Palagiano , un rave party denuncia i rischi dell’amianto

Palagiano , un rave party denuncia i rischi dell’amianto

28 Aprile 2012 0 Di Life

Autrice: Roberta del Re

Fonte: http://www.agmediapress.it/

“Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica.” (Friedrich Nietzsche). Se andiamo a curiosare un po’ in rete riguardo il termine “RAVE”, troveremo: “rave party è il termine utilizzato alla fine degli anni ’80 in un clima di generale contestazione politica, in un momento in cui negli Stati Uniti come in Europa si formano controculture tese a denunciare problemi politici, difficoltà economiche e disagi sociali” (Wikipedia.org).

Le origini e le “antiche intenzioni” dei partecipanti a questi grandi raduni erano, per molti ma sicuramente non per tutti, quella di ritrovarsi in un luogo dove viene ben mostrato il passaggio dalla società della produzione e del consumo ad una società dell’ “uso”, dell’aggregazione tra le persone più simile ad una comunità piuttosto che a una società.

Certo troveremo tanti giornali, persone che non conoscono appieno questa realtà che parleranno solo di abbattimento di legalità, scriveranno di tutte quelle vite venute meno: “qui, la droga di ogni genere si consuma ritualmente: in coppia, a gruppi, da soli”. (Corriere della Sera “dentro un rave illegale,dal messaggio alle anfetamine ecco cosa accade”).

Nessuno può dar torto dato che, soprattutto negli ultimi anni, un movimento che prima abbracciava ogni fascia di età e ceto sociale si è più indirizzato verso le generazioni giovanissime che non hanno lo stesso livello di consapevolezza che è sempre stato proprio di questo tipo di manifestazioni. Quando si parla di rave o feste illegali si tende sempre a mettere in luce il lato più oscuro delle stesse, senza dare importanza a quelle contestazioni di carattere sociale, politico e culturale di cui sono portatori sani questi raduni.

Al comune di Palagiano (Ta)per esempio, ci sono state decine di denunce alle autorità di competenza che vanno dal 18/11/2008 fino ai primi mesi del 2012, per quanto concerne il rischio che i cittadini corrono ad essere giornalmente esposti alle fibre di amianto all’interno delle vie principali del paese e non.

L’ultima denuncia è del 3/1/2012 ma anche questa non ha avuto alcun esito continuando a lasciare una intera comunità in balia di un veleno che lentamente potrebbe provocare: asbetosi, tumore della pleura, carcinoma polmonare etc. Una fibra di amianto è 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre libere di amianto nell’aria non sia pericolosa, per certo una esposizione prolungata nel tempo ad elevate quantità, aumenta esponenzialmente i rischi.

Di tutto questo però non si sono preoccupati i circa 1.500 ragazzi che nei 3 giorni tra Pasqua e Pasquetta stanchi di non essere ascoltati, hanno deciso di fare sentire la propria voce ma soprattutto la propria musica ed hanno organizzato per protesta un rave party proprio in una delle zone incriminate e cioè un ex salsificio situato tra Palagiano e Castellaneta Marina.

Il concetto di base è stato quello di farsi ascoltare appropriandosi per un tempo determinato di quello spazio pubblico con il corpo, la creatività, e la musica. Una maniera per creare una zona temporanea che eludesse le normali strutture di controllo sociale e permettesse a questi luoghi, di definirsi e di esistere con tutte le problematiche del caso.

Questi ragazzi non si sono arresi alle decine di denunce non considerate ed hanno deciso di sfidare volontariamente le autorità preposte affinché fossero costrette a prendere coscienza del problema. Questi ragazzi, la maggior parte aderenti al movimento T.A.Z (zone temporaneamente autonome) sono riusciti a farsi sentire solo occupando, trasgredendo ma non denunciando. Sono riusciti a far arrivare il loro dissenso fin sulle pagine telematiche del nostro giornale dove noi li aiuteremo a denunciare una situazione che mina la sicurezza di tante persone, del nostro ambiente, perché nostro dovere è dare voce al grido di giustizia di chi non è ascoltato e le autorità speriamo che finiscano di mettere la testa sotto la sabbia e cerchino di dare risposte concrete e praticabili al problema dell’amianto nel tarantino.