Ressa: “il tema dei rifiuti al netto delle polemiche demagogiche”

15 Dicembre 2010 0 Di Life

Carissimi concittadini,

il tema dei rifiuti al netto delle polemiche demagogiche che gli fanno da contorno è certamente uno dei temi più importanti e complessi con cui deve, oggigiorno, misurarsi un amministratore pubblico.

L’esempio della Regione Campania deve insegnarci a prevenire situazioni che, se non adeguatamente studiate, possono portare danni notevoli non solo alle tasche dei cittadini, ma anche e soprattutto alla nostra salute ed all’immagine complessiva del nostro territorio.

Su questo tema ognuno è libero di pensarla come vuole ma bisognerebbe discutere, a mio avviso, senza “l’assalto all’arma bianca” contro chi la pensa diversamente e soprattutto contro chi, per dovere d’ufficio, deve assumersi la responsabilità della scelta.

E’ evidente a tutti che quello dei rifiuti è anche un tema che porta con se sterili polemiche e dà la possibilità ai denigratori politici, di destra e di sinistra, di affilare le armi e tentare di dare delle stoccate, non tanto per aiutarci a risolvere il problema, quanto, invece, per utilizzare l’argomento per una sorta di “vendetta politica”.

Molto spesso alcuni denigratori che si confrontano sui siti web locali (servirà chiarire che dire ” siti web locali” – essendocene più d’uno – non è un’offesa?) si muovono in questo modo: l’Amministrazione propone qualcosa? Allora vediamo qual è il punto debole e la colpisco politicamente facendo apparire quella proposta debole. E’ questa una pratica che non concorre all’interesse dei cittadini e può sortire solo un’effimera e poco duratura soddisfazione del proprio orgoglio, nulla di più!

Meglio sarebbe che costoro, facendo un bagno di umiltà e nell’interesse dei cittadini (di cui si dicono paladini ), si prodigassero a dare dei consigli utili piuttosto che avere dei (pre) – giudizi.

Un solo esempio: una nota professionista di Palagiano pubblicava alcuni giorni fa una interessante notizia. Raccontava di una ordinanza (che io non conoscevo … ahimè ammetto la mia ignoranza) del Sindaco di Torino che da tempo ha vietato l’utilizzo delle sportine di plastica che si usano per la spesa. Bene. La stessa professionista se me lo avesse consigliato, magari anche chiedendo di incontrarmi, avrebbe ottenuto un effetto immediato in quanto avrei subito adottato una simile ordinanza per Palagiano. Alla professionista evidentemente non interessa il problema quanto la polemica politica, infatti chiosa la sua nota così: “e a Palagiano? Le campagne di sensibilizzazione esistono, ma solo sul programma elettorale. ..”. Le sono evidentemente sfuggite le tante iniziative che negli anni l’Amministrazione comunale ha organizzato per educarci tutti alla differenziata, iniziative che portarono Palagiano dal 5% di differenziata del 2002 a circa il 12% del 2004 (percentuale comunque molto bassa).

Ma questo era solo un esempio, tanti altri potrei citarne, ma non avrebbe molto senso.

Il Sindaco di Mottola appartenente al centro destra alcuni giorni fa, avendo egli subito duri attacchi politici dal PD sempre per via dei rifiuti e dell’aumento della Tassa di oltre il 30%, mi chiese se fossi d’accordo a tenere una conferenza stampa, insieme agli altri colleghi della Provincia di Taranto, per spiegare ai cittadini che gli aumenti del costo dei rifiuti, quindi delle bollette, non sono responsabilità dei singoli sindaci, ma di un sistema che porta tutti i Comuni ad aumentare la tassa o la tariffa obbligatoriamente.

In quella conferenza stampa e nelle successive trasmissioni televisive a cui ho partecipato nei giorni scorsi, ho avuto modo di spiegare ai cittadini il mio punto di vista che di seguito esplicito anche a voi.

L’ATO TA/1, composto dai Comuni di Palagiano, Palagianello, Mottola, Laterza, Ginosa, Castellaneta, Crispiano, Taranto, Statte, Montemesola, ha da anni chiuso il ciclo integrato dei rifiuti. Il che significa che i nostri rifiuti subiscono un trattamento più lungo e complesso del semplice loro prelevamento dai cassonetti e l’invio in discarica, ma subisce diversi trattamenti di preselezione fino alla tappa finale che è l’invio dei rifiuti selezionati all’inceneritore.

E’ fin troppo evidente, dunque, che la complessità del ciclo richiede maggiori attrezzature, impianti di preselezione personale e, pertanto, il costo per i cittadini raddoppia. Infatti nella nostra ATO si è passati in pochi anni da poco più di 40 euro a circa 100 euro a tonnellata di rifiuto. Senza parlare dei tanti ricorsi proposti dai Comuni contro la congruità della tariffa, sullo sproporzionato ristoro ambientale in favore del Comune sul cui territorio insiste la discarica, sull’’aggiornamento ISTAT da riconoscere al gestore – fatti questi che possono essere approfonditi, se necessario, in un altro momento, ma solo per brevità di esposizione.

