Doctor Beppe and Mr. Grillo / 2

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30 Maggio 2012 12 Di Life

Movimento 5 Stelle. Alcune riflessioni aggiuntive

30 marzo 2012 •sandro brusco

Il precedente post sulla politica economica del Movimento 5 Stelle ha attirato un buon numero di interessanti commenti. In questo post vorrei aggiungere alcune riflessioni al dibattito. Temo che il post risulterà un po’ ”cerchiobottista”. È il risultato del fatto che rispetto al movimento ho sia speranze sia diffidenze, che cercherò di spiegare con maggiore dettaglio.

Dividerò questo post in due parti. La prima sarà dedicata a una difesa (per mancanza di termine migliore) del Movimento 5 Stelle. La seconda sarà invece dedicata a spiegare le ragioni del mio perdurante scetticismo.

Cominciamo dunque con il colpo al cerchio. In difesa del movimento mi sento di dire quanto segue.

1) Vari lettori hanno lamentato la scarsa qualità dei militanti del M5S, la loro disponibilità a credere alle teorie complottiste più varie e incredibili, l’incapacità di discutere con chi è fuori dal movimento eccetera. Non discuto che fenomeni di questo tipo siano reali. Ma quanto distinguono il Movimento 5 Stelle da qualunque altro partito o movimento politico italiano? Provate a chiedervi se l’elettore o militante medio del centrodestra o del centrosinistra è prono a credere a teorie complottiste, rifiuta di discutere con chi non appartiene alla sua parte etc. Nel provare a rispondere tenete a mente che il principale quotidiano del centrodestra è riuscito a titolare, rispetto alla crisi italiana, ”È stata la culona”; il titolo è infame sotto talmente tanti punti di vista che è impossibile elencarli, ma in particolare sottende una visione complottista della crisi italiana, in cui oscure forze internazionali di cui la Merkel si fa agente sono intervenute per minare le basi della nostra economia e della nostra democrazia. I militanti leghisti e pidiellini che credono fermamente che, se non fosse stato per le losche manovre di tali forze, il governo di centrodestra sarebbe stato un risonante successo sono probabilmente la maggioranza. E non si vede come possa essere differente, visto i mezzi di comunicazione cui fanno riferimento ripetono continuamente questa tesi. Oppure provate a chiedervi quanti elettori del centrosinistra sono convinti che la recente limitata riforma del mercato del lavoro sia in realtà un complotto sotteso da forze oscure con lo scopo di affamare il proletariato. Anche qui sospetto siano o la maggioranza o comunque una minoranza assai cospicua. E non si vede come possa essere differente, visto che la tesi viene pubblicizzata sul principale giornale del centrosinistra. In questo panorama, accusare i militanti del M5S di essere più disponibili di altri a credere a panzane complottiste mi sembra abbastanza ingeneroso. Come minimo l’onere della prova è sugli accusatori. Non venitemi a raccontare che Tizo o Caio, militanti del M5S, credono alle teorie complottiste più varie; è probabilmente vero, ma non è il punto. Per ogni Tizio e Caio del M5S che credono ai complotti troverò due Semproni in Lega e PdL che credono al complotto internazionale contro Berlusconi o due Semproni nel centrosinistra convinti che i problemi di Grecia, Italia etc. si risolverebbero d’incanto se non fosse per la congiura dei maledetti speculatori. C’è un generale scarso livello del dibattito politico nel paese, e sta a chi accusa il M5S l’onere di provare che questo movimento è peggiore di altri. Io questa evidenza finora non l’ho vista.

2) Il trattamento del M5S sui media è abbastanza indecente. Gli unici casi in cui si fa menzione del movimento sui media sono quelli in cui sorgono contrasti, veri o presunti, tra Beppe Grillo e alcuni esponenti, solitamente per cercare di sostenere la narrativa di Grillo dittatore autoritario. Non si dice praticamente nulla delle iniziative che il movimento porta avanti a livello locale, del lavoro dei suoi eletti, di come funziona effettivamente il dibattito e la democrazia interna. Non credo che questo sia il risultato unicamente di malafede. La spiegazione più probabile mi pare una combinazione di scarsa conoscenza da parte dei giornalisti, con aggiunta di una buona dose di pigrizia, e di scarsa esperienza da parte del movimento nel gestire le pubbliche relazioni. Sia come sia, il risultato netto è che per chi non partecipa attivamente al movimento non è facile seguire la discussione, e questo è un grosso peccato a cui bisognerebbe cercare di rimediare. Farò un paragone che può far arrabbiare alcuni militanti del movimento: a me il trattamento del M5S ricorda abbastanza da vicino quello che i giornali riservarono alla Lega Nord negli anni Novanta. Anche quel movimento veniva presentato come fenomeno esclusivamente folcloristico, i militanti erano inevitabilmente dei trinariciuti etc. etc. I tentativi di capire cosa stesse succedendo mancavano, così come mancava quasi totalmente il riconoscimento del fatto che la Lega stava agitando temi reali e importanti. In realtà al tempo la Lega era un magma che poteva evolvere in varie direzioni. Ora, purtroppo, sappiamo come è evoluta e non è un bello spettacolo. Forse era tutto predestinato e non c’era comunque nulla da fare. Ma è possibile che all’evoluzione negativa abbia contribuito un trattamento da parte della stampa che ha fomentato, tra i militanti leghisti, la tendenza all’arroccamento e al rifiuto del dialogo. Mi spiacerebbe molto che una cosa del genere succedesse al M5S.

