LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE MANUELA GOFFREDO.di Pasquale Rizzi.
13 Febbraio 2011Cara Manuela, ho sentito il bisogno di scrivere questi miei appunti dopo aver letto quanto da te scritto pubblicamente in ordine alla questione della tua autosospensione. Noi due, in momenti diversi, siamo diventati personaggi pubblici non fosse altro per la carica amministrativa che abbiamo ricoperto insieme.
E’ per tale regione che credo sia necessario far conoscere il mio punto di vista solo in funzione di questo aspetto, perché altrimenti avrei agito con un approccio decisamente diverso. Rileggendo la tua nota ho rivisto, sotto certi aspetti, quello che è stato il mio ruolo di assessore ma con esiti e risvolti completamente diversi.
Tu dici ad un certo punto che:
<< Tutto questo appare evidente quando di fronte ad una crisi amministrativa venivo riconfermata in giunta per continuare il lavoro iniziato>>,
poi ancora:
<< in virtù di quando sinora esposto, non essendo stata coinvolta nel processo decisionale che ha indotto il mio partito alla stesura della suddetta nota che pone fuori dalla maggioranza il partito stesso e non condividendola nel merito, ritengo opportuno rimettere al Sindaco il mio incarico lasciando a lui la decisione in piena libertà ed autonomia>>.
Sono queste due frasi che mi hanno particolarmente colpito e fatto nascere il desiderio in me di rompere ogni indugio e mettere da parte il mio naturale riservo nei confronti di una amministrazione pubblica nella quale non riesco più a riconoscermi in quanto faccio fatica a valutarne l’effettiva capacità di bene amministrare la cosa pubblica.
Vorrei partire da un punto fermo, ovvero quali sono state le ragioni della crisi amministrativa che hanno portato all’azzeramento della Giunta a marzo del 2010.
La Giunta fu azzerata dietro decisione unilaterale del Sindaco in quanto, il sottoscritto, insieme a te, insieme all’assessore Caforio e all’assessore Orlando, ci eravamo rifiutati di approvare il bilancio di previsione senza averlo minimamente discusso con i gruppi consiliari di cui eravamo riferimento in seno alla Giunta.
La Giunta, poi, è stata riproposta non certo per la bravura di ogni singolo assessore o per meriti acquisti sul campo per aver ben amministrato il nostro Paese, ma solo ed esclusivamente per puro calcolo politico e per esigenze legate a presunte visibilità politiche che erano state compromesse dalla nostra presenza e per rispondere, ancora una volta, a logiche di spartizione tra questo e quel gruppo politico, tra questo e quel partito.
I riconfermati, e tra questi anche tu, non sono stati scelti se non per rispondere a questi principali requisiti, altrimenti non saprei spiegarmi come mai un ottimo assessore all’agricoltura come Donato Piccoli, un ottimo assessore alle politiche giovanili ed allo sport come Giusy Caforio, tralasciando la mia posizione per ovvie ragioni di buon senso e quella di Orlando e di Schiavone per i quali sono state seguite altre logiche per così dire di “assestamento”, non siano stati riconfermati se non altro per il meritevole lavoro svolto.
Mi disse un vecchio militante di sinistra in quel’occasione: “Pasquà, questa è la politica e devi accettarla così com’è, capisco le tue ragioni ma se non hai Santi in paradiso non conti niente”.
E’ la regola della meritocrazia che a Palagiano non può essere assolutamente applicata e nemmeno da te se pensi che questa sia l’unica condizione che ti ha portato a rimanere la superstite di una esperienza amministrativa che abbiamo svolto in comune.
Ritengo che sia giunto il momento di assumere un ruolo non più di semplice spettatore di un degrado che ebbi ad anticipare al Sindaco già mesi prima (novembre 2009) della scelta di azzerare la Giunta (marzo 2010).
In quell’occasione scrissi tra l’altro, preannunciandogli le mie dimissioni dopo l’ennesima fumata nera in seno al gruppo di maggioranza circa l’approvazione del P.I.P. (Piano degli Insediamenti Produttivi. n.d.r.): ” …..
