Poiché di lavoro c’è ne tanto, c’è chi tifa per la chiusura del più grande siderurgico d’Europa
19 Luglio 2012
Ilva, prossima settimana intesa quadro. Clini: ”Italia non può perdere il sito”
ultimo aggiornamento: 19 luglio, ore 17:36
Roma, 19 lug. (Adnkronos/Ign) – Un patto per Taranto. Governo, regione, parlamentari ed enti locali si sono oggi riuniti a Palazzo Chigi per concordare le misure necessarie ad assicurare in tempi rapidi l’avvio di opere di bonifica e recupero ambientale. Già la settimana prossima, riferisce una nota di Palazzo Chigi, sarà siglata un’intesa quadro che individuerà nel dettaglio le risorse finanziare, i progetti e le modalità attuative. Il ministro dell’Ambiente incontrerà l’Ilva per illustrare i risultati dell’incontro e verificare la disponibilità dell’impresa a concorrere agli obiettivi emersi. ”Non possiamo rischiare di far perdere all’Italia il sito dell’Ilva”, ha detto Corrado Clini.
Oggi è stato avviato ”un percorso al quale, man mano, deve essere data concretezza” e, su questa strada, ”è necessario il coinvolgimento dell’azienda” è la priorità indicata dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine dell’incontro. L’auspicio espresso da Camusso è che ”il ragionamento iniziato oggi dia rapidamente i suoi frutti”.
Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ”le iniziative che si annunciano sono rassicuranti” e ”ci sono le basi per ricominciare una discussione più seria”. Comunque, ha aggiunto il leader della Cisl, ”saremo vigili e sempre impegnati per mantenere questo raccordo istituzionale con le parti sociali che abbiamo invocato. Oggi abbiamo compreso che le istituzioni vogliono mantenersi in rapporto e sinceramente raccordarsi con noi. Ecco perché si è detto che a Bari si farà una cabina di regia e qui a Palazzo Chigi un luogo di monitoraggio continuo”.
Nella conferenza stampa seguita alla riunione con l’esecutivo e gli enti locali il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha sottolineato come l’incontro di oggi a Palazzo Chigi abbia messo in chiaro che ”c’è la consapevolezza della posta in gioco”. Ma a questo, ora, deve seguire la ”forza e la determinazione per fare”. Per Angeletti, il percorso avviato oggi per la bonifica del territorio deve ”vedere il coinvolgimento dell’azienda”. Ma, soprattutto, il leader della Uil ha invitato a guardare quello che avviene in Francia ”un Paese vicino a noi, dove la produzione di acciaio è maggiore che in Italia”. Si tratta di applicare ”le stesse regole che funzionano; le stesse regole che vigono in Europa, non di più non di meno. E’ questa la strada sulla quale incamminarsi”, ha detto Angeletti per il quale la questione dell’impatto ambientale ”non deve essere una questione impossibile ma normale, come in tanti altri Paesi”. ”E’ necessario – ha concluso – avere un ambiente decente dove la gente possa continuare a vivere e a lavorare”.
Dal canto suo il leader dell’Ugl, Giovanni Centrella, ha posto l’accento sull’importanza del ”lavoro di squadra tra amministrazione centrale, enti locali e parti sociali. Bisogna camminare insieme di pari passo”.
Mentre il vicepresidente di Confindustria, Alessandro Laterza, ha evidenziato che la vicenda dell’Ilva di Taranto è un tema ”di carattere nazionale ed europeo e con un progetto di lungo termine possiamo trasformarlo in un modello”. Laterza ha anche assicurato la disponibilità dell’azienda al confronto.
”Credo che ci sia un dato politico di particolare rilievo nello svolgimento della giornata di oggi: tutti gli attori fondamentali del sistema-Paese riconoscono in Taranto un problema della nazione” ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, durante la conferenza stampa con il ministro Clini. ”L’inquinamento nella città di Taranto è una storia lunga 120 anni ed è una storia fatta, per molti decenni, di inquinamento di Stato. Un inquinamento causato non soltanto da una grande azienda di Stato, quale era allora l’Italsider, ma causato da tante altre realtà, a cominciare dall’Arsenale militare”.
L’inquinamento, ha proseguito il presidente della Regione Puglia, ”è nel sottosuolo, nel mare e nella falda e su questo noi dobbiamo poter offrire una risposta che riguarda il passato”.
A Taranto e paesi limitrofi si muore a causa dell’inquinamento,questo lo dicono i periti chimici e i medici epidemiologici incaricati dai magistrati.Non ci si rende conto che l’emergenza sanitaria che vive Taranto è drammatica e con 300 milioni di euro non fai nessuna bonifica, ricordo che per poter bonificare porto Marghera sono stati stanziati 5 miliardi di euro.Non possiamo essere la pattumiera d’Italia,ed ancora quanti posti si stanno perdendo a causa dell’inquinamento?, e quanti se ne potrebbero creare investendo su altri comparti?Tutta questa accellerazione a fare questi atti di intesa tra politici e ilva solo perchè la magistratura incomincia ad avere elementi reali di quello che è il vero inquinamento a Taranto.Non tifo per nassuna chiusura ma non facciamoci prendere in giro dai politici tutti.
tutti dicono ilva ilva e ancora ilva… ma xkè nn si controlla anche la raffineria di pertolio eni ? éli vicino, ed ogni volta che si passa da lì (taranto-reggio calabria)c’è sempre un’aria inrespirabile