Il regime di Tariffa che ha sostituito il vecchio regime di Tassa, come ho più volte spiegato, apparentemente penalizza maggiormente i cittadini di Palagiano perché con l’applicazione della Tariffa in ossequio al decreto Ronchi – chissà perché non obbligatorio per tutti i Comuni essendo ancora una legge vigente (?) – il costo totale dei rifiuti (raccolta e smaltimento) sono a totale carico dei cittadini sulla base di criteri indicati dalla legge stessa. In realtà la penalizzazione è identica per tutti i Comuni in quanto anche per quei Comuni che sono in regime di Tassa, la copertura del 100% del costo è assicurata da fondi di bilancio e perciò sempre dai soldi dei cittadini.

In Puglia, peraltro, siamo stati (e forse lo siamo ancora) l’unica ATO che ha chiuso il ciclo integrato dei rifiuti, tutte le altre utilizzano ancora la discarica tradizionale con enormi ricadute negative sull’ambiente. Tale circostanza non ha prodotto l’effetto per cui le ATO virtuose fossero messe nelle condizioni di ottenere ristori a danno di quelle ATO che ancora sono in ritardo nella chiusura del ciclo dei rifiuti. Desta meraviglia che i cittadini dell’ATO TA1 in cui è compresa Palagiano, pur appartenendo ad una ATO virtuosa, vengano penalizzati dovendo essi pagare il doppio, ed in alcuni casi il triplo, di altri Comuni che non sono ossequiosi della legge.

Resta tuttavia da interrogarsi se, dal punto di vista della tutela dell’ambiente e della nostra salute, il sistema in voga in Italia, ovvero, quello degli inceneritori, sia il sistema più vantaggioso dal punto di vista dei costi e soprattutto dal punto di vista della tutela della salute oppure se esistono (ed esistono) nuove tecnologie avanzate meno inquinanti e meno dannose. Anche su questo aspetto un approfondimento sarebbe opportuno, seppure in altra sede, sempre per la brevità di esposizione che mi sono imposto.

Quanto esposto finora fa apparire chiaro che un ambiente più salubre e una maggiore tutela della nostra salute mal si concilia con il risparmio economico, per cui si può affermare come vero che un ambiente più pulito, una maggiore attenzione alla nostra salute equivale ad un esponenziale aumento dei costi. In definitiva un ambiente più tutelato necessita di maggiore lavoro, di migliori tecnologie e dunque di più risorse.

Quali le strade dunque per conciliare il benessere complessivo (ambiente e salute) con costi minori soprattutto in un’epoca di crisi economica?

Dal mio punto di vista le strade sono due:

• la prima è la strada obbligata della differenziata – come sistema più appropriato che elimina il problema della apertura di altre discariche e ci consente il riutilizzo dei materiali e la produzione di energia oltre ad un minimo di risparmio economico.

Infatti differenziare i rifiuti significa certamente ridurre i costi di smaltimento in discarica, ma significa anche maggiore manodopera, utilizzazione di altri impianti di compostaggio o di riciclo dei materiali: impianti e tecniche che comunque hanno i loro costi.

• La seconda strada è produrre meno rifiuti. Per produrre meno rifiuti c’è bisogno di un impegno straordinario a livello europeo (neppure solo nazionale) che modifica le nostre abitudini (non basta un’ordinanza sindacale che può essere solo un modo per porre il problema, ma non la sua soluzione), ma anche di un impegno economico che le industrie devono sostenere per modificare l’attuale sistema produttivo. Un solo esempio: ci avviciniamo al periodo natalizio, bene, ognuno di noi faccia la prova a conservare per un solo giorno tutto l’inutile materiale che è rappresentato dagli imballaggi, ad esempio, dei regali che usiamo scambiarci il giorno di Natale.

Non vedo altre strade oltre queste due per coniugare la tutela dell’ambiente e il risparmio economico.

Dopo questo ampio excursus che auspico sia stato utile mi soffermerò su quali sono gli obiettivi dell’Amministrazione comunale di Palagiano per il futuro non prima, però, di aver detto qualcosa su quanto accaduto fino ad oggi.

Nell’ormai lontano anno 1999 l’allora Amministrazione Comunale affidò, attraverso una gara d’appalto, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ad una Società con un contratto di nove anni. Parimenti attuò solo una minima parte del Decreto Ronchi, a mio avviso sbagliando, sostituendo la TARSU con la TIA e aprendo una piccola, insignificante e lontana, quindi poco fruibile da parte dei cittadini “isola ecologica”, ma non attuando fin da allora il sistema di raccolta dei rifiuti porta-a-porta che era ed è l’unico sistema idoneo per differenziare al massimo.

Fin dal mio insediamento ho necessariamente dovuto convivere con questo sistema perché già predisposto ed immodificabile e tale situazione si è protratta anche dopo la scadenza del contratto a causa dell’impedimento, per decisione della Regione e dell’ATO, imposto ai Comuni di poter effettuare nuove gare d’appalto. Impedimento che è venuto a decadere poco tempo fa, seppure con qualche punto interrogativo. Tuttavia sulla scorta di una autorizzazione dell’ATO il Comune di Palagiano, come anche gli altri Comuni dell’ATO, hanno indetto o stanno per indire le relative nuove gare d’appalto.

