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15 Febbraio 2009 0 Di Life

Walter Veltroni ha virtualmente sciolto il Partito democratico annunciando la “libertà di coscienza” dei suoi parlamentari sul disegno di legge del governo che vieta in ogni caso la sospensione dell’alimentazione forzata.

“Bisogna abituarsi al fatto che nei grandi partiti esistano posizioni diverse sulle questioni etiche, materie nelle quali – ha spiegato Veltroni – non può scattare la disciplina di partito.” Quest’affermazione è falsa per due ordini di motivi.

Il primo, di metodo, è che l’obiezione di coscienza può e deve valere per chi è oggetto di una legge, non per chi è costituzionalmente chiamato a redigerla. Il medico obiettore può legittimamente astenersi dal praticare un aborto, se la sua coscienza glielo vieta, ma i partiti hanno il dovere di assumere una posizione e di regolamentare per legge il diritto all’interruzione di gravidanza.

Il secondo motivo, di merito, è che le “questioni etiche” di cui parla Veltroni sono invece questioni eminentemente politiche, perché attengono alla sfera dei diritti individuali e alla libertà di scelta dei cittadini. Il testamento biologico e l’eutanasia sono questioni private: ciascuno deve poter decidere per sé. Uno Stato liberale deve limitarsi a garantire che ciascuno possa decidere per sé. L’etica non è regolata dallo Stato o dalla Chiesa, ma dalla coscienza individuale: e questa è una scelta politica che un partito politico è tenuto a compiere.

Il ddl del governo è una porcheria istituzionale per molti motivi, non ultimo quello indicato dallo stesso Veltroni (“È gravissimo che si faccia un provvedimento a fronte di una sentenza passata in giudicato”), e giunge nel bel mezzo di uno scontro istituzionale senza precedenti. Di fronte a questa porcheria il No dev’essere netto, chiaro, evidente.

Ma il ddl del governo è una porcheria anche nel merito. Ognuno di noi ha il diritto naturale di scegliere se e come morire, senza altri giudici se non se stesso, e la sinistra è chiamata dalla sua storia e dai suoi valori fondamentali a difendere questo diritto senza se e senza ma. La libertà dell’individuo, la mia libertà, non è negoziabile, e non può essere sequestrata né dal Vaticano né dallo Stato né da chiunque altro.

Se il Pd non lotta con ogni mezzo per difendere la libertà dell’individuo a pensare e a decidere con la propria testa, il Pd semplicemente non esiste più.