondato sul privilegio. I loro epigoni, tutte le forze politiche che si dicono “a sinistra” del PD, sono di fatto forze reazionarie. (ma per piacere)!!
Milano democratica e progressista ha scelto Giuliano Pisapia. Milano ha una grande tradizione riformista e l’elezione di Pisapia, dimostra che si può incidere su un elettorato perduto dalla sinistra negli ultimi anni.
Si può ricreare quella saldatura tra elettorato popolare e ceti medi, che prima del fascismo e dal secondo dopoguerra hanno assicurato amministrazioni a guida socialista e giunte di sinistra basate sull’asse PSI-PCI.
Fin da principio ha dichiarato che i suoi modelli erano le amministrazioni a guida socialista di Milano con nomi e cognomi da Greppi ad Aniasi e fino a Tognoli e in Europa le municipalità di Berlino, Parigi e Barcellona, anche queste a guida socialista: scelte politico-programmatiche!!
Vedi, perché dicevo che neanche tu credi alle cose da te citate nel tuo articolo, non per offenderti, sai quanto ti stimi, ma in assenza di un’analisi profonda del perché il Pd sia finito in un cul de sac è dovuto proprio alla scelta di superare a destra la socialdemocrazia, sposando tesi di impraticabili terze via resosi fallimentari .
I sacerdoti del nuovismo alla Veltroni hanno pensato poi di prosciugare tutto ciò che rimaneva a sinistra del Pd sostenendo la legge elettorale porcata. Fallimento su Fallimento !!
Persino nel corposo documento dei “giovani turchi” del Pd vi è una forte critica a tali scelte, infatti affermano..Si è preferito rimuovere il passato, cullandosi nella retorica del partito “completamente nuovo”, figlio di niente e di nessuno, contenitore post-identitario di tutto, supermercato elettorale di un molteplice nulla.
Al congresso del Pse a Praga vi è stata una netta svolta a sinistra.
Qualche mese fa è stato redatto un documento congiunto tra Ps francese e Spd tedesca, e il mese scorso c’è stata l’elezione del quarantenne Ed Miliband alla guida del partito Laburista, rappresentante dell’ala non blariana . .
I tre partiti socialisti più importanti di Europa fanno chiare scelte a sinistra (recuperando i valori socialisti) mentre il PD prosegue nella sua corsa verso il centro o verso la insignificanza politica (ma questa sta facendo scoppiare , anche grazie all’azione di Vendola, grandi contraddizioni esaltate dalla fine sostanziale del bipolarismo coatto, frutto della profonda crisi della destra, in cui , come dice Vendola, le due gambe del liberismo e del populismo si vanno sempre più divaricando).
La necessità di scomporre questo desolante quadro politico a sinistra è divenuta oramai una necessità.
La sinistra italiana ha bisogna di una sua “Epinay” non la ricerca di terze e quarte vie. Se può farti piacere, solo nel titolo del tuo articolo concorderei con te
Vincenzo Lorè