Tale decisione, sia pur sofferta, è dettata dalla considerazione che ogni mio pur minimo contributo è risultato vano; ho dovuto affrontare, nella mia esperienza assessorile, una serie di ostacoli di natura organizzativa (uffici incapaci ed in alcuni casi inerti a dare risposte e soluzioni ai problemi della collettività) oltre che di natura politica (sforzi di mediazione per soddisfare questo o quel consigliere).
Ora tutto è concepibile e sopportabile, quel che non è più concepibile è il fatto che quest’andazzo oltre che a qualificare una pubblica amministrazione come “mediocre” mette le nostre persone e le nostre dignità a mercè di quanti considerano tutta l’erba un fascio e quindi destinatari, alla pari degli incapaci, degli strali della opinione pubblica.
Negli ultimi tempi il mio sforzo, direi pure la mia “ossessione”, si è concentrato per portare a soluzione l’annosa questione del Piano degli Insediamenti Produttivi, animato dal fatto che grandi erano le opportunità che esso avrebbe dato allo sviluppo economico e sociale della nostra Palagiano.
Era ed è necessario passare dalla parola ai fatti visto che tutti su un fatto siamo completamente d’accordo: il degrado della società civile e quella palagianese in particolare, è anche segno delle scarse opportunità di sviluppo, anche occupazionale, che non siamo in grado di offrire al nostro territorio.
Quindi la nostra responsabilità diventa “morale” e ci spinge ad affrontare le questioni con la necessaria urgenza ed intransigenza.
Così non è stato, ancora una volta la “mediocrità” e la scarsa propensione a vedere ogni nostra azione come un unico obiettivo qual’è quello del bene comune, ha fatto si che anche questa volta questa iniziativa finisse nelle beghe di basso livello della politica ovvero nella diabolica spirale della politica inconcludente”.
Per la cronaca non provvidi più a dimettermi in quanto il Sindaco, con la sua proverbiale capacità di dissuasione, ammise che se la situazione avesse continuato in quel modo a dimettersi sarebbe stato prima lui.
E’ l’unico cruccio che mi porto da allora, avessi seguito il mio istinto ora non sarei qui a scrivere questa nota.
Ma tanti erano le cose che mi aspettavano nel cammino della legislatura: il P.I.P. appunto, il regolamento sui manufatti precari, il regolamento sull’uso del territorio per gli impianti fotovoltaici (proponevo sostanzialmente una soglia massima di sfruttamento del territorio agricolo), l’aggiornamento del regolamento edilizio, il piano casa, il piano del colore per il centro storico del nostro paese.
Alcuni di questi argomenti sono riuscito a farli approvare (non immaginando che da li a poco sarei diventato un ex assessore), altri giacciono, impolverati, sulle scrivanie di qualcuno.
Concludo dicendo che non vorrei da ora in poi essere annoverato come un ulteriore seguace dei cosiddetti inconcludenti o denigratori.
La mia storia, anche recente, dimostra come nel momento in cui sia stata chiesta la mia collaborazione, questa non è mai venuta meno, nonostante le mille e più ragioni che avevo per passare nella schiera dei denigratori.
Tante sono state le pacche avute sulle spalle (tutte sul lato sinistro quello per intenderci del cuore) di apprezzamento e compiacimento del mio operato, ma poche sono state le parole ed il necessario coraggio di chi doveva ammettere i propri errori nei miei confronti.
Gli amici, cara Manuela, non sono quelli che sono solo disposti a dirti che tutto va bene giusto per il gusto di essere apprezzati per la loro vassalleria, ma si dimostrano “veri” se sapranno, anche a costo di ferirti, dirti il loro pensiero, anche se discutibile, ma sincero.
Buona fortuna Manuela, ne avrai veramente bisogno.
Pasquale Rizzi, già assessore del Comune di Palagiano.