AIUTIAMO STEFANO
27 Giugno 2013Stefano è da sette mesi che dorme per strada sotto la fioriera del comune vecchio, da qualche giorno assume farmaci per diverse patologie.
Siamo riusciti tramite una graduatoria a fargli assegnare un incentivo per trovarsi almeno un ricovero o alloggio.
E’ da giorni che telefono a tutti i proprietari ma nessuno vuole affittargli una casa.
Questo diniego avviene anche per alloggi fatiscenti.
Mi rivolgo ancora una volta a tutti gli amministratori e non a darmi una mano per trovare una dimora a Stefano.
Vi esorto a non puntare il dito e a tralasciare ogni giudizio o pregiudizio , ma uniamo le mani per risolvere il problema.
Noi dobbiamo accogliere…. non respingere.
ciao antonio. sono d accordo con te, ma cè una cosa ke forse non sai..stefano non accetta nessun aiuto, xkè gli era stata proposta un aiuto e dimora in comunità e persino un posto letto da don salvatore, ma lui rivuole la sua casa popolare occupata abusivamente da una famiglia altrettanto bisognosa, nella sua assenza carceraria….quindi deduco ke…. ok io ho detto la mia!!
Caro antonio molto bello il tuo appello perchè scevro da accuse demagociche e strumentali. Altre volte non ho risposto ad interventi di altro tenore sullo stesso tema ma ritengo che la correttezza con cui ti poni meriti dei chiarimenti.
Possiamo testimoniare come Associazione Arci di essere stati coinvolti nella soluzione del “problema” Stefano tanto dal Sindaco in persona che dal Consigliere Comunale Latagliata che si sono rivolti a noi che ci occupiamo di marginalità nei loro vari tentativi di trovare una qualche soluzione.
Ti posso dire che tanto il Sindaco quanto il Consigliere ne erano ossessionati nel periodo precedente l’arrivo a Palagiano di Stefano. Si voleva trovare una soluzione a tutti i costi.
Così il giorno stesso del suo arrivo abbiamo accompagnato noi Stefano insieme ai viglili urbani in una struttura per senza tetto che il Comune di Palagiano grazie alla sensibilità dell’Assessore Petrocelli e del Consigliere Latagliata ha allestito in economia in zona Chiatone, con l’interessamento nostro ma anche di Caritas e delle altre Associazioni del territorio.Gli abbiamo dato un letto, delle lenzuola ,coperte, e tutto quanto potesse servirgli per l’igiene personale;abbiamo portato cibo; gli abbiamo spiegato che doveva dividere il tetto con altre persone e rispettare delle regole e che poteva ovviamente usare cucina bagno e spazi comuni. Aveva un suo armadio in cui riporre l’abbigliamento che noi stessi gli abbiamo fornito.
Tutto è andato bene per alcuni giorni dopo di che ha deciso di abbandonare la struttura.
Il Consigliere Latagliata, prontamente avvertito ha fatto un giro infinito di telefonate per cercare una struttura che lo accogliesse;dunque,andato a Mottola in una di queste, dopo alcuni giorni lo abbiamo rivisto per strada…aveva deciso di abbandonare perchè c’erano regole che gli stavano strette (questo mi ha detto)…poi l’abbiamo visto sempre dietro la porta dell’ufficio del Sindaco a chiedere che gli pagasse un fitto di casa perchè aveva anche intenzione di sposarsi.
Ora mi chiedo e vi chiedo…tutto ciò non è abbastanza per capire che Stefano non è un “semplice” senza tetto ma che avrebbe bisogno di vivere in una comunità anche di carattere medico ed essere seguito da personale specializzato? Pertanto l’invito all’Assessorato ai Servizi Sociali è quello di attivare anche attraverso la ASL,servizi adeguatI per la presa in carico di Stefano.
Saluti
Angela Surico
Conoscendo bene la situazione di Stefano, posso affermare che il problema non è non avere una casa e dormire per strada. Credo che Stefano abbia bisogno di una struttura che possa curarlo per i suoi problemi di alcool e insegnargli le regole del vivere comune. Ma Stefano non ha nessuna intenzione di entrare in una comunità o comunque, seppure dicesse di sì, dopo breve scapperebbe via.
