L’onestà in politica

L’onestà in politica

8 Febbraio 2012 8 Di Life

Mi ero ripromesso di non intervenire a proposito di un intervento che appare delirante sin dalle prime battute. (In qualche modo faccio mia la citazione di Bloch utilizzata da Antonio Cuscito.) Ma, considerando che qualche riflessione sul senso del dirsi “onesti” in politica non guasterebbe – anzi, sarebbe utile, atteso che è diventato argomento apparentemente alla portata di chiunque –, pur provando grande sconforto, mi accingo a dire la mia. Confido nella pazienza del lettore, troppe volte messa a dura prova dalle mie e dalle altrui pretese “pedagogiche”.

Un ottimo punto di partenza sarebbe quello rappresentato dal carattere “ideologico” della defunta “Insieme per Palagiano”, che è già stato evidenziato da altri.

Anche le pietre a Palagiano davano come dato ormai acquisito che la coalizione si fosse data dei principi che poco o nulla avevano a che fare con gli schieramenti politici conosciuti. Provi a trovare Vito una qualsiasi forza politica, di destra o di sinistra, che abbia nel suo programma la riduzione della spesa pubblica e l’alleggerimento del carico fiscale e, se ci riesce, gli darò ragione a prescindere e sarò il primo a prendere le distanze da quanto sto per dire o posso già aver detto.

Per facilitargli il compito, suggerisco a Vito di andare a controllare il programma presentato dal primo Berlusconi (quello del 1994) e di lasciar perdere quelli di qualsiasi forza che si dica di sinistra o anche di centro, sarebbero tempo e fatica sprecati. Solo Berlusconi, nella storia recente, ha presentato qualcosa di confrontabile col programma di “Insieme per Palagiano”.

Se poi vogliamo passare dal discorso sulle intenzioni (Berlusconi si limitò a presentarlo un siffatto programma, ma si guardò bene dal realizzarlo) a quello concernente i fatti, la storia darebbe a Vito un’altra delusione. L’unica Amministrazione, che mi risulti, ad aver dato seguito coerente a quel programma si trova in Calabria e governa la cittadina di Soveria Mannelli da ben quattro consigliature consecutive. Mi dispiace per Vito, ma anche quell’Amministrazione è di centro-destra.

Queste constatazioni possono significare una cosa soltanto: ha ragione Ressa quando definisce Vito un “inconsapevole” prestato alla politica. Certo, rimarrebbe da capire perché Ressa lo rivoglia con sé nonostante tutto, ma questa è cosa che possono trattare e risolvere anche da soli. Trattandosi di due arrivisti, non dovrebbero trovare difficoltà nel comprendersi.

Ma se Ressa ha ragione nel definire Vito un inconsapevole, e senza alcun bisogno di ricorrere a teorie complottiste, non è poi detto che debba avere ragione anche quando lo definisce “onesto”.

Vito non è onesto neppure con se stesso. Chiunque, al posto di Vito, dopo aver scoperto di essersi imbarcato in un’avventura che solo la sua fantasia e la sua scarsa conoscenza della politica gli facevano sembrare di sinistra, avrebbe in tutta onestà ammesso di non averci capito una mazza e si sarebbe ritirato a vita privata. Magari, col tempo e dedicandosi ad un inteso studio dei fondamentali della politica, avrebbe poi potuto ripresentarsi sotto una nuova veste: meno improvvisata e capace di non farlo apparire come l’ultimo degli sprovveduti.

Mimmo Forleo

PS. Molti si staranno chiedendo cosa c’entri l’immagine di Hitler con un post riguardante l’onestà in politica. Il motivo è presto detto. Hitler, a suo modo, è stato uno dei pochi politici onesti del ‘900. Nel 1924, anno di pubblicazione del suo “Mein Kampf”, aveva chiaramente e pubblicamente dichiarato cosa si riprometteva di fare nel caso fosse diventato padrone della Germania. Sfido chiunque a dimostrare che, dal 1933 al 1945, abbia anche per un solo giorno derogato dagli impegni che aveva voluto prendere.