I lettori capiranno immediatamente che, fosse solo per l’effetto del tempo trascorso, l’importo a base d’asta non può essere lo stesso della gara predente tenutasi oltre un decennio fa e, peraltro, sempre ritenuta poco remunerativa dall’azienda che ha gestito il servizio tanto che, più volte, si è giunti alla rottura dei rapporti fra Comune e Ditta a causa della impossibilità, da parte di quest’ultima, di garantire i servizi così come previsto dal contratto.

Il Comune di Palagiano ha deciso, dunque, di bandire una gara d’appalto con un importo complessivo per i nove anni di durata del contratto pari a 12.800.000,00 prevedendo in via graduale la copertura di tutto il paese con il sistema di raccolta porta-a-porta al fine di raggiungere il livello massimo di raccolta differenziata ed adeguarci così alle regioni italiane più all’avanguardia nel sistema del trattamento dei rifiuti.

Il bando prevede che il progetto sia pensato e redatto dalle singole imprese che parteciperanno alla gara e ciò per due motivi:

1. Mettere le imprese stesse in concorrenza fra loro per ottenere il miglior progetto possibile.

2. Chi meglio delle stesse Imprese conosce le tecnologie da impiegare che continuamente si evolvono?

La Commissione tecnica valuterà i singoli progetti e assegnerà i punteggi attribuendo fino a 70 punti alla qualità del servizio e fino a 30 punti al prezzo.

L’obiettivo che l’Amministrazione vuole raggiungere è quello di dare ai cittadini di Palagiano un paese molto più pulito raggiungendo livelli di differenziata, come previsto dalla legge, nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 5° anno di servizio.

Saranno così gradualmente eliminati gli sgradevoli bidoni di immondizia che molti problemi recano ai cittadini e sostituiti con altri sistemi all’avanguardia e sarà attivata una serie di incontri di formazione per educarci a differenziare di più e a produrre meno rifiuti possibile. Questo sistema virtuoso se ben applicato da tutti i cittadini può produrre effetti immediati sia sul risparmio procapite, sia sulla salute del nostro ambiente e di tutti i suoi abitanti.

A questo punto mi appresto a rispondere alle elucubrazioni di taluni che, pur non conoscendo gli atti e gli argomenti, si inventano volta per volta, filosofi, economisti, esperti in rifiuti, amministratori e chi più ne ha più ne metta, alzando inutili polveroni e creando vera e propria disinformazione.

• Mi viene fatto notare che nel bando di gara non esiste un’analisi dei costi. In realtà esiste solo che non è resa nota perché la gara prevede che siano le singole imprese partecipanti a proporre le soluzioni più opportune sulla base degli indirizzi generali dati dal Capitolato speciale d’appalto. Peraltro ai documenti di gara sono allegate le planimetrie di tutto il territorio e pertanto su quelle, le Imprese, dovranno lavorare per presentare la migliore offerta progettuale.

• Mi viene fatto notare che il Capitolato non prevede la pulizia delle spiagge. Forse perché la pulizia delle spiagge è un servizio gestito dall’ATO? Giusta atto di intesa tra la Provincia di Taranto e le Autorità d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani – ATO TA/1 e TA/3.

E forse non tutti sanno che tale servizio per molti anni è stato realizzato grazie ai fondi erogati dalla regione Puglia e dalla compartecipazione del Comune.

• Mi viene fatto notare che le ATO saranno soppresse: ma forse non tutti sanno che la Regione le ha riconfermate seppure accorpandole e ponendole in ambito provinciale.

• Mi viene fatto notare che nel Capitolato non è richiesta l’iscrizione alla categoria 1 sottocategoria “centri di raccolta”. BALLE!!! L’iscrizione alla Categoria 1 è ovviamente prevista. E’ vero il contrario che non può partecipare alla gara chi invece ha solo la iscrizione alla categoria o sottocategoria “Centri di raccolta”, sono questi ultimi che non possono partecipare alla gara. In ogni caso chi ha l’iscrizione alla categoria 1 non ha nessun problema ad ottenere quella alla sottocategoria “centri di raccolta” che è inglobata sempre nella categoria 1. Infatti sulla G.U. n. 165 del 18 luglio è stato pubblicato il D.M. 13/5/2009, di modifica del DM 8/4/2008, contenente la disciplina dei centri di raccolta per rifiuti urbani e assimilati (le cosiddette “eco piazzole”). I gestori dei centri dovranno iscriversi all’Albo nazionale gestori ambientali (categoria 1) e comunque l’impresa aggiudicataria dovrà presentare prima dell’avvio del servizio tutta la documentazione richiesta.

Sempre a disposizione per tutti coloro che vorranno ulteriori chiarimenti.

Il Sindaco

Rocco Ressa