Comunicato Stampa Associazione “Echeo”
7 Aprile 2020L’Associazione dei pazienti oncologici dell’Ospedale San Pio di Castellaneta “Echèo” è dall’inizio dell’emergenza Covid 19 che segue da vicino le alterne vicende che riguarda l’intero nosocomio ed in particolare l’Unità Operativa di Oncologia. La propria vicinanza e sostegno si è tradotta in gesti reali e concreti, come quello della donazione di mascherine e quello della donazione di due ventilatori polmonari. Ma va da sé che rispetto a questa particolare attenzione andava monitorata la situazione epidemiologica che via via stava prendendo piede all’interno dell’ospedale. Le nostre preoccupazioni sono state in primo luogo rivolte alla condizione dei pazienti oncologici che si curano nell’Unità Operativa del San Pio, anche alla luce della positività al contagio riscontrata dal primario del reparto. Abbiamo quindi inviato una nota di richiesta di ulteriore esecuzioni dei tamponi a tutto il personale dell’Unità Oncologica. Tale nota è stata inviata a tutte le autorità sanitarie competenti in data primo aprile a mezzo pec. Alla nostra formale richiesta si sono succedute altre dello stesso tenore da parte del Responsabile dell’U.O. del San Pio Dott. Antonio Rinaldi (2/04/2020) e della equipe medica della stessa unità (3/04/2020). Fino a ieri (6 aprile) questi tamponi non sono ancora stati eseguiti. Di ieri la notizia della chiusura dell’intero ospedale a partire dall’8 aprile. Fin qui la cronologia, ma adesso occorre fare l’analisi di questa catena di eventi che non possono essere relegati a pura fatalità. Un’analisi che vorremmo lasciare a quanti a vario titolo stanno indagando su tutte queste vicende (Procura della Repubblica, Managment aziendale, Istituzioni politiche ed amministrative, ecc.) a noi resta il compito di segnalare, essendo questa la nostra mission, l’evoluzione di un contagio che poteva assolutamente essere evitato. La chiusura dell’ospedale diventa a questo punto una decisione drammatica sia pur tardiva. Ma può essere ancor più inutile e pericoloso l’intenzione di poter utilizzare il personale ospedaliero residuo (dopo l’epurazione da quanti potranno contare il godimento delle ferie o del riposo biologico, ecc.) in altri contesti ospedalieri della provincia di Taranto. A nostro parere è indispensabile che tutto il personale venga messo in quarantena fiduciaria a prescindere dal proprio ruolo affinchè, dopo la dovuta sanificazione di tutti gli ambienti ospedalieri (per questo intendiamo proprio tutti!) si possa riprendere le attività senza rischi di altri contagi. Trasferire anche solo un dipendente del San Pio ad un altro ospedale, sia pur con tutte le dovute cautele, oltre che farci insinuare seri dubbi sul suo effettivo rientro (rimane sempre alta l’attenzione su un possibile depotenziamento di reparti strategici del San Pio) farebbe assumere l’atto “supremo” della chiusura temporanea come una sorta di “beffa dopo il danno”. Quindi se chiusura sia, questa deve essere accompagnata da un preciso piano di rientro a tutte le funzionalità dell’ospedale, sia in termini di dotazione del personale, che in termini di servizi. Anzi, per chi ancora vuole vedere qualcosa di positivo in tutto questo, sappiamo che il rientro nella piena funzionalità dell’ospedale può rappresentare un’opportunità di rilancio in termini di qualità dei servizi offerti. Abbiamo le professionalità giuste per farlo ed ognuno con spirito di abnegazione e di sacrificio (come del resto hanno dimostrato in queste ultime settimane) farà la propria parte. Ne siamo certi. Castellaneta, 7 aprile 2020 IL PRESIDENTE F.to Pasquale Rizzi