Un esempio di incompetenza economica da parte di un magistrato
1 Dicembre 2011Il magistrato in questione è Nicola Gratteri, della Procura di Reggio Calabria. Il caso che voglio illustrare, che lo vede protagonista in base a un ragionamento da lui fatto nel finale di questa trasmissione, ha implicazioni puramente economiche. Non sono infatti interessato, non possedendo gli strumenti per farlo, a giudicare il suo operato professionale.
Immaginiamo – questo è il ragionamento fatto dal magistrato – che in una cittadina esistano quattro supermercati, ne nasce un quinto con capitali mafiosi che comincia a vendere i suoi prodotti un punto o due in meno rispetto agli altri quattro. I cittadini – secondo il magistrato – senza porsi alcun problema etico, a quel punto, fiutato l’affare, si rivolgono al quinto supermercato per effettuare i loro acquisti. Ne segue una perdita di posti di lavoro negli altri quattro supermercati, per via del calo del fatturato da loro subito a causa della concorrenza sleale esercitata dal quinto. Il quinto supermercato può esercitare tale forma di concorrenza in quanto è alimentato dai soldi provenienti dal narcotraffico.
Dopo un po’, l’attività investigativa della Procura permette di risalire alle fonti di quel denaro e decreta l’interruzione del suo flusso verso il quinto supermercato. Il supermercato allora, non potendo più contare sull’afflusso di denaro facile, smette di essere concorrenziale e chiude. Ai posti di lavoro persi nei primi quattro supermercati adesso si aggiungono quelli persi nel quinto.
Risultato – sempre secondo il magistrato: involontariamente, la Procura ha contribuito ad azzerare le possibilità di impiego nel settore dei supermercati della ridente cittadina presa in esempio.
Secondo me, più che le possibilità di impiego, a risultare azzerata sarà la capacità di ragionamento economico del dott. Gratteri, dopo che avremo accertato l’impressionante numero di errori che è riuscito ad inserire in un unico esempio, tra l’altro pure breve nella sua durata.
Cominciamo dal primo, che non è propriamente economico. Abbiamo visto che il magistrato accusa i cittadini di insensibilità etica poiché si recano, senza scrupoli di sorta, a effettuare i propri acquisti presso il nuovo supermercato, che propone merci a prezzi di vendita più bassi. Qui i casi, volti a giustificare l’accusa, possono essere solo due: 1) il magistrato pensa che la società sia composta solo di magistrati, che conoscono perfettamente come e perché il quinto supermercato riesca ad essere più competitivo; 2) i cittadini sono obbligati a dover diffidare di chiunque pratichi prezzi più bassi.
Il primo dei due casi non può essere per motivi talmente ovvi che non è neppure il caso di stare a spiegarli (o vi siete per caso imbattuti in qualche cittadina la cui popolazione fosse composta esclusivamente da magistrati?), rimane il secondo.
Bene, ammettiamo che il magistrato abbia ragione e proviamo a capire come si comporterebbero i mafiosi. Vista la diffidenza diffusa verso chi pratica prezzi più bassi, deciderebbero di fare “concorrenza” con prezzi più alti rispetto a quelli proposti dai restanti quattro supermercati. Se il magistrato ha ragione, tutti i cittadini, pur di sentirsi a posto con loro coscienza, correrebbero a farsi spennare dal quinto supermercato! Immagino che, alla luce di questo ribaltamento imprevisto, il dott. Gratteri tornerebbe in televisione ad accusare i cittadini per la loro insensibilità etica (infatti solo a loro non sarebbe riuscito di vedere chiaramente che la mafia, per fregarli, pratica prezzi più alti) e per chiedersi se per caso esista qualche legge di natura che rende i magistrati più intelligenti della media degli umani (appurato che anche stavolta sarebbero stati gli unici a vedere ciò che è destinato a restare oscuro a tutti gli altri).
Passiamo adesso agli errori più propriamente economici. Il secondo di tali errori deriva dalla mancata comprensione del fatto che, nonostante i licenziamenti nei quattro supermercati, invero non si verifica alcuna diminuzione del fattore lavorativo; i lavoratori licenziati saranno presumibilmente assunti dal quinto supermercato e i loro vecchi datori di lavoro potrebbero orientarsi verso altre attività commerciali poiché, per effetto dei risparmi consentiti dal quinto supermercato, i loro concittadini avrebbero più denaro da spendere in altri prodotti. A conti fatti, poiché le nuove attività commerciali abbisognerebbero di nuovi lavoratori, potrebbe addirittura darsi un guadagno netto in posti di lavoro!
(Alla base di questo fenomeno, apparentemente paradossale, agisce lo stesso meccanismo che innesca produzione di nuova ricchezza ogni qualvolta in un settore dell’economia si dà un guadagno di efficienza, magari dovuto al miglioramento della produttività. Nel nostro caso non si darebbe alcun guadagno di produttività, poiché è ovvio che il risparmio sarebbe dovuto ai soldi provenienti dal narcotraffico, ma la produzione di nuova ricchezza si darebbe comunque.
Questo meccanismo è profondamente diverso da quello recentemente sponsorizzato dal nostro sindaco quando è tornato a ripetere il suggerimento dato qualche mese fa, in occasione dell’alluvione che colpì Ginosa Marina, di realizzare una rete di opere pubbliche allo scopo di rilanciare l’economia. Mi dispiace per lui, ma il risultato che se ne otterrebbe sarebbe di segno esattamente opposto, per via di due ragioni che Ressa lascia nell’ombra: 1) non si darebbe alcun risparmio realizzato in un settore dell’economia e convogliato in un altro, poiché si tratterebbe di un prelievo forzoso (sotto forma di tasse e imposte) che l’attore politico crede di poter allocare a suo piacimento in maniera che faccia da “stimolo”; 2) come abbiamo avuto moto di verificare osservando il totale fallimento delle politiche di stimolo obamiane in America, solo gli illusi e gli incompetenti in materia economica possono ancora dare credito alla favola keynesiana di una crescita promossa attraverso la spesa pubblica. Potrà sembrare aberrante ammetterlo, ma abbiamo ormai le prove del fatto che persino agli “investimenti” mafiosi riesce di essere più efficienti economicamente rispetto a quelli promossi dal settore pubblico)
Il terzo errore, infine, è di quelli che francamente lasciano senza fiato. Com’è possibile infatti sostenere che, una volta chiuso il quinto supermercato, risultano azzerate per sempre le occasioni di lavoro nel settore dei supermercati? Chi o che cosa impedirebbe la ripresa degli investimenti di provenienza lecita in quel settore dell’economia?
Mimmo Forleo