Ancora e sempre a pagare sono gli agricoltori tarantini
26 Luglio 2017
Caos su domande uniche Pac
Taranto – La campagna per la raccolta delle domande di aiuto della PAC 2017 si è conclusa da pochissimi giorni,una tra le più complicate, arruffate e mal gestite che si ricordino. La terza campagna consecutiva in regime di proroga in tre anni di nuova riforma, un record.
“Riteniamo necessario dare voce a tutti gli agricoltori, e ai nostri tecnici con loro, per informare chi non è informato e per consegnare all’opinione pubblica più attenta di questo nostro Paese un quadro reale di come si è svolto il lavoro per cercare di garantire agli agricoltori italiani la presentazione di domande uniche e domandePSR, il tutto con un sistema amministrativo e informativo assolutamente inadeguato agli obiettivi da raggiungere – è il pensiero di Cia Confederazione Italiana Agricoltori – Per le aziende agricole gli aiuti comunitari e nazionali rappresentano una importante, e spesso fondamentale, risorsa economica che può fare la differenza in periodi dicrisi, con eventi climatici avversi e in un mercato in cui la competizione è sempre più forte. Viceversa questacampagna PAC che si sta chiudendo, rischia di ingrossare le fila delle aziende agricole che potrebbero non ricevere l’aiuto senza averne alcuna responsabilità”.
“Proprio alla fine di questo lungo e durissimo percorso dobbiamo necessariamente esprimere tutta la nostra indignazione per le difficoltà in cui siamo stati costretti ad operare, su come sia stata precaria e assolutamenteinadeguata la logica con cui l’Amministrazione si è posta e, di conseguenza, quanto sia forte il rischio di erroriinconsapevoli – continuano a Cia Confederazione Italiana Agricoltori – Non può essere accettato che le evidentimancanze tecniche e le inadeguate o tardive decisioni amministrative ricadano sugli agricoltori e sui CAA – Centridi Assistenza Agricola, loro strumenti. Noi non possiamo accettare che anche un solo agricoltore resti fuori dagli aiuti che gli spettano per malfunzionamenti del processo amministrativo e su questo chiediamo una fortecondivisione del mondo politico e una presa d’atto dell’Amministrazione al fine di perseguire ogni sforzo possibile”.
Il Ministero delle politiche agricole, Agea e i suoi strumenti avrebbero dovuto valutare la complessità di unpassaggio al modello grafico in un Paese che presenta tante specificità e genera circa 900.000 domande uniche diaiuto e oltre 200.000 domande di PSR. Avrebbero dovuto imporre nelle sedi opportune un percorso più gestibile nei tempi e valutare con più attenzione che la strumentazione informatica messa in esercizio, fosse adeguata allavoro da svolgere. Tutto questo era certamente prevedibile e solo un impegno straordinario dei tecnici ha reso possibile il raggiungimento dell’obiettivo di copertura del 75% di superficie grafica.
A questo va aggiunto il fatto che l’apparato AGEA che ha gestito questo 2017, potrebbe non essere lo stesso chegestirà la fase di verifica e le istruttorie che presiedono ai pagamenti e potremmo assistere, come già successo, al disconoscimento di impegni e di accordi tecnici presi nelle riunioni per gestire le criticità emergenti.
“Da qui si deve partire per cambiare il modello di AGEA, per una inversione di tendenza tangibile che non scarichi sui deboli le responsabilità di un sistema che ha generato danni, di cui non è ancora nemmeno possibilevalutare a pieno gli effetti – concluder Cia Confederazione Italiana Agricoltori – Qualità ed efficienza devono viaggiare a braccetto con i diritti e i doveri di ogni attore coinvolto: Agricoltori, CAA, Politica e Pubblica Amministrazione. Le risorse comunitarie e quelle nazionali destinate al settore agricolo sono messe a disposizione dai cittadini-contribuenti, sono risorse erogate perché si riconosce questo settore come primario e strategico per il nostro Paese”.