Alcuni dati sulle liberalizzazioni

29 Febbraio 2012 4 Di Life

Ho letto con molto interesse la discussione tra Mimmo e Life, riguardo al tema delle liberalizzazioni. E’ lampante, come i due interlocutori si trovino su posizioni molto lontane. Mimmo è un appassionato liberalista, mentre Life strenuo difensore della produzione locale (giustamente), propende per la realizzazione di una “terza via”.

Non sono convinto di quello che scrive Mimmo, riguardo agli effetti positivi delle liberalizzazioni. Ho avuto la sensazione di vivere in un mondo diverso. Probabilmente, ha ragione quando dice che siamo circondati da una quantità di beni superiore a qualche decennio fà. E’ certamente positivo il fatto che, ad esempio, dalle cabine telefoniche a gettoni, siamo passati agli smartphone che ci collegano al mondo con un click.

Tuttavia nutro dei dubbi sul fatto che tutti ci possano guadagnare da questo processo. Anche perchè da una parte c’è la teoria economica, secondo cui in regime di concorrenza perfetta, i prezzi diminuiscono e le aziende concorrono attraverso ricerca e sviluppo tecnologico; dall’altra c’è il mondo reale. E la realtà ci dice cose molto diverse.

Ci ho messo cinque minuti a trovare questa tabella, sul sito della CGIA di Mestre e sono rimasto colpito dai risultati. Ecco a voi:

Andamento   delle tariffe nei settori liberalizzati    
Variazioni   % del prezzo/tariffe e dell’inflazione tra l’anno di liberalizzazione e il   2011 (**)  
         
 

Anno di   liberalizzazione (**)

Var. % del prezzo o   della tariffa

Var. % inflazione

Aumento prezzi o   tariffe rispetto l’inflazione

Assicurazioni   sui mezzi di trasporto (*)

1994

+184,1

+43,3

+4,2 volte

Servizi   bancari/finanziari (*)

1994

+109,2

+43,3

+2,5 volte

Trasporti   ferroviari

2000

+53,2

+27,1

+ 2 volte

Pedaggi   autostradali (***)

1999

+50,6

+30,3

+1,7 volte

Trasporti   aerei

1997

+48,9

+35,1

+1,4 volte

Gas

2003

+33,5

+17,5

+1,9 volte

Servizi   postali

1999

+30,6

+30,3

uguale

Trasporti   urbani (***)

2009

+7,9

+4,1

+1,9 volte

Energia   elettrica

2007

+1,8

+8,4

inferiore

Prodotti   farmaceutici

1995

-10,9

+43,3

diminuito

Servizi   telefonici

1998

-15,7

+32,5

diminuito

         

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat e fonti varie

 Note:

(*)   Dati di partenza del prezzo e dell’inflazione riferiti al 1995.    
         
(**)   Per ciascuna voce si è identificato l’anno in cui ha cominciato a svilupparsi   il processo di liberalizzazione
ed   è stata calcolata la variazione dei prezzi fino agli ultimi dati disponibili   (2011 media primi 10 mesi)
  •   Assicurazioni:   a partire dalla liberalizzazione del 1994
  •   Servizi   finanziari: a partire dall’entrata in vigore del Testo Unico Bancario (1994)
  •   Trasporti   ferroviari: a partire dall’anno di separazione tra Trenitalia e Rete   Ferroviaria Italiana (2000)
   
   
 

Come vediamo, in alcuni settori, c’è stato un calo evidente dei prezzi. Purtroppo in altri si è verificata una totale esplosione, tutta a svantaggio degli utenti finali. L’unica cosa che possiamo chiederci, è come mai sia potuta crearsi una situazione del genere. Sarà perchè in Italia abbiamo solo privatizzato e non liberalizzato? Può essere. Possiamo, però, anche affermare un altro principio: non esiste la “lunga mano” regolatrice del mercato. Le aziende, giustamente, cercano il profitto e questo non sempre coincide con l’interesse dei consumatori.

Mimmo dice una cosa sacrosanta, quando afferma che la politica non deve intervenire nel mercato. Deve essere lo Stato a farlo. E lo deve fare attraverso delle autority veramente indipendenti (non come succede in Italia).

Siamo di fronte ad una fase economica molto difficile, in cui ci sono molti commentatori che parlano di crisi irreversibile del capitalismo. Io sono convinto che quello capitalistico sia il sistema economico premiato dalla storia. Questo però non deve farci perdere di vista un principio fondamentale: oltre ad essere dei consumatori, siamo anche dei cittadini. E come tali abbiamo anche dei diritti fondamentali, che devono essere garantiti dallo Stato, non dal mercato.

Saluti