Caro George?
24 Maggio 2004 Di valenza ,peraltro, sensibilmente diversa, con essa il grande Cicerone esortava , infatti, a farla pi? che a prepararla la guerra. Mi perdonerai questa citazione erudita ma mi torna utile per evidenziare il parallelismo tra due grandi potenze;una del passato e una del presente. Entrambe autodefinitesi latrici di civilt? ,ordine e giustizia ma , soprattutto, dispensatrici di ? Pace ? . E? l?atroce paradosso insito nelle logiche delle grandi ?potenze? che mirano ad instaurare un sistema basato sulla pace , e oggigiorno sulla democrazia , tramite l? uso ,a volte sconsiderato , delle armi. ?Quando fanno un deserto ,lo chiamano pace.? Questa espressione, forse meno conosciuta ,e che, ribaltava, allora , i luoghi comuni dell?ideologia imperiale, come l?imposizione della ?pax Romana?, la pronunci? Calgato, re dei britanni, in un discorso ai suoi guerrieri prima della battaglia decisiva contro le armate romane. A dimostrare che l?uomo fondamentalmente ,con tutte le sue meschinit?, ? sempre lo stesso vi ?, appunto, questa frase che con la sua dirompente veridicit? e attualit? rivela come tutte le imprese belliche,compiute dalle grandi?potenze?, nell? intento di instaurare un sistema basato sulla pace, non sono altro che grottesche mistificazioni con cui mascherano le pi? brutali aggressioni. Se per Sun Tzu le imprese belliche ?seguono la Via dell? inganno?, caro George,ho avuto l?impressione che tu abbia informato tutta la tua vita , o perlomeno la tua politica estera , a tale principio. Hai elaborato il
meschino teorema della ?guerra preventiva? per soddisfare l?essenziale ,vitale ,bisogno, che forse pulsa nel cuore di ogni ?vero patriota americano?, che ci sia un nemico identificabile, tale da costituire una concreta minaccia per la patria , che merita di essere annientato.
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Sull?onda di quel groviglio di emozioni e di sensazioni , che i tragici avvenimenti dell? 11 settembre hanno provocato nell?animo di ognuno di noi , hai approntato l?ennesima ?crociata ?contro l? islam senza incontrare nessuna reale opposizione. Perch? tu sai bene ,caro George che , dando un volto ai tuoi nemici , rendendo reale la minaccia che questi possono esprimere, consolidi la fede nell? establishment militare (che usufruisce ,pertanto, di pi? stanziamenti ) ottenendo di conseguenza una fede simile all? esterno. Tutti gli sforzi sono ,pertanto, tesi all? annientamento del nemico, e nel realizzare tale spregiudicato piano, la disciplina interna deve essere mantenuta rigidamente; ?il dissenso interno e l? opposizione esterna si espongono al sospetto e all?accusa di complicit? o intelligenza con il nemico?.(J.K.Galbraith) E? giustificato, vieppi? in siffatto clima, il controllo sull? informazione e il condizionamento sociale approfittando del confuso bisogno di ogni americano di liberarsi dall?ansia, di identificare un avversario di cui ci si possa sbarazzare. Dalla spirale di paura innescata dagli attentati ,che hanno fatto scoprire ad un tratto agli americani di essere vulnerabili, hai tratto vantaggio riuscendo a stringere il popolo intorno a te. Il popolo americano che ti ha appoggiato incondizionatamente nella guerra di liberazione dell? Afganistan, che colpevolmente ha finto di ignorare le brutalit? commesse dai tuoi aguzzini nelle carceri di Guantanamo ai danni dei prigionieri afgani , ora , caro George, sempre il tuo popolo , grazie anche a certa stampa che non si ? lasciata condizionare, ti chiede conto delle stesse brutalit? commesse questa volta in Iraq. Ti chiederai perch?? Cosa ? cambiato adesso? A nulla sono valsi i tuoi tentativi di creare degli eroi da proporre all? opinione pubblica nel tentativo di distogliere l? attenzione dalla critica situazione configuratasi in Iraq. E se per ?momento eroico? intendiamo ,secondo quanto esprime l? antropologo Marc Aug? ? quello in cui si combinano intensamente la scelta dell? azione,il rischio della morte e il dubbio globale della conclusione?? personalmente riconosco l?atto eroico nel gesto generoso del giovane che, tuffandosi nei gorghi delle rapidi e salvando un parente, perisce; ? eroica la fedelt? al principio che informa tutta la vita a costo della sofferenza o addirittura della morte, ? eroica ogni vita che si vive nonostante mille affanni e malgrado la certezza della fine ineluttabile.
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Forse eroismo quotidiano un po? diluito ma preferisco questo. Una societ? che ispiri tutto il suo agire a sani ideali e a pi? nobili principi non ha bisogno di eroi. L?avversario che tu stai combattendo ,George, ? animato da una carica di violenza molto diversa ,e molto maggiore di quella che sprigiona l?oppresso contro l?oppressore, ? la rivolta dei poveri contro i ricchi, e se ,come argomentava lo stesso Marx,non c ? povert? senza paura ? altrettanto vero che dove c? ? paura non pu? esserci libert?. L?Islam continua a vivere il suo eterno medio evo; perennemente alla ricerca di una figura ?paterna ?che gli indichi ogni volta la via , intollerante e discriminatorio nei confronti delle donne e delle culture diverse e per il quale unica forma di riscatto morale ? l? estremo sacrificio nel nome di Allah; ma non per questo merita d?essere annientato. Una lettera scritta da un ventiduenne studente giapponese alla vigilia della sua missione su Okinawa recita cos?:??Non devo avere n? sentimenti n? personalit?. Mi si proibisce di servirmi della ragione :non sono nient?altro che una particella di ferro attratta da una calamita:la portaerei americana. Gli americani lo chiamano suicidio. A dire il vero ? un atto inesplicabile. Ma questo suicidio ? anche una forma di sacrificio che si pu? comprendere soltanto in Giappone,il paese dell? idealismo.? Kamikaze pu? essere tradotto con ?vento divino?,un vento che ogni volta che alita dissemina distruzione e morte nel contesto di quel vortice di azioni e rappresaglie che da sempre caratterizzano tragicamente la guerra. E? contro questo vento che tu stai combattendo ,George, che per la sua stessa natura quando soffia non riconosce nessuno ma investe tutti ,innocenti o colpevoli , col suo tragico manto di morte . Ti saluto, caro George ,con una citazione ??Che cosa temo?me stesso? Nessun altro ? qui; Riccardo ama Riccardo;io sono ben io .C? ? qui un assassino?No. S?, sono io.?(Riccardo lll, Shakespeare).
Nunzio Granata