BENE IL PD LOCALE AD ALZARE LA VOCE CONTRO IL GOVERNO E CONTRO UNA OPPOSIZIONE DANNOSA PER I CITTADINI.
10 Luglio 2010di Rocco Ressa.
Con tutto il rispetto per Mimmo ed apprezzando la sua encomiabile analisi economica, peraltro quasi del tutto condivisibile, ritengo che l’appunto al PD sia quanto meno INCOMPRENSIBILE.
Provo a spiegare il mio punto di vista.
Come, evidentemente è sfuggito al mio amico Donato, il volantino del PD, ha voluto porre due questioni: la prima riguarda la responsabilità del Governo, nell’aver raggirato i cittadini contribuenti con il MANCATO RIMBORSO DELL’IVA SULLA TIA (anche dal mio punto di vista non dovuta) e quella del Consigliere Borracci, che continua a far finta di non capire.
Il Governo ha dunque la responsabilità di non far propria la sentenza della Corte Costituzionale emanando il decreto legge che preveda il rimborso ai cittadini; il Borracci quella di prendersela con il Comune anziché col suo perverso ed insipiente Governo.
Roba da far ridere i polli.
La seconda riguarda, invece, una sentenza del Tribunale adito da alcuni consiglieri di opposizione di Palagiano, il cui unico risultato è stato quello di far spendere altri quattrini al Comune e di conseguenza ai cittadini, a quegli stessi a cui Borracci vorrebbe invece (lui ma non il suo Governo) restituire l’IVA non dovuta sulla TIA.
Qui il problema è che giustamente i cittadini devono fare i ricorsi, ma i politici devono agire sul Governo affinché non trucchi le carte e sia disponibile a legiferare nell’interesse della Collettività.
Non mi sembra proprio che ciò sia accaduto, in questa, come in altre circostanze.
BOCCIATO IL GOVERNO!
BOCCIATO IL CONSIGLIERE BORRACCI!
Passiamo ora alla parte più interessante, quella che riguarda l’analisi, quasi del tutto condivisibile, fatta da Mimmo. Lo stesso mi scuserà se nonostante la mia demenzialità oso introdurmi in temi complessi cercando, tuttavia, di semplificarli perché prima io e poi tutti gli altri possiamo comprenderne facilmente il significato.
In Italia si è esagerato. Giusto. Negli ultimi decenni (ma forse bisognerebbe partire dal secondo dopoguerra) i Governi hanno creato una struttura statale elefantiaca, spesso inutile e comunque insostenibile, a lungo andare, per i conti dello Stato stesso.
Il Mezzogiorno d’Italia è stato “educato” all’assistenzialismo e a quel diffuso senso di illegalità che ancora oggi purtroppo lo contraddistingue, quello stesso senso di illegalità che spesso notiamo in molti di noi quando ci inventiamo di tutto per raggirare le leggi e piegarle al nostro tornaconto. A dire il vero il grande maestro di questa pratica è un Lombardo verace che risponde al nome di Silvio Berlusconi, ma probabilmente è solo “l’eccezione che conferma la regola”.
In Italia si sono sciupati miliardi di euro in infrastrutture inutili, spesso realizzate solo per ingozzare alcune imprese e fra queste quelle della peggior risma, ovvero, coloro che erano (che sono) pappa e ciccia con il potere costituito.
Mimmo ha ragione: concorrenza sleale o inesistente, liberalizzazioni fasulle ed incompiute, ma che invece sono esistenziali per lo stesso sistema capitalistico italiano oltre che per l’economia nazionale.
Il mio disappunto all’analisi di Mimmo (ora Mimmo dirà: lo sapevo…) nasce dal ridimensionamento del Governament share. Infatti: dove sta scritto che la riduzione delle imposte e delle tasse, riduzione necessaria ed urgente oltre che dovuta da questo Governo ai cittadini per l’impegno con loro assunto, deve significare riduzione degli investimenti e dei servizi?
Intendiamoci, come ho già detto, molti investimenti si sono dimostrati certamente improduttivi se non del tutto inutili ed anche molti servizi sono stati erogati dallo Stato come mezzo di ammortizzatore sociale.
Ad esempio:
tu ci vedi, ma se mi certifichi che sei cieco io ti do la pensione e tu non solo non mi rompi più i Maroni, ma mi voti pure.
Un esempio grezzo, ma che rende bene l’idea.
Ma qui Mimmo formula un vero e proprio postulato e, a mio avviso, sbaglia.
Infatti: l’Italia e soprattutto il Mezzogiorno ha bisogno di investimenti per realizzare quelle infrastrutture che tutta Europa ha da decenni e l’Italia no!
Il Porto è una infrastruttura. Il porto serve all’economia, ad esempio di Taranto, oppure no? Certo che si!
La zona industriale è un investimento produttivo oppure è uno spreco? E’ certamente un investimento produttivo!
Gli investimenti in favore della tutela del territorio e dell’ambiente sono utili oppure no? Certo che sono utili.
I servizi ai giovani, ai diversamente abili, agli anziani, più che essere produttivi sono un diritto inalienabile dei cittadini che lo Stato non può e non deve negare.
Ed allora, mi avvio alla conclusione, scusandomi per la logorroicità di questo mio intervento.
1) via alle vere liberalizzazioni;
2) perseguire e non premiare coloro che esportano illegalmente i capitali all’estero;
3) condurre una vera, giusta ed equa lotta all’evasione fiscale;
4) favorire gli investimenti (utili e produttivi) degli Enti locali;
5) eliminare in blocco tutte le Province, inutili doppioni di Comuni e Regioni;
6) investire sulla conoscenza diffusa, sulla scuola e sulla ricerca;
7) incentivare l’occupazione;
8) riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e sulle imprese accanto ad una revisione delle tasse sulle rendite finanziarie e da capitale. E’ con il rilancio dei consumi che si ottiene la crescita.
Così la penso io e grosso modo così la pensa il PD.
Rocco Ressa