3) Nel post precedente ho posto in luce quelle che sono alcune contraddizioni e mancanza di chiarezza che vedo nel M5S. Devo aggiungere per completezza che questi sono difetti abbastanza generali. Prendiamo la questione della spesa previdenziale. Certo, fa impressione sentire Grillo ruggire che lui ”se ne frega delle statistiche”. Ma teniamo a mente che il centrodestra e il centrosinistra, anche senza ruggire, hanno fatto esattamente questo: se ne sono fregati delle statistiche. Per cui il governo Prodi ha non solo evitato di aumentare l’età pensionabile, ma l’ha addirittura ridotta con l’abolizione del cosiddetto ”scalone”. Per cui il centrodestra si è poi ben guardato dal ripristinare lo scalone e ha ripetutamente proclamato, per bocca dei vari Tremonti, Brunetta, Sacconi e compagnia ragliante, che il nostro sistema pensionistico era il migliore possibile e non aveva bisogno di interventi. Gli atti e le parole di chi governa sono infinitamente più gravi dei proclami di un blogger, per quanto famoso. Di nuovo, critichiamo pure il M5S ma teniamo presente cosa è la cultura politica del paese. Interventi confusi e demagogici sulle pensioni e su altri temi di politica economica sono purtroppo merce che si vede quotidianamente nei partiti esistenti. Il M5S non è certo il peggiore, sotto questo punto di vista.

4) Last but not least. Io credo occorra riconoscere al M5S di essere l’unico, ma veramente l’unico, movimento che si è sempre battuto contro i privilegi della casta senza se e senza ma; guardate, come esempio più recente, la questione del finanziamento ai giornali, che continua a resuscitare come gli zombie. Questo è straordinariamente importante nella situazione politico-economica attuale. Non è solo questione di moralità pubblica (che pure è importante), è soprattutto questione che senza un attacco frontale ai privilegi di casta e alle storture da essi causati è impossibile o almeno molto difficile avviare serie riforme economiche che stimolino la crescita. Nessuna altra forza politica sembra essere disposta a ingaggiare questa battaglia e questa è la principale ragione per cui mi ostino a guardare con interesse al M5S. Ed è per questa ragione che mi prende un certo scoramento quando vedo affiorare proposte come quella della nazionalizzazione delle banche, che servirebbero solo a rendere la casta più forte e pervasiva. Spero che su questo il M5S discuta e discuta a fondo, perché la confusione sembra regnare sovrana.

E veniamo ora al colpo alla botte. Come ho detto guardo con interesse al M5S e sono perfettamente cosciente che il M5S non è Beppe Grillo. Sono anche convinto che a livello locale si stiano facendo cose interessanti, almeno in alcuni casi. Però quando si decide di fare il salto e presentarsi alle elezioni nazionali, un po’ di lavoro preparatorio va fatto. Per l’unica parte su cui sono in grado di dare giudizi, la politica economica, mi pare che al momento non ci siamo proprio. Il prossimo parlamento sarà costretto a dare risposta a un buon numero di domande, che i partiti esistenti hanno evaso per anni, su debito pubblico, tasse e spesa pubblica. A che punto è la discussione nel M5S?

1) In un commento al post precedente, il lettore Emilio Manzoni ha segnalato un paio di siti in cui il Movimento ha prodotto elaborazioni programmatiche. Il programma proposto non è privo di interesse. Per esempio, si propone l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Oppure si propone che le frequenze televisive vengano assegnate mediante asta ogni 5 anni. Sono proposte molto utili e che altri partiti non fanno. La parte di economia, le pagine 9 e 10, risulta essere un mix strano di cose giuste, cose confuse, e cose sbagliate. C’è un lodevole tentativo di fare proposte che migliorino la corporate governance delle nostre società (abolizione scatole cinesi, migliore rappresentanza dei piccoli azionisti). C’è la proposta di abolire la legge Biagi, ma non si capisce per sostituirla con cosa. Ci sono proposte come ”favorire le produzioni locali” che sono potenzialmente molto pericolose, dato che aprono i rubinetti dei sussidi protezionistici. E, soprattutto, c’è il solito scantonamento di lato quando si parla di come ridurre il debito pubblico. Ci viene detto che va affrontato ”con il taglio degli sprechi e l’introduzione delle nuove tecnologie”, che francamente non è una risposta seria.

2) La cosa più preoccupante in questa situazione è che non mi pare che ci sia molta coscienza nel movimento di quanto lacunosa sia la proposta di politica economica, né di quanto lavoro sia necessario per tappare tali lacune. Può darsi che occorra semplicemente dare tempo al tempo, e che una volta giunti in Parlamento e costretti a discutere concretamente di questi problemi le cose cambino. Un processo simile, dopotutto, si è visto per i Verdi tedeschi. Purtroppo la situazione economica del paese è grave, il tempo è scarso e i margini di manovra molto limitati. Se per capire quanti danni può fare la nazionalizzazione delle banche occorre veramente vederne gli effetti, beh mi dispiace ma questo come paese non ce lo possiamo permettere. Di gente che non capisce nulla di economia e parla a vanvera se ne trova in abbondanza nei partiti esistenti. Se il M5S vuole caratterizzarsi come forza differente dalle attuali faccia i suoi compiti ed elabori una proposta di politica economica coerente, parlando anche delle questioni ”difficili” che riguardano debito e spesa pubblica. Al momento, mi spiace osservare, questo non sta accadendo.

http://noisefromamerika.org/articolo/movimento-5-stelle-alcune-riflessioni-aggiuntive