SPIGOLATURE RISORGIMENTALI. di Vito Vincenzo Di Tur
13 Marzo 2011Il prossimo 17 marzo ricorreranno 150 anni dell’Unità d’Italia.
L’evento che – per Decreto e col mal di pancia di individui “nordisti” che si dicono “padani” (non ho capito cosa hanno da protestare) – sarà solennemente celebrato in tutta Italia, non può non ricordare che Palagianello, all’epoca frazione di Palagiano (aggregato nel 1806 per motivi demografici), nel suo piccolo, ha vissuto i grandi avvenimenti che portarono all’unità d’Italia, contribuendo a scrivere, con piccoli avvenimenti, la storia, quella grande.
Le ricerche intorno ai movimenti politici del 1848 annotano dimostrazioni e comizi in Palagianello con la partecipazione due patrioti:
• Saverio Fanelli,
• il Dottor Giuseppe Tateo.
Saverio Fanelli, originario di Massafra, risiedeva in Palagianello sin dal 1822, quando il padre Giovanni fu nominato “medico condottato”.
Numerosi sono i documenti che attestano la sua residenza in Palagianello.
Dall’Archivio della Parrocchia San Pietro Apostolo-Registro delle Cresime- leggiamo che “il giorno 25 febbraio 1824, Saverio Fanelli delli coniugi Sig. D. Giovanni Fanelli e D. Caterina Salamanca di Massafra di anni 2 circa fu tenuto nella Cresima da D. Giuseppe Semeraro di Mottola”.
Dalle carte che si riferiscono al sorteggio del 27 ottobre 1824 per l’assegnazione delle quote demaniali, depositate presso l’Archivio di Stato di Lecce, si rileva che a Saverio Fanelli di Giovanni, quale residente, fu assegnatario della quota n. 281 del demanio Petrosa.
Nel 1857 risiedeva ancora in Palagianello, tant’è che la sua abitazione, il giorno 19 giugno, fu visitata dalla Gendarmeria Reale di Terra d’Otranto. In quell’occasione furono sequestrati, fra le altre cose, “….un lungo manifesto di Mazzini al popolo napoletano, un organico settario contenente 24 articoli per costituire in Pugno gli associati”, circolari ed altri documenti, oltre a “…3 pugnali, 16 palle di un’oncia cariche di polvere”. Il verbale di perquisizione fu recapitato al Regio Giudice di Ginosa per mezzo del Caporale Cufari e del Gendarme Pacifico “a fine di perquisire e di arrestare un tale Perrone di Laterza, socio del mensionato Fanelli in affari politici”.
Alla perquisizione seguì l’arresto di Saverio Fanelli per “associazione illecita organizzata con promessa e vincolo di segreto costituenti setta per lo stesso colpevole fine di cospirare contro il Governo, avvenute in Palagianello e Massafra”. Con la stessa motivazione fu arrestato anche Padre Fedele di Laterza (cappuccino “stanziante” in Massafra) e Nicola Perrone il quale, nello status di detenuto, il 20 giugno 1857 fu interrogato dall’Intendente della Provincia di Terra d’Otranto, Carlo Sozi-Carafa barone di S. Nicola.
Dall’Organico sequestrato in casa Fanelli risulta che la Provincia era divisa in sei Dipartimenti: “Lecce, Ostuni, Gallipoli, Maglie, Taranto e Palagianello sono capoluoghi de’ rispettivi Dipartimenti che ne prendono il nome”
Nel 1860, il Fanelli con il grado di Tenente agli ordini del Generale Giacomo Medici che era a capo della seconda spedizione dei Volontari, con Nicola Perrone di Laterza, raggiunse le truppe Garibaldine in Sicilia dopo lo sbarco dei “Mille”.
Il Comune di Massafra ha voluto onorare questo suo figlio per nascita, con denominargli una strada.
Sarebbe cosa meritoria e giusta che anche il Comune di Palagianello onorasse degnamente questo suo figlio acquisito, coll’assegnare il suo nome ad una via, giacché tutta la sua attività patriottica l’ha svolta in Palagianello insieme al Dott. Tateo, al quale peraltro sin dagli inizi del sec. XX è stata dedicata una strada.
Giuseppe Tateo, medico originario di Putignano (BA), aveva seguito la famiglia la quale, in Palagianello, conduceva in fitto la Masseria Parco di Stalla, all’epoca di proprietà dei Caracciolo di Santeramo.
Il Tateo, fervente patriota, elesse la masseria a luogo di cospirazione. Infatti, in Parco di Stalla aveva sede la sezione di cospiratori denominata “La Volpe” con giurisdizione su Castellaneta e Laterza.
Patrioti come Saverio Fanelli di Palagianello, e don Giacinto Infantini sacerdote di Montemurro (Provincia di Potenza), tra il 1848 ed il 1857, erano assidui frequentatori della masseria, peraltro, visitata spesso anche da Nicola Perrone di Laterza.
Gli incontri tra il Perrone ed il Tateo sono confermati da Arcangelo Di Taranto, laertino, il quale, interrogato il 7 dicembre 1857 ebbe a dichiarare, fra l’altro, “. . . .condussi il detto D. Nicola Perrone da qui (Laterza) alla Masseria Parco di Stalla – tenimento di Palagianello – tenuta in fitto dalla famiglia Tateo. . . . .”
Per uno scritto antigovernativo attribuitogli fatto pervenire ai giudici il 18 luglio 1857, oltre all’attività tesa a sovvertire il governo borbonico, il Tateo fu condannato, in contumacia, insieme al Fanelli ed all’Infantini, ad “anni venti di ferri” per ” cospirazione progettata, ma non conchiusa, né accettata”.
Colpito da una taglia di 5.000 piastre per la sua instancabile opera svolta durante i moti liberali il dottor Tateo, per sfuggire alla persecuzione dei Borboni, fu fatto imbarcare da Brindisi chiuso in una botte andò in Grecia, secondo altri si imbarcò a Mola per Trieste, percorse la Francia ed Inghilterra facendo dappertutto buona ed efficace propaganda per la causa italiana.
Morto Ferdinando II, sperava di ritornare finalmente alla sua terra e di riabbracciare la madre, Maria Caterina Riccardi, ma la morte, il 24 giugno 1859, lo colse in Francia, esule per amor di Patria. Fu sepolto nel cimitero “Cimella” presso Nizza.
Caduta la dinastia borbonica con il debole Francesco II e dopo il Plebiscito del 1860 per l’Unità d’Italia, altri avvenimenti colpirono la nostra cittadina con lo scatenarsi del fenomeno del brigantaggio che, a nostro parere, altro non era, almeno per la nostra cittadina, se non movimento di insorgenti del quale il nostro compaesano Pasquale Trisolini faceva parte. Ma, questa, è altra storia.
Marzo 2011
Vito Vincenzo Di Turi