Cinghiali e Lupi i nuovi “nemici” dell’agricoltura.
30 Dicembre 2011Fonte: http://www.corrieredelgiorno.com
Prima o poi doveva succedere: lupi e cinghiali scorrazzano per il Parco delle Gravine, qualche agricoltore rischia la cotenna. Da queste parti, a Laterza Castellaneta e Mottola soprattutto, la presenza dei famelici suini selvatici era nota da tempo. Un po’ meno quella del suo nemico naturale (e protetto), il lupo, introdotto per mettere un freno alla proliferazione dei cinghiali, specie altrimenti libera di gironzolare a piacimento. Un po’ troppo per la Coldiretti di Taranto che, preoccupata per le dimensioni del fenomeno, ha chiesto un incontro urgente all’assessore provinciale Antonio Scalera per affrontare il problema dei danni causati da questi animali selvatici.
Secondo quanto riferisce Franco Carbone, direttore della Coldiretti, si è di fronte ad uno «stato di malessere che vivono gli imprenditori agricoli che operano sia nell’area del “Parco Regionale Terra delle Gravine” che nelle aree contigue al Parco, le cosiddette “zone cuscinetto”». «La presenza diffusa ed invasiva di cinghiali – continua – sta arrecando danni ingenti alle colture praticate nella zona, compreso l’uva da tavola e, recentemente, per la presenza di lupi».
E’ facilmente comprensibile quanto questo fenomeno, collegato alla già critica situazione di mercato, possa preoccupare le imprese agricole del comprensorio.
«La preoccupazione si amplifica – insiste Carbone – se si considera che i cinghiali sono animali molto prolifici e capaci di adattarsi facilmente ai cambiamenti ambientali». Così come, dopo un periodo nel quale la specie era scomparsa, a seguito degli interventi di ripopolamento, «i lupi sono ricomparsi anche in molte zone in cui non era più presente da molti anni e ciò sta mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori in molte aree della Provincia, soprattutto nel comprensorio di Mottola; infatti si moltiplicano sempre di più le segnalazioni di attacchi ad animali e non è più possibile lasciare gli animali, soprattutto cavalli e vacche allo stato brado».
«Occorre sicuramente lavorare sulla prevenzione – conclude Carbone – ma è anche necessario rivedere il sistema di accertamento e risarcimento dei danni non solo da animali selvatici, ma anche quelli causati da cani inselvatichiti».
Eccellente notizia questa, in quanto consente di formulare un giudizio preciso sul dissennato modo in cui viene praticata la “politica” nel nostro strano Paese.
Dapprima vi sono organizzazioni, sindacali e/o gastronomiche, che invocano il ritorno dei “bei tempi passati”, quando “il vivere era sano e naturale”; un momento dopo le istituzioni, pur di intercettare il consenso elettorale che può venire da quelle organizzazioni, mettono in pratica i suggerimenti che da colà giungono; dopo qualche tempo, i suggeritori di una volta si trasformano negli annunciatori del disastro provocato dai loro suggerimenti.
Risultato. Dopo aver consumato risorse pubbliche per provocare un disastro, adesso viene chiesto di spenderne altre per arginarlo. Il tutto, ovviamente, senza che nessuno avverta il dovere di specificare chi dobbiamo ringraziare per tutto questo sperpero. Evviva l’Italia!
Mimmo Forleo
Caro mimmo la miopia di tanti qualunquisti è proprio questa dire tutto e il contrario di tutto solo per il gusto di aprire la bocca.