I Fideles per il compleanno del Dream On
15 Dicembre 2011I Fideles per il compleanno del Dream On
La movida nella zona tarantina negli ultimi anni è stata caratterizzata dalla presenza del Dream On Cafè di Massafra, che con i suoi appuntamenti è riuscito a soddisfare la richiesta di arte, cultura ed intrattenimento offrendo alla clientela sempre eventi di particolare interesse.
Venerdì 23 dicembre, questo discobar, festeggerà il proprio compleanno, i suoi primi quattro anni di attività, nel modo creativo che lo contraddistingue e che sta segnando i venerdì di questa stagione, che vede alternarsi i migliori dj producer pugliesi in una rassegna elettronica molto apprezzata al quale si aggiunge una ricerca coreografica davvero suggestiva. Il locale, per quest’occasione, si tingerà di rosso, colore di passione e di amore per un’attività che viene portata avanti dallo staff del locale massafrese con amore e dedizione.
In consolle, ritornerà il duo di dj Fideles, che a grande richiesta, dopo il successo riscontrato dalla loro precedente performance, faranno ballare il pubblico presente. I due artisti “Made in Taranto”, promesse dello scenario elettronico nazionale sono Mario Roberti e Danilo Aprile, giovani personaggi del clubbing locale, che spinti da una forte passione per la musica, da semplici dj si sono evoluti ampliando la propria attività anche nella produzione. Così, prendendo il nome dal loro studio di registrazione hanno iniziato a “sfornare” tanti brani tutti da ballare, prodotti da varie etichette, tra le quali, la Monique Musique, la Society 3.0 Rec, la Pamflet, la Gasoline e l’Impulsa.
“Tutto ha origine dalla mia testa folle, stando a quanto dicono tutti – Afferma Gianni Sforza, gestore del Dream On Cafè – Ho voluto portare avanti, con l’aiuto di mio fratello Marco e di tutto lo staff, un progetto ambizioso e po’ assurdo, che però fortunatamente è riuscito a lanciare mode e tendenze, segnando in positivo la nightlife locale, grazie al lavoro di una serie di persone che non costituiscono un semplice gruppo di lavoro, ma una vera e propria famiglia”.