Da Emiliano a Ressa : «Loreto e’ il solo candidato di sinistra»

Da Emiliano a Ressa : «Loreto e’ il solo candidato di sinistra»

7 Febbraio 2012 5 Di Life

Fonte: http://www.corrieredelgiorno.com

Autore: Michele Cristella

CASTELLANETA – Gli appelli.
Insieme candidato sindaco, Rocco Loreto, sette capilista, ma senza nemmeno una donna, e un padrino d’eccezione, Michele Emiliano, presidente regionale del Pd, per una lista avversaria del Pd, con un motivo espresso con un amaro sarcasmo: «Forse ho sbagliato coalizione, ma ho indovinato il solo candidato sindaco di sinistra», appunto Loreto. E molti “forestieri”, da Rocco Ressa sindaco uscente di Palagiano a Cosimo Convertino, già leader di Massafra e della Regione, da Clara Funiciello e Giovanni De Giovanni, dei “moderati” tarantini, che dovrebbero avere esponenti a Castellaneta, a Felice Bitetti, di Ginosa, ad Antonio Giove leader provinciale dell’Idv, a Francesco Bruno socialista di Laterza.
Nel riempire l’attesa, Maurizio Vacca, professore e regista teatrale, ha citato Bertold Brecht che sostiene che nessun condottiero ha fatto da solo tutto ciò che gli si attribuisce: quindi ciascuno di noi è responsabile del proprio destino.
La successione dei candidati sul palco. Renzo Vismara: «Dobbiamo poter dire: voglio restare a Castellaneta»; Tiberio Rucci, avvocato: «I castellanetani sono molto presenti nelle aste giudiziarie, quindi economia al collasso; e molti i pignoramenti all’amministrazione»; Giuseppe Clemente, avvocato: «Una lista di over 35 per andar oltre il decennio passato»; Mario Manera, manager piemontese di moglie castellanetana: «Città con un enorme potenziale da realizzare»; Mario Greco, farmacista a Castellaneta Marina: «Città alla deriva, 5 anni di nulla»; Antonello Montaruli: «Alle 21 città deserta perché priva di tutto»; Leonardo Rubino, già capogruppo consiliare e consigliere provinciale, autore di saggi giuridici: «Ricostruire l’identità, avere un’idea di governo per il Bene comune, non di pochi, riaccendere speranze e impegno»; infine il saluto del socialista del consiglio tarantino Annibale Carelli: «Dopo Valentino il castellanetano più famoso è Loreto».
“Umano molto umano”, per dirla con Nietzsche, il discorso di Emiliano. «In politica ci vogliono programmi – ha esordito il sindaco di Bari – ma soprattutto storie idonee a rappresentare una città, capaci di andare al di là degli schieramenti e tuttavia bisognose di democrazie, capaci di accettare critiche e correzioni. Loreto è portatore di una storia interrotta da una patologia istituzionale, votarlo significa ripristinare la giustizia e la democrazia. Nel Pd si soffre – ha aggiunto Emiliano – ed ecco il primo appello: ma il Pd di Castellaneta rifletta per la sua riunificazione, compia gesti di riconciliazione. Occorre conoscere la verità di ciò che è accaduto per ripristinare il rispetto umano e preparare il rinnovamento della classe dirigente».
«Uno strano destino il mio», comincia Loreto: «Al mio successo mi cuciono addosso abiti non miei. Nel ’91, sul municipio trovo 30 miliardi di debiti fuori bilancio, alcuni braccianti sistemano il verde gratuitamente e passano per commissari del popolo (spioni, ndr), rimetto il comune in sesto senza aumentarle tasse ma triplicandone gli introiti facendo pagare tutti, nel ’99 in paese ci sono opere pubbliche e private per mille miliardi. Era pronto il Pug, questo non può essere approvato perché ha 5 incompatibilità. Dicono che voglia vendicarmi. E di che, se sto ottenendo giustizia. Alcuni mi domandano della salute: posso ancora stare in trincea. Ora ho un solo obiettivo: con la mia esperienza contribuire a creare una nuova classe dirigente e a trattenere i giovani nel loro paese e nelle loro famiglie, difendere le famiglie. Dovunque c’è crisi, ma a Castellaneta di più, a sera è un mortorio, siamo il fanalino di coda del circondario. Bisogna rimboccarsi le maniche e riprendere il cammino interrotto, dando obiettivi concreti e certi». «In passato – si confessa Loreto – ho fatto incursioni in altrui deleghe, ma quei delegati erano lenti, ora decisioni orizzontali, non più verticali. Si può ancora fare molto, basta tagliare i costi della politica per finanziare progetti, 10 progetti per 100 giovani, che creerebbero molta occupazione, ne dico solo uno: il colore urbano, che ha molti incentivi». E l’appello ai giovani: «Le adesioni sono entusiastiche, si può partecipare».
La conclusione vien fatta nel segno di Martin Luther King, Leopardi, Einstein e Kennedy a Berlino: «Avere un sogno, immaginazione per essere felici e per pensare oltre la realtà, e passare dal sogno alla visione, al mito, all’idea collettiva che diventa realtà e domandarsi non che cosa la città possa fare per me ma che cosa io possa fare per la mia città».

 

 

Michele Cristella