D’Aloia presenta “Parol a lu vijnt”
27 Febbraio 2012
“Il sogno di una vita”. Questo ha rappresentato per Gaetano D’Aloia, la presentazione del suo libro, “Parol a lu vijnt – Tra chiant, ris e arraiamijnt”, in vernacolo palagianese.
E’ lo stesso autore che gioca con sostantivi simili, ma diversi nel loro fonema – dialetto e vernacolo -, precisando che i suoi scritti non risentono delle “contaminazioni” di paesi a noi vicini. “Si tratta forse del libro più palagianese, tra quelli presentati, ha affermato l’editore Antonio Dellisanti, moderatore della serata, perché parla la lingua del popolo.
Grande merito di Gaetano è stato quello di aver messo su carta non solo i suoi pensieri, ma anche quelli della gente.
Usa un linguaggio semplice, dando spazio al suo essere bucolico, perché costantemente a contatto con la natura, che vive e rispetta”.
Sfogliare il libro, accarezzandone le pagine, sembra accamparsi, per chi ne ha ricordo, il vecchio braciere circolare, intorno al quale si trascorrevano le serate invernali, prima che il televisore sostituisse il calore e la semplicità dello stare insieme.
“Gaetano è un amico di tanti, ha aggiunto Rocco Ressa, Sindaco di Palagiano, una persona che ha conosciuto e conosce la fatica del vivere quotidiano, visibile anche nelle sue mani callose. E’ riuscito ad immergersi in un atteggiamento culturale vero, perché la cultura non è solo rappresentata dalle grandi opere, ma si accompagna anche alla lettura della realtà che viviamo, raccontando ed interpretando usi e costumi della nostra terra”.
Per Maria Grazia Mellone, consigliere incaricata Cultura, “un libro non è opera fine a se stessa, ma qualcosa attraverso la quale l’autore si racconta e si dona agli altri. Questo libro fa vibrare le corde dell’anima, perché la poesia di Gaetano scaturisce spontanea dalla vita”.
Nel corso della serata, parti del libro sono state recitate da Katia Tinella, Carmela Montenegro, e Anastasia Aloia, regista della Compagnia Teatrale “Heateria”, che annovera l’autore fra i suoi componenti. “Il quadro di Pelizza da Volpedo – il Quarto Stato – scrive Pinuccio Stea nella prefazione, esprime meravigliosamente e plasticamente la forza, orgogliosa e serena, delle classi subalterne in marcia verso un destino migliore e più giusto: la figura di Gaetano starebbe a meraviglia in quel quadro, ancora oggi suscitatore di speranza per un mondo migliore”.
Giuseppe Favale