Certo, gli si può trovare una casa, ma il problema è risolto? Non credo proprio…sarebbe solo una soluzione logistica, ma poi bisogna andare oltre questo.
Sig. ALIAS vi avevo esortato a non puntare il dito e a tralasciare ogni giudizio o pregiudizio, ma ad unire le mani per risolvere il problema prima che Stefano commette qualche sciocchezza. Visto che lei è così brava da dare dei grossi suggerimenti le vorrei porgli qualche domanda: Lei sarebbe capace dormire per strada per sette mesi?. Conosce per caso una struttura che potrebbe ospitare Stefano per curarlo dai problemi di alcool e insegnarli le regole del vivere comune?. Le ricordo che Stefano è stato rinchiuso in carcere per due anni e due mesi domandagli visto che lo conosce gli hanno insegnato qualcosa? .Invito invece l’assessorato ai servizi sociali ad attivare tempestivamente tutto quello che gli compete per legge affinché questa storia venga risolta positivamente.
In risposta ad Angela Surico , io credo che Stefano abbia bisogno di vivere la sua vita non diversamente da tutti gli altri . Credo che a nessuno farebbe piacere esser trattato come un emarginato sociale e rinchiuso in quella che per lui potrebbe essere un altra prigione … Perchè non assumerlo in comune anche assegnandoli mansioni di poco rilievo o comunque aiutarlo a dargli un indipendenza sociale .
Secondo me il comune dovrebbe iniziare a mobilitarsi (Visto che la sua precedente casa è stata occupata da un altra famiglia) con una raccolta fondi per potergli pagare l’affitto per un certo periodo e aiutarlo a trovarsi un lavoro il ragazzo merita e sà lavorare ed è un peccato che un nostro Amico sia lasciato solo mentre gli altri rimangono a guardare …
Life, io penso che si siano superati i limiti della privacy. Ti inviterei a “correggere” il post di Tonino Lasigna, togliendo i nomi propri e i riferimenti più delicati, anche se trattasi dipersona maggiorenne.
Un plauso ad Angela Surico per aver collocato il “caso Stefano” nella giusta dimensione, perchè è bene che si sappia che dormire in piazza è una mera presa di posizione.
Io so per certo che tanto si è fatto e si continua a fare per Stefano e per sua madre, ci sono però situazioni talmente delicate che richiedono il silenzio e l’agire.
Ricordiamoci, però, che non sempre ciò che appare è così.
Sei sempre in prima fila come probabile “mia erede” semmai un giorno decidessi di lasciare…
Un abbraccio.
Life.
Caro Life,
devo confermare quanto detto da Elisabetta.
Antonio, pur con lodevoli intenzioni legate all’impegno che sta mettendo nella vicenda di Stefano, ha peccato di ingenuità riportando su di una piazza virtuale ciò che, per la delicatezza degli argomenti, andrebbe coperto da omissis e cautele.
Detto questo, mi astengo da ogni commento sul merito della vicenda in quanto, purtroppo, le forme di disadattamento ed emarginazione sociale, come giustamente dice Elisabetta, assumono forme che è difficile “investigare” dall’esterno.
Un saluto
Donato Piccoli
In effetti, dopo averlo corretto, ho addirittura deciso di eliminarlo. Spero che Antonio mi perdoni.
Life.
Aspetto con ansia tutti i suggerimenti che possano risolvere il caso grazie a tutti.Antonio lasigna
Life ,mi assumo ogni responsabilità del caso in oggetto. Antonio Lasigna
ma vi chiedo se puo” essere possibile che gente occupa un qualcosa che non gli appartiene e nessuno che a le carte in regola vada per far rispettare i diritti di chi anche sbagliando e stato lontano da casa sua percio” chiedo a chi di dovere di affrontare sul serio la questione stefano e di non girarci intorno e di ridare a questo ragazzo cio” che gli appartiene altrimenti siamo tutti autorizzati ad occupare cio” che non ci appartiene