…a proposito di selezione eugenetica.

13 Ottobre 2004 Off Di Life

La risposta ? quasi logica e pare derivare da un sano atteggiamento buonista.

Tutto questo per? si fonda su una tesi falsa: il disabile soffre!
E non pu? non soffrire perch? ? la sua diversit? che comporta necessariamente sofferenza: sua e di tutto il suo nucleo familiare.
Nella cultura dominante questa tesi suona ovvia e fuori discussione, ma cos? non ?.

Molte sono le testimonianze da parte di chi frequenta persone disabili che dicono che da loro hanno imparato molto (volontari ,infermieri, medici della riabilitazione ecc?)
Esse sono innanzitutto persone, nella pienezza di questo termine, e le loro caratteristiche di minor abilit? (disabilit?)  non cambiano nulla di tale affermazione.

? vero che il loro stato comporta spesso sofferenza; ma questa sofferenza non sempre ? fisica: ad essa si pu? porre rimedio; invece, ? quasi sempre psicologica, frutto di un disagio dovuto alle difficolt? di vivere in un mondo che li discrimina, li rifiuta, rende difficile la loro possibilit? di integrarsi.

Essa ? diretta conseguenza di una societ? incapace di accogliere individui diversi e di instaurare rapporti normali con la persona disabile. E? quella stessa sofferenza esistenziale che nella societ? moderna colpisce con sempre maggior frequenza anche le persone considerate normali. Persino l?Organizzazione Mondiale della Sanit? nega la tesi di una categoria ?speciale? per le persone disabili, visto che ognuno di noi va incontro nella vita a periodi di minore abilit?, di ?fragilit??, di ridotto ?funzionamento?; proprio per eliminare del tutto sul piano culturale la terminologia di handicappato inteso come condizione oggettiva di diversit?, l?accettare la diversit? come possibilit? di vita normale esclude ogni giustificazione di selezione eugenetica.

La vita, infatti, ? sempre normale, e quindi merita sempre di essere vissuta; nessuno ? titolato a disporre diversamente.

Associazione socio-culturale
LUCE&SALE