Considerazioni post-voto

Considerazioni post-voto

23 Maggio 2012 23 Di Life

Questo è l’ultimo dei due post con cui ho inteso dire la mia sul voto. Torno a ribadire che a mio parere non si è trattato di vere elezioni e l’unico dato politico ricavabile dalle consultazioni è quello emergente dai risultati ottenuti dalle liste.

Riassumo brevemente il punto del passato post che è apparso poco convincente ai più. È probabilmente vero che l’esito è stato fortemente influenzato dal voto femminile, ma è anche vero che si può dare una lettura diversa del fenomeno, rispetto a quella per cui tiene Life.

Le donne, come gli uomini, hanno inteso bocciare l’amministrazione uscente, e il segnale più significativo a questo riguardo è dato dal loro non voler sentir parlare di “donne al Comune”. La qualità percepita del lavoro svolto dalle donne presenti nella passata consigliatura dev’essere stata non proprio eccelsa. A confortare questa mia interpretazione interviene il fatto che l’unica donna capace di ottenere un risultato elettoralmente apprezzabile – Rosalba L’Erede, 106 voti – era candidata nel Centrodestra.

A questo proposito si potrebbe aprire un’altra discussione concernente l’indiscutibile, sempre a mio parere, rifiuto che si è dato di ogni aspetto che potesse richiamare la passata amministrazione e le “politiche” da essa adottate. Nel PD, che torno ad utilizzare per avere l’istantanea di quanto accaduto, non è un caso siano risultati eletti i tre apparsi meno “politici” di tutti: Rino Pucci, percepito come il tecnico dei canali; Piero Cifone, lo sconfitto dalle primarie mai tenutesi; Carmine Montemurro, che ha goduto del fattore novità e del suo apparire ancora avulso alle logiche di casa PD. Ma lascio perdere volentieri questi aspetti e torno all’argomento principale.

Nello scorso post ho affrontato il discorso riguardante le coalizioni, in quest’ultimo mi soffermerò sugli aspetti interessanti le tre macro-aree in cui si suole suddividere la politica – Sinistra, Centro e Destra – e proverò a tracciare le linee dei possibili scenari futuri.

La sinistra

Consentitemi intanto di volgere un breve sguardo al passato e ad una mia previsione avanzata su questo sito in occasione di un commento ad un utente e riguardante il risultato che prevedibilmente la sinistra avrebbe ottenuto a Palagiano.

La mia previsione diceva chiaramente e senza mezzi termini che c’era d’attendersi un tracollo della sinistra. A urne chiuse posso dire di aver visto giusto: la sinistra (comprendendovi anche la Margherita, poi confluita nel PD) ha raccolto il 21,83% dei voti di lista; partendo da un dato, quello del 2007, pari al 38,69%! Dove sono finiti la quasi metà dei suoi voti?

Il centro

Diamo un’occhiata al centro. Le due formazioni chiaramente identificabili come “centro” (UDC e Italia di Mezzo) nel 2007 avevano ottenuto il 16.67% dei consensi. Nel 2012 tale consenso è pari al 17,77; suscettibile di diventare il 24,33 se consideriamo Io Sud come forza di centro, il che a Palagiano può essere.

Il guadagno del centro, dunque, è pari a 7,66 punti percentuali, contro i 16,86 persi dalla sinistra. Se ne deduce che gli Scalera sono tornati a svolgere il ruolo di dominus indiscusso del centro e che dalle loro scelte dipenderà anche gran parte del destino della sinistra.

La destra

La destra nel 2007 aveva contato il 24,87% dei consensi, diventati il 29,94 nel 2012.

Il mancato sfondamento della soglia del 30%, a mio avviso, dice chiaramente una cosa: la destra ha ancora tanto da lavorare prima di poter dire di avere un consenso maggioritario consolidato, che la identifichi chiaramente come forza di governo imprescindibile. Di quelle cioè capaci di non temere alcun tipo di sfida da parte dell’avversario. Oggi ci sono le condizioni perché diventi tale, ma le resta ancora tanto da fare. Politica e ancora politica si chiama la ricetta.

La “terra di nessuno”

Sommando il 21,83 della sinistra al 24,33 del centro e al 29,94 della destra, si ottiene il 76,1%. Ciò significa che il 23,9% dei votanti lo si può considerare “mobile”; si tratta di una percentuale che vale la pena confrontare con quella omologa del 2007.

Nel 2007 sinistra, centro e destra ottennero complessivamente l’80,23% dei voti di lista; la differenza è pari a circa 4 punti, alta ma non altissima. Questo dato conferma che la crisi della sinistra è di quelle che possiamo definire “gravi”; i voti fuoriusciti dal suo versante hanno trovato collocazione per massima parte al centro e a destra, e appare difficile – dato il deserto di personalità dotate di spiccate doti politiche che sembra profilarsi al suo orizzonte – un loro recupero a breve.

Mimmo Forleo