“APERTO O NON APERTO, QUESTO E’ IL DILEMMA” … dubbio amletico
25 Aprile 2019di Antonio Catucci
Quando si è cominciato a vociferare dell’eventuale riapertura del Teatro Comunale, devo ammettere che ero pronto a congratularmi per l’efficiente lavoro svolto dalla nostra amministrazione, pur non capendo perchè lasciar trascorrere due anni quando, a loro dire, non vi era alcun ostacolo alla riapertura se non beghe politiche di qualche passato amministratore. Non torna nemmeno il fatto che si sia deciso di aspettare la richiesta di un’associazione in particolare se pur nei mesi passati ve ne fossero state altre lasciate accantonate nel cassetto. Tuttavia, devo ammettere che – sorvolando tutti questi miei dubbi così da non essere appellato come “distruttore seriale” o “portatore di odio” o tanti altri bei nomi degni di un titolo da spettacolo teatrale (per restare in tema) – ero quasi disposto a plaudire questa tanto osannata “riapertura dei battenti” del teatro comunale. Il mio plauso sarebbe andato anche alla commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo per aver fatto passare cinque eventi teatrali (o simili) per manifestazioni temporanee all’interno del “centro di aggregazione teatrale” pur avendo una norma che prevede che la temporaneità venga determinata dallo svolgimento di un evento in un luogo normalmente non destinato a quel tipo di MANIFESTAZIONE per periodi di tempo limitato.
Tuttavia, nonostante la mia buona volontà, non potevo rimanere indifferente difronte al commento di un insegnante che sostiene che il teatro sia stato riaperto SOLO per un’associazione mentre per le scuole, i “battenti” resteranno chiusi lasciando che i nostri ragazzi si spostino nel teatro di Massafra. Questo non mi è per niente chiaro, sopratutto perchè il parere della commissione di vigilanza ha validità due anni e non è obbligatorio convocarne un’altra per manifestazioni che si ripetono con le stesse modalità. Se si considera perciò che “i battenti” sono stati riaperti con due giornate di saggi di fine corso, oserei dire che le modalità sono identiche. Per quanto poi attiene la pratica tecnica, voglio augurarmi, ma so già che sarà così che, qualora dovesse necessitarne un’altra, il Comune deciderà di accollarsi la spesa così come fatto per “l’unica associazione” beneficiaria della riapertura dei battenti.
Ora si che siamo difronte ad una volontà amministrativa!
Antonio CATUCCI